6 Luglio 2017
by Giampiero Forcesi
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“IL PD DI RENZI? DI SINISTRA E DI GOVERNO”, DICE FASSINO

6 Luglio 2017

La valutazione del filosofo napoletano Biagio De Giovanni: “Insieme contro, il solito vizio della sinistra” (Mattino). Il parere di Umberto Ranieri, già leader del Pci-Pds: “Se la vera sfida del Pd è riprendere il dialogo per ricostruire l’Italia” (Mattino). Piero Fassino: “Le nostre riforme? Di sinistra e di governo” (intervista a repubblica). Paolo Mieli, “Le lotte fratricide a sinistra” (Corriere della sera). Emanuele Macaluso, “Odio, male incurabile dei progressisti. L’antirenzismo tout court non va lontano” (intervista al Messaggero). Mauro Calise, “Il modello Macron e il coraggio di Renzi” (Mattino). Giorgio Merlo, “Al centrosinistra serve riscoprire il metodo Moro del dialogo” (Il dubbio).  Michele Emiliano: “Invito Orlando e Dario: lavorino con me a una nuova idea di partito. Senza D’Alema si perde” (intervista al Corriere della Sera). Gianni Cuperlo, “Resto nel partito, ma il segretario si fermi, non è un imperatore” (intervista a Repubblica). Cesare Damiano, “Io preferisco l’ex sindaco al leader di Forza Italia” (intervista al Corriere). Luigi Frasca, “Orlando lancia il referendum contro Renzi” (Il Tempo). Massimo Villone, “Evitare vecchi errori per non vivacchiare all’ombra di Pd e M5S” (Manifesto).

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2 Luglio 2017
by Giampiero Forcesi
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IL SABATO DELLE DUE SINISTRE. LA SETTIMANA DEL DILEMMA SUI MIGRANTI

2 Luglio 2017

Federico Geremicca, “Il sabato infuocato della sinistra tra Renzi e Pisapia” (La Stampa). Luigi Zanda, “C’è ancora tempo per un accordo tra Matteo e Giuliano” (intervista a Repubblica). Piero Fassino, “Nessuna ostilità verso Pisapia, ma il nostro leader non si discute” (intervista al Corriere della sera). Ma Roberto Speranza: “Orlando? Deve scegliere: o sta con noi o con Renzi. No a un piede in due staffe” (intervista a Avvenire). Massimo Adinolfi, “La sola tattica non porta i voti” (Mattino). Il risultato è che “Pd e M5s perdono quota, il centrodestra in sorpasso, Prodi sul podio dei leader” (Ilvo Diamanti, Repubblica).  ALTRO: Romano Prodi, sul Messaggero, si occupa di banche: “Le banche venete e la tempesta che si poteva fermare prima”.  Un editoriale di Maurizio Molinari sui fondamenti di una politica seria nei confronti delle migrazioni:  “L’integrazione nell’interesse nazionale” (La Stampa). Una provocazione di Alessandro Orsini, sul Messaggero: “Migranti, l’Italia rischia di reagire come l’Ungheria”. Massimo Adinolfi, “Trappola umanitaria” (Mattino). Barbara Spinelli: “In Libia diritti umani ignorati. Mogherini per noi inadeguata” (Il Fatto). Marco Impagliazzo: “Sant’Egidio, strategia per i migranti: ‘Usare la direttiva Ue per gli sfollati’” (intervista al Corriere della Sera).

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30 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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LE DUE SINISTRE IN COMPETIZIONE

30 Giugno 2017

Marcello Sorgi ipotizza che l’accordo tra Lega e 5 stelle ci sia già: “L’adunata che benedice la rivolta” (La Stampa). Roberto D’Alimonte pensa qualcosa di simile: “Prove di un possibile governo con appoggio esterno del Carroccio” (intervista a La Stampa). Il ritorno in grande di Silvio Berlusconi che presenta il un nuovo “albero delle libertà”: “Sistema tedesco. Guiderò io la campagna elettorale” (intervista al Corriere della Sera). Mauro Favale su Repubblica racconta: “Pisapia sfida Renzi: prenderemo i voti di ha lasciato il Pd” e Stefano Bartezzaghi insiste: “Il ritorno in scena di Prodi”. Nel Pd si discute se va bene o no una coalizione con la sinistra: Emilia Patta, “Renzi-sinistre: dall’euro al fisco la coalizione che non c’è” (Sole 24 ore); Franco Monaco scrive una lettera al Foglio (titolo possibile: “Pd, solo o accompagnato?”) a favore della coalizione a sinistra e Claudio Cerasa risponde che il progetto del Pd è un altro. Su dove deve andare il Pd, senza rinnegare Renzi, scrivono: Graziano Delrio (“Basta formule, pensiamo ai contenuti”, intervista al Corriere); Piero Fassino (“Perché il Pd deve cambiare le sue priorità”, colloquio con il Foglio); Giorgio Tonini (“Pd, niente risse dopo la sconfitta”, Adige). A sinistra, sul Manifesto, una considerazione ragionevole: Aldo Garzia, “Effetto Corbyn, le due sinistre in competizione”.

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30 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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MIGRANTI, LA FERMEZZA INEVITABILE. MA CON CHI?

30 Giugno 2017

Tonia Mastrobuoni, “Migranti, il vertice Ue delude l’Italia” (Repubblica). Federico Fubini, “Ma niente cambierà senza l’assenso di Francia e Spagna” (Corriere della Sera). Fiorella Sarzanini, “La trattativa italiana su ricollocamenti e fondi per la Libia”, e prima: “Fermezza inevitabile” (Corriere della Sera). Il ministro Marco Minniti a Repubblica: “Il limite è raggiunto. L’Europa faccia sul serio”. Il direttore di Repubblica Mario Calabresi: “Come si salva la solidarietà”. Su La Stampa Stefano Stefanini: “E’ scaduto il tempo delle parole”. Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, è però critico verso la minaccia del governo di chiudere i porti alle navi che portano i migranti raccolti in mare: “Mai contro i deboli”; Luigi Manconi, “Sbarchi. L’Italia non ha un piano credibile per l’Europa” (Manifesto). Alessandro Dal Lago, “Chiudere i porti, una sparata post-elettorale, ma pericolosa” (Manifesto).  Mario Giro, “Non possiamo vietare gli approdi italiani” (intervista a Il fatto). Alessandro Campi,Perché vanno fermati in Libia” (Mattino). Gian Enrico Rusconi, su La Stampa, dice che è giusto chiamare in causa l’Europa ma l’Italia deve anche impegnarsi di più in una buona integrazione: “Accoglienza, un patto con i Comuni”. IN TEMA DI CITTADINANZA un articolo di Gianni Riotta su La Stampa (“Lo ius soli rafforzerà l’Italia”) uno di Maurizio Ambrosini su lavoce.info (“Italiani si diventa”) e uno di Daniele Archibugi sul Manifesto (“Chi ha paura della concessione di cittadinanza?”).

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30 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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IL PD E IL RIFIUTO DELLE COALIZIONI

30 Giugno 2017

Franco Monaco su Il Fatto chiede: “Pur di vincere, il Pd è disposto a perdersi?”.  Per Stefano Folli, su Repubblica, “Il gesto più utile che Renzi può fare” è dichiarare che non correrà per Palazzo Chigi. Maria Teresa Meli, sul Corriere: “Il sospetto di Renzi: non mi vogliono in piedi alle politiche”. Gianni Cuperlo a Repubblica: “Ora basta, con Renzi leader rischiamo una sconfitta storica”. Pierluigi Bersani:Ora i dem vadano dove li porta il cuore” (intervista al Corriere). Dario Franceschini: “Nati per unire non per dividere. Si è rotto qualcosa con il paese” e  Arturo Parisi: “Troppe liti nel partito. Si faccia la coalizione” (entrambi a Repubblica). Ma la richiesta di fare una coalizione a sinistra non è accolta nel Pd: Ettore Rosato, “Non chiudiamo a nessuno ma non si parli di coalizione” (al Corriere della sera); Stefano Ceccanti, “Coalizioni immaginarie” (Quotidiano nazionale), in cui fa riferimento al voto sull’accordo economico CETA tra Ue e Canada; Giuliano Ferrara, “Unire le sinistre, ovvero la morte del Pd” (Foglio); e sul Foglio giorni fa Francesco Cundari scriveva un articolo (“L’Ulivo come un dramma”) che molto è piaciuto a  Matteo Renzi (E-news del 27/6); e Claudio Cerasa scrive su “Il falso dramma della congiura nel Pd” (Foglio). Anche Enrico Morando guarda più alla convergenza con Berlusconi: “Forza Italia fra chi vuole l’Europa e chi i referendum” (intervista al Foglio). E Beppe Vacca dice al Mattino: “Criticatelo, ma il Pd di Renzi ha una vera identità europea

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27 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PER IL PD C’È UN “MODELLO PADOVA”?

27 Giugno 2017

Guido Crainz, su Repubblica, addebita a Renzi di non aver riflettuto sulla sconfitta al referendum (“Chi ha sottovalutato il no al referendum”). Stefano Folli, sempre su Repubblica, deplora che “Renzi punta più di prima su se stesso, l’unico di cui si fida”, e gli intima: “E ora dimenticare Palazzo Chigi”. Ancora su Repubblica Walter Veltroni dice: “Renzi deve cambiare passo. Ormai il mio Lingotto è lontano. Il Pd non ha più identità”, e Ilvo Diamanti analizza il voto (“C’era una volta la ‘zona rossa’”). In un’intervista al Corriere della sera Andrea Orlando dice: “I nostri stanno a casa o ci votano contro. Tavolo con le altre forze per la ricostruzione”. Epperò Matteo Renzi replica in un’intervista al Quotidiano nazionale che “A sinistra si perde”. Maria Teresa Meli conferma sul Corriere la linea di Renzi: “Il leader dice addio al modello Prodi”. Anche Massimo Adinolfi dubita dell’unità a sinistra: “Uniti si vince nei comuni ma non si governa” (Il Mattino). E persino Michele Serra, nella sua Amaca, è scettico e racconta quale è a suo avviso il vero “capolavoro politico” di queste elezioni. Anche il politologo più renziano, Mauro Calise, dubita che Renzi possa uscire dal cul du sac in cui è finito (“Se basta un tweet per cambiare un ciclo politico”, Mattino). Giuliano Ferrara sul Foglio ci scherza su: “Il Royal Baby a rischio Royal boh!”. Paolo Pombeni sembra dare qualche ragione a quanti, tra gli elettori, non vanno a votare convinti che in fondo i governi sono tutti uguali (“L’indebolimento dei Democratici come ‘partito di insediamento’”). E’ Giorgio Tonini, in un’intervista all’Avvenire, a provare invece a indicare la possibile direzione di marcia del Pd renziano, richiamandosi alla vittoria a Padova: “Il modello sia Padova. Matteo deve rilanciare. E non ceda a patti interni”. Sulla vittoria del centro-destra scrivono in molti, tra cui, su La Stampa, Giovanni Orsina (“Un’alleanza in cerca d’identità”) e Ugo Magri (“Centrodestra: vittoria con i voti M5S”). Alla domanda “E ora che succede?”, su La Stampa, provano a rispondere tre politologi: Alessandro Campi, Nadia Urbinati e Gianfranco Pasquino.

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26 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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IL QUASI NAUFRAGIO DEL PD

26 Giugno 2017

Berlusconi: sono tornato e si vede; sto già scrivendo il programma” (Francesco Verderami, Corriere della Sera). “Renzi: destinati a perdere se l’unico nostro schema è allearci con la sinistra” (Francesca Schianchi, La Stampa). Marco Imarisio, “La resa dei conti tra gli eredi del Pci: se continua così ci estinguiamo” (Corriere della Sera). Stefano Folli, “Una sinistra sorda mediti sugli errori” (Repubblica). Alessandro Campi, “Così il naufragio della sinistra spinge i moderati” (Messaggero). Marcello Sorgi, “Operazione a tenaglia sull’ex premier” (La Stampa). Ugo Magri,Il paradosso di Silvio. Vincitore a sorpresa, prigioniero di Salvini” (La Stampa). Gianni Cuperlo, “Una frattura con il nostro elettorato. Folle andare avanti così” (intervista a Repubblica). Claudio Cerasa, “Le elezioni si vincono non inseguendo gli sfascisti” (Foglio). LIGURIA: Andrea Castagnini, “Il nuovo modello genovese e il suicidio perfetto”, e Filippo Paganini, “La Spezia, il tramonto di un’epoca che pareva infinita” (Secolo XIX).

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25 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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I BALLOTTAGGI E OLTRE (…L’EUROPA)

25 Giugno 2017

Ballottaggi: chi rischia di più e dove” (Istituto Cattaneo). Stefano Folli, “Tre coalizioni in cerca di pace” (Repubblica). “La mediazione di Prodi: ‘Sono il confessore di un centrosinistra diviso e bloccato dai veti personali’” (Massimo Franco, Corriere della Sera). La replica: “Le parole di Prodi agitano Bersani e Pisapia. Con Renzi divisioni politiche non personali” (S. Brandolini, Corriere). Lina Palmerini, “La sfida tra Renzi e Pisapia che va oltre i ballottaggi” (Sole 24 ore). Marco Damilano, “Così fan Prodi” (Espresso). Eugenio Scalfari sembra credere ancora in una coalizione Pd-sinistra: “Basta giochi, è ora che la sinistra italiana faccia l’Europa” (Repubblica); ma Stefano Fassina mostra come la sinistra guardi altrove: “Eleggere l’eccellenza civica purtroppo non basta” (Manifesto). Chi, guardando all’Europa, punta, invece, a un futuro governo dei responsabili (Pd-Fi), è Sergio Fabbrini: “Come non sbagliare la politica in Europa” (Sole 24 ore). Sul vertice europeo appena concluso scrivono anche Romano Prodi (“Il vertice utile che spianerà la strada verso una soft brexit”, Messaggero), Angelo Panebianco (“Le cose da fare per dare un’anima all’Europa”, Corriere), Andrea Bonanni (“La nuova road map dell’Ue: così l’asse Berlino-parigi per i prossimi 10 anni”, Repubblica), Francesco Giavazzi (“Un amore più serio per l’Europa”, Corriere).

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23 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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BALLOTTAGGI. IUS SOLI. RIFORMISMO E NUOVA SINISTRA

23 Giugno 2017

Lina Palmerini,La sfida-ballottaggi: la mossa del Cavaliere e l’attesa di Renzi” (Sole 24 ore). Roberto Esposito, “Ius soli, i filosofi entrano in campo: ‘Chi studia da noi sia integrato’” (intervista al Mattino). Il testo della proposta di legge sulla cittadinanza. Sabino Cassese, “Cittadinanza, combinare i diritti con i doveri” (Corriere della Sera). Giorgio Tonini intervistato da Pierluigi Mele per Rainews dice: “Il Pd è nato per unire il centrosinistra. Ma l’unità del centrosinistra è un obiettivo totalmente altro rispetto ai due miti politici della Prima Repubblica: l’unità delle sinistre e l’unità politica dei cattolici. La definizione del Pd che preferisco è quella che ne diede Romano Prodi: il Pd è la «Casa comune dei riformisti» (…)Non possiamo invece riproporre agli elettori una unione senz’anima” (“Costruire nel Pd, attorno al Pd e anche oltre il Pd l’unità dei riformisti”). Giuliano Pisapia, intervistato da la Nazione: “Nessun listone unico con il Pd”.  Carlo Bertini, “Orlando critica la linea Renzi e va da Pisapia” (La Stampa).Tommaso Montanari, “Portare in Parlamento il mondo della sinistra e di chi non vota più” (Manifesto). Tommaso Montanari e Paolo Mieli,Nuova sinistra. Un faccia a faccia” (Il Fatto). Stefano Folli, “Il mosaico di Pisapia tra annessione e coalizione” (Repubblica). Piero Bevilacqua, “Il rischio di cui Pisapia non s’accorge” (Manifesto). Alberto Asor Rosa, “Sinistra. Per accendere la luce serve un programma” (Manifesto).

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19 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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LA TELA DI PRODI E IL NODO DELLA LEADERSHIP

19 Giugno 2017

“Né listone frontista delle sinistre, né listone PD che si illudesse di risolvere un nodo politico ricorrendo alla scorciatoia di mere cooptazioni nominali. Due opposte vie che, entrambe, sancirebbero la divisione, non l’unità”, così conclude un suo articolo sul blog dell’Huffington post Franco Monaco, che riprende le posizioni di Prodi (“Le prediche utili del Professore”). Goffredo De Marchis su Repubblica riferisce: “Prodi: basta divisioni, faccio il vinavil. Renzi e Letta tornino a parlarsi”. Mauro Calise,  sul Mattino, osserva che il lavoro di tessitura di Prodi si scontra con un limite: l’accettazione di Renzi come leader (“La tela di Prodi e il nodo della leadership”). Alessandro Di Matteo, su La Stampa, dà conto di un incontro a Roma dei gruppi della sinistra: “A sinistra fallisce la prova di unità. La platea anti-Renzi sfida Pisapia”. Per Massimo Cacciari, intervista dal Quotidiano nazionale, “L’Ulivo è fallito. Prodi non può incollare i cocci”. Paolo Mieli sul Corriere della Sera scrive un’ampia analisi: “Qualcosa non quadra a sinistra di Matteo Renzi”.  Sul Foglio Claudio Cerasa sembra dire che, se le cose stanno così: “Andare al voto senza alleati. Renzi e il Cav. firmino un patto riformista”. INVECE MACRON: Bernardo Valli su Repubblica appare ammirato de “Il monarca repubblicano”. Segolene Royal, intervistata dal Corriere, afferma: “Pochi alle urne? Non è contestazione, io ci leggo un segnale di fiducia nel centro”. Stefano Ceccanti offre un commento sul sistema politico-elettorale in Francia: “Macron: il sistema post 2002 funziona anche con un outsider” (italiaincammino.it).

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