venerdi 27 novembre si terrà a roma presso l’istituto gramsci una giornata dedicata alla memoria di felice balbo, a cinquant’anni dalla sua scomparsa; egli fu l’animatore – con sebregondi, motta, mottura, fè d’ostiani, baroni e molti altri – del “movimento dei lavoratori cristiani”, che negli anni della fine della 2^guerra mondiale e la fase costituente la repubblica, fu un ambito di profonda riflessione per quella parte dei cattolici che, avendo scelto la via democratica, furono respinti dall’area comunista, ancora tutta egemonizzata dal primato ideologico, ma anche dalla parte cattolica, che aveva scelto di togliere dal proprio nome di rappresentanza partitica il termine “popolare” per sostituirlo con quello di “cristiana”, confondendo obbedienza di fede con sottomissione politica
ne discuteremo con vittorio possenti e giorgio rivolta, con giovanni turbanti e giulio sapelli, confidando di contribuire alla riflessione in atto, tra democratici cattolici e non, sulle scelte da compiere perchè libertà a giustizia non vengano mai meno
Certo la DC nel 1943 prese l’etichetta “cristiana” ma questo non significa che abbia rinunciato alla tradizione del popolarismo, e il fatto che il partito di Sturzo abbia evitato l’etichetta “cristiana” non toglie che il PPI fosse nella sostanza il partito dei cattolici. La DC ha avuto leader come De gasperi e Moro che certo non “confondevano obbedienza di fede con sottomissione politica”. Va benissimo studiare Balbo che è una figura storica e intellettuale interessante, ma non illudiamoci che l’esperienza dei “cattolici comunisti” possa contribuire alla riflessione in atto sulle scelte da compiere, come voleva Fadda.
27 Ottobre 2015 at 11:37
venerdi 27 novembre si terrà a roma presso l’istituto gramsci una giornata dedicata alla memoria di felice balbo, a cinquant’anni dalla sua scomparsa; egli fu l’animatore – con sebregondi, motta, mottura, fè d’ostiani, baroni e molti altri – del “movimento dei lavoratori cristiani”, che negli anni della fine della 2^guerra mondiale e la fase costituente la repubblica, fu un ambito di profonda riflessione per quella parte dei cattolici che, avendo scelto la via democratica, furono respinti dall’area comunista, ancora tutta egemonizzata dal primato ideologico, ma anche dalla parte cattolica, che aveva scelto di togliere dal proprio nome di rappresentanza partitica il termine “popolare” per sostituirlo con quello di “cristiana”, confondendo obbedienza di fede con sottomissione politica
ne discuteremo con vittorio possenti e giorgio rivolta, con giovanni turbanti e giulio sapelli, confidando di contribuire alla riflessione in atto, tra democratici cattolici e non, sulle scelte da compiere perchè libertà a giustizia non vengano mai meno
17 Settembre 2020 at 17:13
Certo la DC nel 1943 prese l’etichetta “cristiana” ma questo non significa che abbia rinunciato alla tradizione del popolarismo, e il fatto che il partito di Sturzo abbia evitato l’etichetta “cristiana” non toglie che il PPI fosse nella sostanza il partito dei cattolici. La DC ha avuto leader come De gasperi e Moro che certo non “confondevano obbedienza di fede con sottomissione politica”. Va benissimo studiare Balbo che è una figura storica e intellettuale interessante, ma non illudiamoci che l’esperienza dei “cattolici comunisti” possa contribuire alla riflessione in atto sulle scelte da compiere, come voleva Fadda.