10 Marzo 2014
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LEGGE ELETTORALE, SUD, RIFORME VIRTUOSE, TSIPRAS

10 Marzo 2014

Perplessità ma anche una qualche fiducia in Piero Alberto Capotosti: “Gli ostacoli sulla strada della legge elettorale” (Messaggero). Rosy Bindi, intervistata dal Corsera, tiene il punto sulle quote rosa: “Non so se voterò, e al Senato la legge va cambiata”. Intanto Romano Prodi racconta al Messaggero come sia evidente che va rimessa in sesto tutta la struttura pubblica perché è allo sfascio, specie al Sud (“Autonomia regionale non vuol dire diritto al caos”). E Mauro Calise sul Mattino dà ragione a Prodi e chiede a Renzi di far leva sul capitale morale e civile del Sud per una riscossa del Paese (“Meridione, un’occasione che non può essere persa”). Sul da farsi scrive Gianni Toniolo sul Sole 24Ore: “Le riforme virtuose”. Mauro Magatti suggerisce: “Donne e giovani al posto delle ideologie” (Corsera). Giuseppe De Rita si appella a rendere reale il primato della politica (“Il primato inesistente”, Corsera). Stefano Rodotà sceglie il voto per Tsipras e indica a Repubblica: “Una coalizione sociale per innovare la sinistra”. Ma Massimo Franchi sul Corsera replica: “Il vuoto nella sinistra italiana? La lista Tsipras non lo coprirà”. Eugenio Scalfari consiglia a Renzi di attenersi al programma di Enrico Letta (“Caro Matteo, chi fa da sé non fa per tre”). Enrico Morando, vice-ministro al Tesoro, spiega il progetto Renzi per il fisco: “Saranno 30 miliardi in tre anni, ma solo se cala l’Irap si crea lavoro” (intervista al Messaggero).

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3 Febbraio 2014
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DA ROMANO PRODI ALLA LISTA TSIPRAS

3 Febbraio 2014

Intervista di R. Prodi al Corriere della Sera: “La scossa di Prodi al premier: non abbia paura, ora tenti una sortita”. Il commento di Mauro Calise, sul Mattino, alla “bella intervista” di Prodi: “Quelle mediazioni che frenano il Paese”. Intervista di Matteo Renzi a Repubblica: “Renzi: batteremo la nuova destra”. Piero Capotosti sulla legge elettorale: “Italicum, passi avanti e rischio ammucchiate” (Messaggero); Roberto d’Alimonte, “Più poteri al premier? Li avremo” (Sole 24Ore). Alessandro Barbano si sofferma su “Le affinità distruttive del populismo all’italiana” (Mattino). Maurizio Franzini, “Guerra alle disuguaglianze” (Unità). Gianfranco Viesti, “La macroregione può rilanciare il Mezzogiorno” (Mattino). B. Spinelli, A. Camilleri e altri, “Lista Tsipras, il lavoro da fare” (Manifesto).

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5 Ottobre 2013
by Vittorio Sammarco
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DOPO LA SCONFITTA DI BERLUSCONI (Damilano, Bindi, Tonini, Rodotà, La Valle, Macaluso, Gualmini, Cuperlo…)

5 Ottobre 2013

Per ora poche ricadute politiche dopo la svolta del centro destra, nota Stefano Folli (“Contraccolpi sterilizzati”, Sole 24 Ore). “Dopo la sfiducia, all’Italia servono scelte radicali” (Lucrezia Reichlin, Unità). “Un quadrilatero di nome Dc” (Marco Damilano, Espresso). “Come uscire dal berlusconismo” (Em. Macaluso, Unità). “Larghe intese: dai vizi alle virtù” (Elisabetta Gualmini, La Stampa). “Si deciderà nel segreto dell’urna” (intervista a P. A. Capotosti, Corsera). “Prodi: senza etica nessuna svolta” (A. Comaschi, Unità). “Bindi: non credo che arriveremo a veder nascere l’Alfetta” (intervista a Rosy Bindi, La Stampa); “Tonini: La Dc non rinasce con Alfano” (intervista a Giorgio Tonini, Italia Oggi). “La fine del leader carismatico” (M. Sorgi, La Stampa). “L’agenda politica che serve al Paese” (Stefano Rodotà, Repubblica). “Il grande centro” (Raniero La Valle, Koinonia).“Ora il cantiere dell’alternativa” (intervista a Gianni Cuperlo, Unità). Adista pubblica un articolo di Giorgio Morlin, parroco veneto: “Il mondo cattolico italiano nel ventennio berlusconiano”. Su Prodi, D’Alema spiega…; su Letta e Andreatta, Prodi dice

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28 Settembre 2013
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VIGILIA DELLA CRISI. NE PARLANO CAPOTOSTI, GALLI, FOLLI, PASSIGLI, DELLAI, CICCHITTO

28 Settembre 2013

Urne inevitabili solo se lasciano pure i 5 Stelle”; intervista di Piero Alberto Capotosti al Corsera del 28. “Ignorati gli interessi del Paese”, Piero Alberto Capotosti sul Gazzettino.  “Un Aventino contro il Paese”, Carlo Galli sull’Unità. “La candela si esaurisce”, Stefano Folli, Sole 24 Ore. “La minaccia del Pdl alla Costituzione”, Stefano Passigli sull’Unità. “Alleati del Pd in caso di elezioni”, intervista a Lorenzo Dellai sull’Unità. “Dimissioni, gesto interlocutorio. Uno sbocco c’è”, intervista a Fabrizio Cicchitto sul Corsera.

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24 Settembre 2013
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NOTE POLITICHE (22-23 settembre)

24 Settembre 2013

Per promemoria: l’intervista del direttore del Corriere della Sera al ministro Saccomanni (“Saccomanni pronto a lasciare”) e la riflessione domenicale di Scalfari su Repubblica (“Napolitano, Letta, Draghi: lo scudo Italia-Europa“). Il rimprovero di Paolo Pombeni a Stefano Rodotà: “Br comprensibili: Rodotà sulla scia dei cattivi maestri” (Messaggero). Due interviste a E. Morando e a G. Vacca sul Pd pubblicate dal Messaggero : “Morando: non ci sono più blocchi sociali” e “Vacca: superato il partito operaio; ora ciò che conta è saper governare”. Critica al Pd di Michele Salvati in un’intervista al Mattino: “Salvati: non c’è confronto sulla linea politica”. Un’analisi invece ottimistica di Elisabetta Gualmini sul dibattito nel Pd: “La guerra di successione che cambia il Pd” (La Stampa). Ampia disamina delle difficoltà del governo di Piero Alberto Capotosti sul Messaggero: “Larghe intese in crisi. Il governo cambia pelle”. Sulla vittoria della Merkel  e il futuro: “Plebiscito Merkel, ma occhio ai ‘grillini’”, di G. E. Rusconi su La Stampa; “All’Italia non farà sconti sugli impegni presi”, intervista di F. Fubini a L. Bini Smaghi; e “La linea del rigore non cambierà”, intervista a P. C. Padoan su Il Giorno.

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27 Agosto 2013
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SARDO, ROSATI E CASTAGNETTI SUL FUTURO DEL PD. POI LA “QUERELLE” SU BERLUSCONI

27 Agosto 2013

Come e dove rifondare una speranza che orienti la politica e mobiliti le persone? Se l’era chiesto Claudio Sardo sull’Unità del 26 (“E’ necessario ribellarsi alla dittatura del presente”). Riprende il tema e prova a rispondere Domenico Rosati: “La dittatura del presente impone scelte coraggiose”. Pierluigi Castagnetti riprende invece un suo precedente articolo sui limiti del Pd, criticato da Stefano Fassina, e, con ampiezza d’analisi, cerca di rispondere al perché il Pd viene percepito come vecchio (“Perché al Pd è mancata una Bad Godesberg”, Europa). Sull’Unità è Gianni Cuperlo a interrogarsi sul congresso Pd: “Cambiare restando noi stessi” (si tratta di parte di un suo documento per il congresso). In un’intervista a Repubblica Gustavo Zagrebelsky spiega perché le richieste di Berlusconi vanno (e andavano) respinte con più forza (“Nessun compromesso”). Nella stessa direzione va il costituzionalista Alessandro Pace, sempre su Repubblica (“Il giudizio di indegnità”). Ma il Messaggero riferisce che “Si allarga il fronte dei giuristi per il ricorso alla Consulta”; e P. A. Capotosti (“Le funzioni della Giunta”) replica a Scalfari che lo aveva criticato, e che a sua volta risponde (“Ma il Parlamento non è terzo”). Mario Monti spiega al Foglio la sua visione della pacificazione e suggerisce la grazia: “Adesso superare odio e disprezzo”. Ancora sul Foglio Umberto Ranieri, deputato anomalo del Pd, si spende per evitare lo scontro: “Giustizialisti sotto traccia. Come il Pd è riuscito a diventare vulnerabile sulla storia della decadenza del Cav.”. Sulla Stampa Luca Ricolfi scrive a Letta e chiede che faccia scelte più radicali (“Non basta la paura”).

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23 Agosto 2013
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23 AGOSTO

23 Agosto 2013

Resisto. Non possono eliminarmi” (intervista di Luigi Amicone a Silvio Berlusconi su Il Giornale). “Inutile il ricorso alla Consulta” dice Ugo De Siervo su La Stampa; ma Piero Alberto Capotosti sul Messaggero dice invece: “Rivolgersi alla Consulta è saggio, non anomalo”. E ancora De Siervo, intervistato da Repubblica, dice: “Per la clemenza bisogna ammettere la colpa”. Per “Mons. Mogavero, l’ex premier può soltanto rispettare la sentenza” (Messaggero). Quanto al Pd, Paolo Franchi sul Corsera si aspetta che sappia tenere il punto ma riconoscendo l’obiettivo grande problema politico che la condanna di Berlusconi ha aperto (“Quello stretto sentiero del Pd”). Dice Gianni Cuperlo intervistato da Repubblica: “In questa partita ci giochiamo l’anima”. E aggiunge il ministro Graziano Delrio intervistato dall’Unità: “Non siamo la causa dei suoi guai, non possiamo esserne la soluzione”. Goffredo Bettini, di nuovo, dice: “Cambiamo la legge elettorale e andiamo subito al voto” (Unità). Intanto Nadia Urbinati lascia la Commissione dei Saggi: “Quagliariello non è super partes. Addio Commissione” (Repubblica). Sul Manifesto “Il punto fermo” di Alberto Asor Rosa.

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19 Agosto 2013
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19 AGOSTO

19 Agosto 2013

Un’analisi interessante dello storico Giorgio Orsina, autore di una recente storia del berlusconismo (ed. Marsilio), si conclude con la proposta di una iniziativa politica coraggiosa da ambo le parti: “Un compromesso per mettere fine alla guerra civile” (La Stampa). Per Napolitano al Meeting  vedi Marzio Breda: “L’Europa è malata di mancato sviluppo economico e sociale” (Corsera). Per Enrico  Letta vedi Federico Geremicca,Strategia di sopravvivenza” (La Stampa”). Quanto al Meeting, il Secolo XIX intervista Roberto Formigoni: “Formigoni: elettori cattolici diffidate della propaganda”. Sul tema della ripresa Giovanni Sabbatucci sul Messaggero ammonisce: “Se i falchi mettono il freno alla ripresa”. Sull’applicazione della legge Severino a Berlusconi intervista a P. A. Capotosti: “Capotosti: riflettere sulla decadenza. È una legge nuova” (intervista sul Corsera), “Sulla decadenza i giuristi si dividono” (Corsera, che interpella Onida, Armaroli e Guzzetta), “La Giustizia e l’autogol della politica sull’immunità” (M. Ainis, sul Corsera). Sui più ampi temi di riforma costituzionale Stefano Ceccanti su Europaquotidiano.it pubblica un estratto di una conferenza del costituzionalista francese Maurice Duverger del 1989 e un suo commento (“Italia, democrazia incompiuta”). Sempre aperto il dibattito nel Pd: “Violante: l’accordo è possibile, il Pdl non mandi tutto all’aria” (intervista su La Stampa); un documento di Francesco Boccia è presentato su Repubblica: “Pd conservatore. Via questi dirigenti”; Stefano Fassina replica sul Messaggero: “Fassina: meglio che Silvio e i suoi si calmino”; sul Secolo XIX intervista ad Andrea Orlando, ministro pd dell’Ambiente: “Voteremo la decadenza, ma basta con l’ossessione dell’antiberlusconismo”. Carlo Galli, sull’Unità, suggerisce che si approfitti di questo anomalo governo per riformare i partiti: “L’ultima occasione per una riforma dei partiti”.

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2 Agosto 2013
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VOCI DELLA POLITICA

2 Agosto 2013

Franco Monaco sull’Unità dell’1 agosto replica a Dario Franceschini : “Primarie, leader e premier sono una cosa sola”. Antonio Funiciello su Europa dell’1 agosto: “Chi tocca le primarie, tocca l’essenza del partito”. Michele Nicoletti, in una lettera a Repubblica del 31 luglio, parla di riforma della legge elettorale: “Ecco la nostra fiocina contro il porcellum”.  Stefano Ceccanti scrive che nel modificare il porcellum si può addirittura fare peggio (“Legge elettorale: mai è neutra”, Italia Oggi). Rosy Bindi, in un ampio intervento sull’Unità del 2 agosto (“Costituzione, non dividiamoci”), spiega perché non vede uno scandalo nella modifica dell’art. 138 della Costituzione. Sul tema del percorso di riforma della Costituzione interventi di Valerio Onida, critico anche lui della drammatizzazione in atto sulla riforma dell’art. 138 (“Riforma del 138. Ma quale attentato alla Costituzione”, intervista all’Unità del 30 luglio), di Piero Alberto Capotosti, di nuovo intervista all’Unità (“Facciamo come in Germania. Sì al governo del Cancelliere”), di Andrea Manzella (“Le garanzie della Costituzione”, Repubblica 1 agosto), di Giuseppe De Rita (“E se lasciassimo in pace le Province?”, Corriere della Sera). E poi: Umberto Ranieri sul Pd: “Il cupio dissolvi del Pd” (Il Foglio, 1 agosto), Stefano Rodotà, “Inegalité. Così le differenze sociali mettono a rischio la democrazia” e Alain Touraine, “Se i diritti sono diversi” (Repubblica, 1 agosto).

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2 Agosto 2013
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DOPO LA CONDANNA DI BERLUSCONI. IL GOVERNO CADRA’? PER COLPA (O PER MERITO) DI CHI?

2 Agosto 2013

Dopo la sentenza della Cassazione che ha condannato Berlusconi, il presidente Giorgio Napolitano ha emesso un comunicato in cui richiama i partiti al rispetto della sentenza e all’impegno a sviluppare ora un clima favorevole alle riforme istituzionali, tra cui quella della giustizia. L’editoriale di Ezio Mauro su Repubblica (“Le conseguenze della verità”) va in direzione opposta: “Non è la destra – scrive – che deve decidere se può restare al governo dopo questa sentenza. E’ la sinistra. Perché la pronuncia della Cassazione non è politica: ma il quadro che rivela è politicamente devastante. Per questo chi pensa di ignorarlo per sopravvivere avrà una vita breve, e senz’anima”. Antonio Polito, nell’editoriale del Corriere (“Siate seri, tutti”), è invece d’accordo con la linea di Napolitano e scrive che chi propone che sia il Pd ad aprire la crisi “avrebbe il dovere di spiegare a chi e a che cosa servirebbe una crisi di governo”. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, parla di “lucido realismo” di Napolitano (“Prima l’Italia”). Per Stefano Folli, sul Sole 24Ore, il videomessaggio di Berlusconi dimostra che il leader Pdl vuole evitare le avventure, ma il rischio maggiore è che sia il Pd a soccombere sotto il peso delle sue contraddizioni e a rinunciare alle larghe intese (“Il sasso che rotola  a valle”). Giudizio simile nel commento di Marcello Sorgi su La Stampa (“La sua stagione ora si è chiusa”). L’editoriale di Claudio Sardo, direttore dell’Unità (“La fine di un’epoca”), resta in mezzo al guado, ma definisce “avventurista” chi “nel Pd pensa di utilizzare strumentalmente la sentenza per destabilizzare Letta”. Per Piero Alberto Capotosti è stato un errore la forte drammatizzazione della vicenda Mediaset e della relativa sentenza della cassazione, perché si è visto il pericolo che tanto la magistratura quanto la politica perdano la propria autonomia; egli propone di reintrodurre la prerogativa parlamentare dell’autorizzazione a procedere,  che era nella Costituzione e che fu abrogata nel 1993 (“Politica-giudici, doppia sconfitta”, Il Messaggero).

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