29 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL SÌ CON RABBIA DI ARTURO PARISI. L’APPELLO DI ZAGREBELSKY A FERMARE GLI APPRENDISTI STREGONI

29 Novembre 2016

Parola a Prodi”, esclama il direttore de La Nazione Andrea Cangini, augurandosi che l’ex premier dica come voterà il 4 dicembre. Come vota lo ripete il prodiano Arturo Parisi in un’intervista a Repubblica: “Dico Sì con rabbia. Renzi deve smetterla di sentirsi l’unico che cambia le cose”. Sul Sole, Valerio Onida dice che con la riforma “Si rischia un capo dello Stato eletto da una minoranza”, mentre Roberto D’Alimonte dice l’opposto: “Scelta di garanzia che bilancia il maggioritario”. Intervistato da La Stampa, Gustavo Zagrebelsky dice: “Costituzione indifesa come a Weimar. Fermiamo gli apprendisti stregoni”. E l’antropologa Amelia Signorelli, intervistata da Il Fatto, esclama: “Fermiamoli, voglio distruggere la democrazia”. Invece, per Tony Blair, intervistato dal Corriere della Sera, “Il voto italiano è contro la burocrazia, non contro la democrazia”. Il punto odierno lo delinea Maria Teresa Meli sul Corriere: “Renzi e l’ipotesi delle dimissioni anche se vince”. E Paolo Pombeni guarda al dopo: “Il tempo lungo per ricomporre le divisioni” (Sole 24 ore).

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28 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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L’ALTRA FACCIA DEL REFERENDUM

28 Novembre 2016

Arturo Parisi, soffermandosi in un’intervista a Libero sulla minoranza del Pd, parla di “nostalgia dell’impotenza” e prevede un epilogo amaro (“Il  5 dicembre una resa dei conti definitivi nel Pd”). Marco Conti sul Messaggero informa sul “Piano di Renzi se vince il No: reincarico e voto a primavera”. Luigi Di Maio, intervistato dal Sole 24 Ore, accusa: “Tolto il diritto di voto ai cittadini”. Eugenio Scalfari su Repubblica accusa a sua volta: “L’ideologia dei 5 Stelle e la deriva dell’Uomo qualunque”. Sul Mattino Valentino Di Giacomo analizza il voto dell’area cattolica. “Sfida del voto. Cattolici divisi”. Sull’Avvenire Diego Motta apprezza la partecipazione dal basso che s’è manifestata nella campagna referendaria: “L’altra faccia del referendum”. Marzio Breda indica “Le strade del Quirinale nel caso vincesse il No” (Corriere della Sera). Massimo Adinolfi scrive su “Mattarella e la forza della mitezza” (Mattino). Sul Corriere della Sera Maurizio Ferrera scrive dei timori presenti in Europa di fronte al voto del 4 dicembre: “La riforma costituzionale e la partita europea”. Su Il Foglio Giuliano Ferrara dice il suo “Sì per dispiacere ai benpensanti”, e Claudio Cerasa ironizza: “Scarpinato, D’Alema e l’Economist: una bella storia d’amore”. Sul Sole 24 ore Roberto D’Alimonte invita a vedere “Quanto pesa l’incognita della legge elettorale”.

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25 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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LA TERRA DESOLATA DELLA DEMOCRAZIA

25 Novembre 2016

Franco Monaco, sul Manifesto, rafforza il suo No al referendum anche in dissensi con la campagna condotta da Renzi: “Sempre più condannati alla politicizzazione?”. Sull’Avvenire Giorgio Campanini scrive per il Sì: “Finalmente il principio di responsabilità”. Su Il Regno un editoriale di Gianfranco Brunelli: “Un Sì importante e di merito”. Marco Ascione, sul Corriere della Sera cerca di svelare un enigma: “Prodi, dubbi sulla riforma e sulla strategia del premier. Ma non esclude di dire Sì”. Salvatore Settis critica le caste al potere in un intervento al Parlamento europeo (“La riforma delle ‘caste’ per abolire gli elettori”, Il Fatto). Massimo L. Salvadori, su Repubblica, prova a spiegare perché la seconda parte della Costituzione limita la governabilità del paese (“Dove nasce la volontà di riformare la Costituzione”). Per Andrea Manzella, al di là della riforma costituzionale, la chiave per rafforzare la democrazia sta nel vivificare le comunità politiche di base, a partire dai sindaci dei Comuni (“La terra desolata della democrazia”, Repubblica). Gianfranco Pasquino, sul Corriere della Sera, invita i sostenitori del Sì e del No ad assicurare il mondo economico che non ci saranno rese dei conti dopo il referendum (“Perché serve abbassare i toni sull’esito del referendum”). Francesco Anfossi su Famiglia cristiana fotografa “Il mondo cattolico e gli schieramenti in campo”; Matteo Truffelli, “Il Paese vuole partecipare. La politica? Confonde e non spiega” (intervista all’Avvenire). Poi: Emma Fattorini, “Da Sturzo al sì” (Unità); Fabrizio Barca, “Il mio Sì guardando avanti” (Unità); Ermete Realacci, “Così la riforma amplia la democrazia” (Unità); Emanuele Macaluso, “Perché sono orientato al Sì” (Unità); Piero Ignazi,Il gioco delle sorprese sull’ultimo miglio” (Repubblica); Anna Finocchiaro, “Nessun pericolo autoritario, più contrappesi rispetto al passato” (Sole 24 Ore); David Carretta, “Il PPE e il referendum” (Foglio); Michele Ainis, “Quattro scenari per il dopo” (Repubblica); Claudio Cerasa, “Why Economisti s unfit to read Italy” (Foglio).

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23 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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GIANCARLA CODRIGNANI: “DA DOSSETTIANA DICO CHE BISOGNA CAMBIARE”

23 Novembre 2016

Giancarla Codrignani, “Da dossettiana dico che bisogna cambiare” (intervista a La Nazione) e, sul suo blog, una difesa della riforma. Virginio Rognoni, “Il voto per la riforma e il futuro del centrosinistra” (Corriere della Sera). Luciano Violante, “Sono favorite la stabilità e la capacitò di decidere” (intervista al Sole 24 ore). Ignazio Visco, “Sì o No avanti con le riforme” (intervista a La Stampa). Maria Teresa Meli, “Il Pd e lo scenario del voto anticipato se vince il No” (Sole 24 ore). VOTO ESTERO: Dino Martirano, “Il partito degli emigrati” (Corriere della Sera); Alessandro Pace, “Se il Sì vince con il voto estero, via ai ricorsi. Troppe anomalie” (intervista al Il Fatto); Marco Gervasoni, “Se il mio voto vale sempre più del tuo” (Messaggero). E POI: Alberto Melloni, “Il rischio di un voto dettato dal rancore” (Repubblica).   Francesco Bei, “La Costituzione che non entra in queste urne” (La Stampa).

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21 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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L’ELOGIO DELLA MEDIAZIONE (DIAMANTI) E DEL VERO RIFORMISMO (MAURO)

21 Novembre 2016

Ilvo Diamanti fa “L’elogio della mediazione” e torna a criticare, su Repubblica, il modello di democrazia im-mediata di Matteo Renzi, come quello dei Cinquestelle. L’accusa di ‘accozzaglia dei No’ non piace a Mario Monti che scrive al Corriere della Sera: “La teoria dell’accozzaglia è totalmente contraria alla logica”. Ma al Sì puntano gli industriali italiani: “Confindustria in campo. ‘Addio investimenti se fermiamo la riforma’” (Massimo Giannini, Repubblica). Anche Pier Carlo Padoan è convinto che “Il Sì alla riforma aiuterà l’economia” (intervista al Corriere) e il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, dice in un’intervista a La Nazione: “La vera catastrofe? Se resta tutto così”. Gian Enrico Rusconi chiama in causa i laici cattolici, esortandoli a contribuire a battere la deriva populista (presente, dice, soprattutto nel fronte del No): “Il populismo e la stagione degli eccessi” (La Stampa). Invece in un’intervista a Il Fatto Maurizio Viroli presenta un suo “Manifesto contro i rassegnati che votano Sì anche se fa schifo”. Battere il populismo con il linguaggio della verità consiglia Claudio Cerasa sul Foglio a Matteo Renzi (“Antidoti utili contro la profezia che si auto avvera su Trump”); e Giuliano Ferrara prova a dire “Dove può finire Renzi se vince il No”. E’ lungo e articolato il viaggio in Italia cercando la sinistra (una sinistra riformista) condotto da Ezio Mauro su Repubblica: “La sottile linea rossa”. Sullo stesso quotidiano un amaro reportage di Giampaolo Visetti da Pordenone: “Qui la sinistra è finta” (finta … e finita).

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21 Novembre 2016
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ANGELA MERKEL, LA TRINCEA CONTRO IL POPULISMO

21 Novembre 2016

La ricandidatura di Angela Merkel: “Quattro volte Merkel. ‘Mi candido di nuovo perché va fermato il pericolo populista’” (Tonia Mastrobuoni, Repubblica); Angelo Bolaffi, “L’azzardo di Angela per evitare la resa. Ma il suo carisma rischia il tramonto” (Repubblica); Alessandro Campi, “La trincea contro il populismo” (Mattino);  Stefano Stefanini, “Il pilastro dell’Unione” (La Stampa).  Quanto alle primarie del centro-destra in FRANCIA: “La destra francese si ricompatta. La sfida adesso è con Le Pen” (Bernardo Valli, Repubblica).

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21 Novembre 2016
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L’ASSENZA DI LAVORO CHE GENERA MOSTRI

21 Novembre 2016

Mariana Mazzucato spiega quale è “Il capitalismo secondo Trump” e quali sono invece le correzioni da apportare al capitalismo in direzione di uno Stato più attivo che investa in innovazione (Repubblica). Thomas Picketty legge il caso Trump sostenendo che c’è bisogno di riorientare la globalizzazione, favorendo commercio e scambi ma riducendo le disuguaglianze e imponendo vincoli fiscali e ambientali (“La forbice più larga della disuguaglianza”, Repubblica). Massimo Recalcati: “Non è più il lavoro ma la sua assenza a generare mostri” (Repubblica). Enzo Moavero Milanesi riflette sui rapporti Usa-Europa e dice: “Un piano Marshall per i migranti. L’Europa dialoghi con Trump” (intervista ad Avvenire). Romano Prodi: “A Cina e Usa non conviene e una guerra commerciale” (Messaggero).

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19 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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TUTTI I LIMITI DEL PROPORZIONALE

19 Novembre 2016

Michele Nicoletti, “Tutti i limiti del proporzionale” (Unità). Paolo Gentiloni,Crescita e difesa, serve una risposta forte. E’ l’ultima chance per l’Europa” (intervista al Corriere della Sera). Graziano Delrio, “Parametri Ue da rivedere” (intervista al Sole 24 ore). Ilvo Diamanti, “L’avanzata del No. E’ in testa di sette punti” (Repubblica). Claudio Cerasa,“La via d’uscita per Renzi in caso di sconfitta” (Foglio). Stefano Folli, “Il paracadute del Quirinale sugli scenari del dopo-voto” (Repubblica). Giuliano Pisapia, “Con il No paese instabile” (intervista a Repubblica). Franco Monaco, “Gli slogan per il Sì che non convincono” (Il Fatto). Walter Veltroni, “Se la sinistra insegue i populismi rischia di sparire” (intervista a Repubblica). Roger Abravanel, “All’estero non piace il No perché prolunga l’immobilità” (Corriere della sera). Gad Lerner, “Voterò Sì nonostante Renzi” (intervista a Il Fatto). Giorgio Galli, “Il Sì è l’ultima toppa del sistema” (intervista al Manifesto). Massimo Villone, “La Costituzione di un paese normalizzato” (Manifesto). Alessandro Campi sollecita Renzi a volare alto: “L’ultimo miglio per rilanciare una politica alta” (Mattino). Carlin Petrini, “La sinistra ha perso l’identità” (Il Fatto). Paolo Mieli, “A sinistra la paralisi delle idee” (Corriere della sera) e “La sinistra superi l’ossessione del nemico” (intervista all’Unità). Paolo Flores d’Arcais, “La contro-riforma di Renzi, Boschi e Verdini” (Repubblica). Ferruccio Sansa, “Grazie Boschi, siamo tornati cittadini” (Il Fatto).

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17 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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SE TRUMP COSTRINGE LA UE A GUARDARSI ALLO SPECCHIO

17 Novembre 2016

Ivo Caizzi, “Il veto italiano a Bruxelles”, Corriere della Sera. Cauto giudizio,in sostanza, il giudizio di Romano Prodi: “Da Renzi eccesso di polemiche con l’Europa” (intervista a Repubblica). Fabio Martini su La Stampa la vede invece così: “Attacco all’UE per vincere il referendum”. Un’intervista di Pierre Moscovici al Sole 24 Ore: “L’Italia va aiutata, ma resta un divario da colmare”. Adriana Cerretelli valuta, in due articoli su Sole, che c’è un salutare effetto Trump sull’Unione europea: “Se Trump costringe la Ue a guardarsi allo specchio” e “L’Europa cambia linea e riparte dall’espansione”. Ma anche la pressione del governo Renzi  ha avuto la sua parte nell’accenno Ue a cambiare linea, come scrive Roberto Gualtieri sull’Unità: “Ue, il necessario salto di qualità”. Vladimiro Zagrebelsky teme però che le idee più retrive di Trump trovino largo consenso nell’opinione pubblica europea (“Quelle idee condivise nell’Unione”, La Stampa). Intanto “Obama a Berlino offre il mantello della difesa dei valori liberali a Angela Merkel” (Danilo Taino, Corriere della sera); anche se, come dice Roberto Toscano (Repubblica), “Obama lascia una democrazia decadente”.  Gianni Toniolo sul Sole 24 Ore mette in evidenza la questione cruciale che sta alla base del consenso a Trump: “Il voto Usa e i perdenti della tecnologia”.

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15 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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MEDIA, SIATE PIÙ UMILI

15 Novembre 2016

Interessante segnalazione di Francesco Verderami: “Così cresce il partito del proporzionale” (Corriere della sera). Stefano Folli descrive “L’ora del disordine” nella politica italiana, dopo la vittoria di Trump (Repubblica). Mauro Magatti dice della necessità per i media di riconoscere la difficoltà di raccontare e spiegare la realtà (“La battaglia dell’umiltà”, Corriere della sera). Alessandro Portelli sul Manifesto descrive le miopie con cui si legge la realtà americana (“Troppe etichette, troppi sondaggi, poca vita reale”). Ernesto Galli Della Loggia spiega la vittoria del trumpismo con l’indifferenza di destra e sinistra verso valori, abitudini, e vita quotidiana degli strati popolari (“La politica e gli ideali perduti”, Corriere della sera). Non del tutto dissimile “L’amaca” di Michele Serra su Repubblica. Angelo Cannatà, sul Fatto, rimprovera a Scalfari di dar ragione al papa ma poi difendere le oligarchie del potere (“Scalfari e il papa: due posizioni contrastanti”). Negare i diritti umani ai migranti, ci ricorda Michele Ainis, significa diminuire, non aumentare, la nostra insicurezza (“L’esorcismo dei diritti per fermare la paura”, Repubblica). In un’intervista a Repubblica Giulio Tremonti esalta il populismo: “Il populismo è la rivoluzione”. Su una lunghezza d’onda non lontana anche Paolo Favilli sul Manifesto: “Trump, il populismo e la misura del consenso”. Su Il Fatto un drastico Fabrizio D’Esposito esalta papa Francesco populista: “Populismo parola maltrattata. La scossa del papa rivoluzionario”.

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