6 Gennaio 2017
by Vittorio Sammarco
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DOPO IL REFERENDUM. L’ULTIMO NUMERO DI “AGIRE POLITICAMENTE”

6 Gennaio 2017

Sull’ultimo numero di “Agire Politicamente” un articolo di Pier Giorgio Maiardi, “Povertà della politica  e risorse del cattolicesimo democratico” e uno di Candido De Martin, “Dopo il referendum:  prospettive di riforma e scelte politiche”.  Scrive P.G. Maiardi: “Anche a proposito del recente Referendum costituzionale occorre cogliere e valorizzare l’intenzione costruttiva che ciascuno ha inteso dare al proprio voto, qualunque esso sia stato. Qui si riscopre il senso ed il ruolo delle nostre associazioni e della esigenza di una loro rivitalizzazione: devono essere, o diventare, i luoghi dell’incontro, del dialogo, della crescita nella sensibilità sociale e politica, della formazione all’impegno politico”.

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5 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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Preoccupazioni sul dopo referendum

5 Gennaio 2017
di Mario Giuseppe Molli

 

A un mese circa dalla votazione sul referendum, sui diversi giornali si sono lette ampie disamine sul voto: raccontato in modo vario l’esito, con narrazioni le più diverse, spesso con una propaganda spudorata messa in campo dalle varie tendenze padronali delle singole testate, attorno ai motivi che hanno spinto il nostro popolo a posizionarsi sui uno dei due fronti relativi al referendum.

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4 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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DOPO LA SCONFITTA DI RENZI, COSA CAMBIARE?

4 Gennaio 2017

Michele Salvati dopo la sconfitta di Renzi invita a cambiare prospettiva e ad avere maggiore realismo: “Una coalizione riformista contro i populisti” (Corriere della Sera). Sempre sul Corriere Sabino Cassese, altro deluso dalla sconfitta al referendum, sostiene che ora bisogna dedicarsi a rafforzare la struttura esecutiva dello Stato: “Lo Stato inefficiente è l’imbuto dove tutto si ferma”; e Marco Imarisio conclude la sua inchiesta sul Pd: “La primavera tradita”. Franco Monaco, su Il Fatto, critica il governo Gentiloni: “Pd, continuità anche nelle sconfitte”. Ancora su Il Fatto Giorgio Maletti racconta “La quarta via di Bersani contro la crisi infinita”. Monica Guerzoni riferisce: “Proporzionale e larghe intese, ecco chi è già tentato dall’asse tra Pd, FI e centristi” (Corriere). Fabio Martini scrive su “Il crepuscolo della tv renziana” (La Stampa). Curiosa nota di David Allegranti sui collaboratori di Mattarella (“Chi sussurra al Colle”, Foglio). E una nota di Alessandro Di Matteo su la Stampa: “Renzi rilancia l’offensiva anche in dissenso dal Colle”.

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2 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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PIERO BASSO: RIFLESSIONE POST REFERENDUM

2 Gennaio 2017

Un caro amico, Giovanni Benzoni, ci segnala una sorta di newsletter che, da tempo, viene redatta periodicamente da Piero Basso, figlio del noto membro della Costituente e dirigente socialista Lelio Basso, come strumento di educazione politica e di elaborazione di idee. Piero Basso dirige l’associazione “Costituzione bene comune” e si è opposto alla riforma costituzionale bocciata dal referendum. La “Lettera 124”, del 31 dicembre scorso, è quasi interamente dedicata a una riflessione sui risultati del referendum e sul “che fare”, e contiene il riassunto di un dibattito di oltre quarant’anni fa tra Paolo Barile, Costantino Mortati, Lelio Basso e Aldo Bozzi, sulla rappresentatività e funzionalità del Parlamento. Ci sembra interessante segnalarla ai lettori di c3dem.

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28 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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ALLA RICERCA DI UN’IDENTITÀ DEL PD. GRILLO E LA POVERTÀ. JOBS ACT RIDISCUSSO

28 Dicembre 2016

Franco Monaco interviene sul post-referendum con una lettera ad Avvenire (“Per ricucire si deve educare alla coscienza costituzionale”) e sul progetto Pisapia con un articolo sul Manifesto (“Pisapia realista. L’idea fa i conti con il PdR che c’è”). Prosegue l’inchiesta di Marco Imarisio sul Pd: “Il partito cannibale” (Corriere della sera). Su La Stampa un’intervista a Roberto Speranza, “Basta col Pd amico dei potenti. Gentiloni può durare solo se affronta la questione sociale”, e una nota di Federico Geremicca rivolta agli antirenziani, “Alla ricerca di un’identità per il Pd”. Sull’Unità il pd calabrese Antonio Castorina scrive: “Il Pd e il rilancio al Sud”. Stoccata al Pd di Stefano Folli su Repubblica: “Vitalizi, un dono all’antipolitica”. Sul programma politico-culturale di Beppe Grillo intervista a Giuseppe De Rita su Repubblica: “Grillo? Loda i poveri chi povero non è. La nostra identità si fonda sulla crescita”. Sul tema scrive anche Michela Marzano su Repubblica: “L’elogio della povertà e della rassegnazione”. Sul lavoro e sui referendum contro il Jobs act scrivono Leonardo Becchetti (“La scure referendaria e la sfida dell’occupazione”, Avvenire), Oscar Giannino (“Il Pd assediato dai pentiti del riformismo”, Mattino), Tommaso Edoardo Frosini (“Ma sul Jobs act il referendum è inammissibile”, Foglio), Michele Tiraboschi (“Né conservare né rottamare, una sintesi oltre il Jobs act”, Avvenire), Claudio Cerasa (“La vendetta dei corpi intermedi”, Foglio), Roberto Ciccarelli (“Articolo 18 e voucher, i modi per neutralizzare i quesiti referendari”, Manifesto), Stefano Lepri (“Evitiamo le trappole del passato”, La Stampa).

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22 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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PERCHÉ C’È BISOGNO DELLE ELITE

22 Dicembre 2016

Giovanni Orsina, opportunamente, spiega (al M5S e non solo) “Perché la politica ha bisogno di una elite” (La Stampa). Anche Alberto Negri, sul Sole 24 Ore, scrive su “Le paure europee e la crisi delle elite”.  Romano Prodi sostiene che “Se Bruxelles non cambia direzione, addio ripresa” (Messaggero). Enzo Bianchi, su Avvenire, commenta la tragedia di Berlino: “La risposta al contagio”; e Timothy Garton Ash esalta “La resistenza della Germania”. Sul versante italiano, Roberto D’Alimonte esamina “Chi vincerebbe col Mattarellum” (la destra), mentre Salvatore Vassallo spiega “Perché il Mattarellum resta la soluzione migliore” (Unità). Andrea Manzella spiega a Renzi su Repubblica i suoi errori (“Le trappole del referendum”); Emilia Patta illustra “La strategia di Renzi per votare entro l’estate” (Sole 24 ore); e Giorgio Napolitano dice al Messaggero: “Col No ho perso anch’io, mi dedicherò agli studi”. Su sbilanciamoci.org Luigi Ferrajoli valuta l’esito del referendum e propone legge proporzionale e riforma dei partiti (“Referendum, due antidoti alla crisi della rappresentanza”). Ferdinando Giugliano, su Repubblica, parla della gaffe di Poletti: “Perché quelle parole ci hanno fatto male”. Filippo Taddei sull’Unità racconta “La vera storia dei voucher”.

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21 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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MATTARELLA E ANGELA MERKEL, DUE LEADER CONTRO IL POPULISMO

21 Dicembre 2016

ITALIA. Marzio Breda, sul Corriere della Sera: “Mattarella e la corsa al voto. No a una legge fatta in fretta”. Stefano Folli, “L’Europa e l’ombrello del Quirinale su Gentiloni” (Repubblica). Un’analisi del voto e del Pd da parte di Umberto Ranieri sull’Unità: “Riflessioni sul ko. Otto punti per risorgere”. MONDO. Dopo la tragedia di Berlino, “L’attacco populista contro ‘il vecchio ordine europeo’” (Michele Pignatelli, Sole 24 Ore); “E la destra populista si scatena” (Giovanni Maria Del Re, Avvenire); “Non lasciamo sola Angela Merkel” (Angelo Bolaffi, Repubblica); “Perché non serve la fortezza europea” (Lucio Caracciolo, Repubblica). Umberto De Giovannangeli, “Aleppo, il debito dell’Europa” (Unità).

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11 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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PER UN VERO PATRIOTTISMO COSTITUZIONALE POPOLARE

11 Dicembre 2016

“Renzi ha peccato di arroganza, i suoi critici di disprezzo” dice Fulvio De Giorgi in un bell’articolo sull’Avvenire e invita ora a ripartire dalla Costituzione (“Il patriottismo che serve all’Italia”). Romano Prodi, in un articolo sul Messaggero, rivolto non solo allo scenario italiano, parla dell’esigenza di recuperare un riformismo forte (“I riformisti ritrovino la bussola, e gli elettori”). A Renzi Eugenio Scalfari chiede indubbiamente troppo: “Per essere uno statista Renzi studi Garibaldi e Cavour” (Repubblica). Anche Michele Serra, difendendo il suo Sì, rimprovera a Renzi avventurismo e prosopopea (L’amaca). I giuristi di sinistra, sostenitori del No, puntano a proseguire l’iniziativa in nome della Costituzione: così Gaetano Azzariti sul Manifesto (“Attrezziamoci a una lunga marcia”). Il sondaggio di Nando Pagnoncelli: “I 5Stelle due punti sul Pd” (Corriere della Sera). Mauro Calise, sul Mattino, riflette sulle chances di Renzi (“Regole del gioco, un’intesa difficile”). L’analisi del voto di Ipsos.

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10 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL RUOLO DEI CATTOLICI PER RICUCIRE IL PAESE

10 Dicembre 2016

Alberto Melloni commenta su Repubblica qualche superficialità di troppo del governo Renzi nei rapporti con la Chiesa e indica come la chiesa di Francesco può incidere nella storia (“Il ruolo dei cattolici per ricucire il Paese”).  Franco Monaco sul Manifesto critica la bandiera alzata da Renzi del 40% (“L’ennesimo passo. Il divorzio dalla prospettiva ulivista”). Sulle riforme istituzionali e lo “stile” nel realizzarle si sofferma Mario Chiavario su Avvenire (“Ma non è tutto affare di governo”). Paolo Franchi sul Corriere invita Renzi a riflettere: “Perché è necessario riflettere su una protesta così ampia”. Sul Corriere un’intervista a Giorgio Tonini: “Nel Pd la leadership del segretario uscirà rafforzata”.  L’avvertimento di Claudio Cerasa a Renzi: “Se Renzi si dimette da Renzi” (Foglio). Roberto D’Alimonte, sul Sole: “Senza collegi e premio si torna al ’92: governo scelto dopo il voto”. Stefano Ceccanti: “Il pantano proporzionale” (Quotidiano nazionale). Tommaso Montanari replica a Michele Serra: “Non siamo la sinistra del no, no, no” (Repubblica) e Daniela Ranieri su Il Fatto liquida Pisapia: “Hanno spaccato l’Italia e adesso vogliono unirci con tal Pisapia”. Sulla questione banche Marcello Messori intervistato dall’Unità (“Oltre il bail in serve un accordo con l’Europa“) e un intervento di Giulio Sapelli (“Le colpe di Siena e l’eccesso di rigore europeo”) sul Gazzettino.

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10 Dicembre 2016
by Vittorio Sammarco
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PAOLO POMBENI: E ADESSO?

10 Dicembre 2016

“Che in democrazia il voto popolare debba sempre essere rispettato come determinante è una ovvietà. Ritenere che sia un metro infallibile per giudicare la bontà o meno di una causa è una sciocchezza smentita dalla storia: vox populi, vox Dei è un aforisma da cui guardarsi”. Così l’incipit dell’articolo di Paolo Pombeni sul suo portale mentepolitica.it. Pombeni rileva il vuoto di cultura politica presente nel Paese e il fatto che Renzi lo abbia largamente sottovalutato. Altri rimproveri riguardano la “sindrome di Napoleone” che ha contrassegnato il rapporto di Renzi con gli avversari, e la logica a cui Renzi ha ceduto, quella che Pombeni chiama “a populista, populista e mezzo”. Per il futuro, Pombeni parla della esigenza di “un rinascimento culturale in senso forte”, senza fare finta di niente e senza dar vita a nuovi scossoni (“E adesso?”). Su Repubblica di ieri Stefano Folli mette anch’egli in guardia Renzi da non ripartire lancia in resta… (“La tenaglia che stringe Matteo“).

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