23 Settembre 2020
by Giampiero Forcesi
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RIFLESSIONI POST-VOTO: PD-M5S, IL SENSO DI UN’ALLEANZA

23 Settembre 2020

Istituto Cattaneo,Analisi del voto”. Due calcoli diversi: Salvatore Vassallo, “La coalizione fra centrosinistra e m5s è maggioranza” (Domani); Alessandra Ghisleri,Cinque stelle e Pd a due punti dalle destre” (La Stampa). Paolo Pombeni, “Né spallata né stabilizzazione” (mente politica.it); Massimo Giannini, “La svolta che serve al Paese” (La Stampa); invece  Marcello Sorgi dice: “La grande bonaccia che Zingaretti non forzerà” (La Stampa). Romano Prodi, “Pd-M5s, non deludete l’Italia” (intervista all’Avvenire). Daniela Preziosi,Il senso del Pd per l’alleanza da cui non si torna più indietro” (Domani). Goffredo Bettini,Un patto politico con gli alleati che dia certezze per tutta la legislatura” (intervista al Corriere della sera). Gianni Cuperlo,Per vincere davvero il Pd deve decidere che fare con i 5stelle” (Domani).  Salvatore Cannavò, “L’alleanza Pd-M5s l’hanno fatta gli elettori” (Il Fatto).  Stefano Cappellini, “Pd, il tempo del coraggio” (Repubblica). POST REFERENDUM: Emilia Patta, “Legge elettorale a ostacoli” (Sole 24 ore); Marianna Rizzini, “Come far dialogare Sì e No per un parlamento efficiente” (Foglio); Gaetano Azzariti,La priorità delle riforme eliminare le liste bloccate” (intervista a La Stampa). Nando Pagnoncelli, “Analisi del fronte del no” (Corriere della sera). POST REFERENDUM: Cesare Mirabelli, “Uscire dalla spirale perversa del federalismo all’italiana” (Il Quotidiano).

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6 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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LA VALLE: “IL COMPITO DELLA POLITICA? SBLOCCARE LA CIVILTÀ”

6 Marzo 2017

Raniero La Valle analizza la fase che si è aperta dopo il referendum del 4 dicembre e allarga la sua riflessione alla crisi della politica e, più ancora, al compito che, a suo dire, essa dovrebbe assumersi nel  tempo che viviamo: “Il compito della politica? Sbloccare la civiltà”. Il testo, circolato in diversi ambiti, è qui tratto da Adista Documenti n. 8, del 25 febbraio.

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2 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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“MATTEO ESCA DALLA NEBBIA”

2 Marzo 2017

Su Il Regno n. 4 Gianfranco Brunelli valuta negativamente il Renzi del dopo referendum perché non ha saputo o voluto spiegare la sconfitta (“La sinistra che ha fallito”) e Paolo Segatti  prova a dire “Perché ha perso il Sì”. Il gesuita p. Francesco Occhetta interviene su Famiglia cristiana: “Pd, quel divorzio senza lacrime”. Sull’inchiesta che tocca il padre di Matteo Renzi  (Giovanni Bianconi,Così Russo e Tiziano Renzi si facevano promettere soldi”, Corriere della sera) scrivono Stefano Folli (“Matteo esca dalla nebbia”, Repubblica), Paolo Pombeni (“Fare subito chiarezza e garantire la trasparenza”, Sole 24 ore) e Marcello Sorgi (“Colpi bassi e manette in vista delle primarie”, La Stampa). Massimo Franco, più in generale, parla di “Un Pd illuso che la scissione risolvesse la sua crisi” (Corriere).

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13 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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Qualche riflessione ulteriore dopo il referendum

13 Febbraio 2017
di Sandro Antoniazzi

 

Quello che ho visto nel voto referendario dei cattolici democratici non è disaffezione alla Costituzione, a cui tutti credono sia chi ha votato SI sia chi ha votato NO, ma una grande  disaffezione nei confronti del PD. Non era il partito dove erano confluiti molti cattolici democratici per realizzare un’esperienza nuova? E come si fa ad affrontare i grandi problemi dell’ora senza un partito di riferimento?

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3 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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INVECE DI ANDARE A CASA IL PRIMA POSSIBILE…

3 Febbraio 2017

Leonardo Becchetti in un editoriale sull’Avvenire: “Invece di andare a casa il prima possibile (…) la nostra classe politica dovrebbe fare esattamente il contrario. Restare per tutto il tempo necessario e metterci la faccia in questo momento difficile per sudarsi e meritarsi la stima dei cittadini” (“La giusta fatica che serve all’Italia”). Tracce di ripensamento si notano ora in Matteo Renzi, come emerge dal colloquio con Massimo Franco sul Corriere della Sera: “Potrei non candidarmi a premier. Primarie poi il voto, oppure si va al 2018”. E Stefano Folli su Repubblica lo registra: “La lunga frenata sul voto anticipato”. Anche il renziano, ma schietto, Matteo Richetti dichiara a La Verità: “Renzi deve fermarsi, così porta il Paese a sbattere”. Avvertimenti vengono anche dal filosofo Sebastiano Maffettone sul Messaggero: “Il va dove ti porta il voto che snatura la politica”. Arturo Parisi, intervistato da Repubblica, critica la sinistra dem ma non è ben certo che Renzi abbia fatto davvero autocritica (“No a un’altra scissione. Una nuova alleanza nasce solo dal Pd unito”). Italia Oggi riporta il pensiero di Silvia Prodi: “Improponibile un nuovo Ulivo. No a elezioni e scissione”. Accorato appello di Livia Turco: “Quando il Pd attorno al tema della lotta alla povertà dedicherà un po’ di passione, un po’ di discussione, un po’ di tempo a girare tra le varie Caritas sarà un partito autorevole” (“Emergenza Pd”, Unità). Roberto Speranza, in un’intervista al Mattino, dice: “E’ l’ora della chiarezza. La via maestra resta il congresso”. Invece, sul Foglio, Claudio Cerasa incoraggia Renzi a… resistere (“La guerra dei settanta giorni”) e Mauro Calise dice all’Unità di avere ancora fiducia: “Pd è intero. Renzi resta leader”. Dario Franceschini fa la sua proposta: “Premio di coalizione e primarie per alleanza con centro e sinistra” (intervista a Repubblica).

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2 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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SE IL PROPORZIONALE PUÒ INDURRE AD ATTEGGIAMENTI MENO DIVISIVI

2 Febbraio 2017

Antonio Floridia, sul Manifesto, spiega come il sistema quasi proporzionale con cui probabilmente si voterà stimola i partiti  a cercare convergenze e a chiarire agli elettori con chi sono disposti a governare (“Aggiornate i calcoli. Il proporzionale cambia tutto”). “Rivincita contro rancore” così Stefano Folli su Repubblica interpreta l’animo che guida oggi l’azione politica di Matteo Renzi e quella di Massimo D’Alema, a vantaggio dei 5 Stelle (“Renzi e la prevalenza di Grillo”). In un’intervista al Corriere Enrico Mentana è tranchant: “Renzi bullo, e non fa più sognare”. Michele Emiliano: “Matteo non è più il nostro leader. Così il partito è morto” (intervista al Corriere della Sera). Anche il ministro Carlo Calenda dice: “Paese a rischio con le urne a giugno” (intervista al Corriere). E Giorgio Napolitano: “Il voto ora non è da paese civile” (Carmelo Lopapa, Repubblica). L’editoriale di Antonio Polito sul Corriere della Sera è ugualmente severo col pressapochismo della politica italiana di questi giorni: “Il rischio di una altro big bang”. Così pure Biagio De Giovanni sul Messaggero: “I partiti a pezzi nel paese che non cresce e perde identità”. Mauro Magatti su Avvenire chiama tutto il Paese a un “Tempo di svolta”. Un parere a favore dell’operato del passato governo Renzi viene dal deputato Pd Daniele Borioli che su Appunti Alessandrini scrive: “Renzi, il riformismo della cittadinanza”. In difesa di Renzi anche Dario Parrini sull’Unità: “Non si può stare dentro il Pd e lavorare a spaccarlo”. Mario Dogliani sul sito del Centro per la riforma dello Stato riflette sul dopo referendum: “Siamo sicuri che l’Italia abbia, oggi, una vera costituzione?”.

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29 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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ARTURO PARISI: UN DOVERE RIFARE IL CENTROSINISTRA, O ALMENO PROVARCI

29 Gennaio 2017

Emilia Patta,Il ritorno di Renzi: obiettivo 40%” (Sole 24 ore). Arturo Parisi, intervistato dal Mattino, invita Renzi a cercare alleanze a sinistra: “Un dovere rifare il centrosinistra. L’alternativa è governare con Berlusconi”. Roberto D’Alimonte fa i conti e dice: “La governabilità resta lontana” e, in un altro articolo sempre sul Sole 24 ore, analizza “Il rebus del premio di maggioranza”. Francesco Bei su La Stampa, dopo il discorso di D’Alema a Rimini, scrive: “La convivenza impossibile delle sinistre”. Marco Conti disegna un retroscena: “La trattativa sulle liste per spaccare la sinistra” (Messaggero). A sinistra-sinistra Salvatore Settis, su Il Fatto, scrive: “Ripartiamo dai cittadini del No, quella è la politica”. Claudio Cerasa è avvilito: “Tornata la democrazia parlamentare”. Giuseppe De Rita sul Corriere, a proposito dell’opzione degli italiani per l’uomo forte,  scrive: “La retorica dell’uomo forte e gli errori da non ripetere”. Romano Prodi interviene sul Messaggero in tema di sindacati: “Il cambiamento di rotta del sindacato che verrà”.

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23 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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Dopo il referendum costituzionale: nuovi scenari, nuove sfide

23 Gennaio 2017
di «Appunti di cultura e politica»

 

Pubblichiamo l’editoriale del prossimo numero, il primo del 2017, della rivista bimestrale promossa nel 1978 dalla Lega democratica e che  dal 2002 è curata da “Città dell’uomo”  

Ci siamo messi dietro le spalle il referendum costituzionale con le relative lacerazioni prodottesi su più fronti (comprese quelle nella variegata area cattolico-democratica). Intendiamoci: in parte, tali lacerazioni sono da ascrivere alla logica  duale dell’istituto referendario, che costringe a un «sì» o a un «no» secchi anche su materie complesse (come sappiamo, il referendum del 4 dicembre interessava una riforma che finiva con l’incidere su ben 47 articoli della nostra Costituzione!).

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13 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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L’ORIZZONTE DI GENTILONI

13 Gennaio 2017

Franco Monaco, pur dicendosi lontano dai 5 Stelle, ritiene che il Pd debba orientarsi a un dialogo con loro (“M5S, la sfida che il Pd non sa cogliere”, Il Fatto). Marco Travaglio, sul Fatto, intervista a tutto campo Gustavo Zagrebelsky, che commenta la fase politica post referendum: “Il governo Gentiloni, una presa in giro per 20 milioni di italiani”. Sul suo blog Stefano Ceccanti pone due critiche a Zagrebelsky; dello stesso Ceccanti un commento alla decisione della Consulta sul referendum sull’art. 18: “Il rischio sventato” (Qn); mentre Maurizio Landini, intervistato dal Corriere, dice “Avanti contro il jobs act”. Stefano Folli dà un giudizio più positivo sull’attuale governo: “L’orizzonte di Gentiloni”. Massimo Franco racconta di “Un Pd diviso tra voto e durata dell’esecutivo” (Corriere). Il direttore dell’Unità Sergio Staino, intervistato da Repubblica, reagisce alla chiusura dell’Unità: “Renzi ci mette la faccia. Ma stavolta è sparito. Questo non è un leader”. Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, intervistato dall’Avvenire sulle misure del governo per i profughi, dice: “Serve un’accoglienza equilibrata. I Cie? Sono ghetti da presidiare”.

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7 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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SULLA NATURA DEL PD, SUL RUOLO DEI CATTOLICI, SUL POST REFERENDUM

7 Gennaio 2017

L’Avvenire pubblica un articolo di Luca Diotallevi sul tema della debole rilevanza politica del cattolicesimo italiano; l’autore sollecita i diversi filoni del cattolicesimo politico – ma non nomina il cattolicesimo democratico – a giocare le proprie carte: “Cattolici rilevanti in politica seguendo Sturzo e de Gasperi”. Sull’Unità il ministro Claudio De Vincenti pubblica una riflessione sui quattro filoni politico-culturali che sono presenti nel Pd (con una identificazione un po’ troppo sommaria del filone cattolico-democratico): “Pd, i magnifici 4 (che devono diventare uno)”. Su mentepolitica.it Paolo Pombeni si sofferma su “L’enigma Grillo”. Sul Mulino online Enzo Cheli rivolge un appello: “Dopo il referendum, per un ritorno alla ragione”. Il Mattino di ieri ha pubblicato un articolo del giurista Giovanni Verde, che aveva votato No al referendum: “Dopo il No si rischia di tornare al passato”; e oggi Massimo Adinolfi ritorna sul tema: “I pentiti degli effetti del No”. Alessandro Campi sul Messaggero scrive: “M5S e Lega, il laboratorio di una strana alleanza”. Claudio Cerasa sul Foglio spiega perché Gentiloni è il punto di mediazione perfetto dei nemici di Renzi: “L’uomo sodo al comando”. Ma Francesco Verderami sul Corriere dice invece che “Il leader del Pd si riavvicina a ‘Paolo’”.

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