SARDO, ROSATI E CASTAGNETTI SUL FUTURO DEL PD. POI LA “QUERELLE” SU BERLUSCONI

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Come e dove rifondare una speranza che orienti la politica e mobiliti le persone? Se l’era chiesto Claudio Sardo sull’Unità del 26 (“E’ necessario ribellarsi alla dittatura del presente”). Riprende il tema e prova a rispondere Domenico Rosati: “La dittatura del presente impone scelte coraggiose”. Pierluigi Castagnetti riprende invece un suo precedente articolo sui limiti del Pd, criticato da Stefano Fassina, e, con ampiezza d’analisi, cerca di rispondere al perché il Pd viene percepito come vecchio (“Perché al Pd è mancata una Bad Godesberg”, Europa). Sull’Unità è Gianni Cuperlo a interrogarsi sul congresso Pd: “Cambiare restando noi stessi” (si tratta di parte di un suo documento per il congresso). In un’intervista a Repubblica Gustavo Zagrebelsky spiega perché le richieste di Berlusconi vanno (e andavano) respinte con più forza (“Nessun compromesso”). Nella stessa direzione va il costituzionalista Alessandro Pace, sempre su Repubblica (“Il giudizio di indegnità”). Ma il Messaggero rIferisce che “Si allarga il fronte dei giuristi per il ricorso alla Consulta”; e P. A. Capotosti (“Le funzioni della Giunta”) replica a Scalfari che lo aveva criticato, e che a sua volta risponde (“Ma il Parlamento non è terzo”). Mario Monti spiega al Foglio la sua visione della pacificazione e suggerisce la grazia: “Adesso superare odio e disprezzo”. Ancora sul Foglio Umberto Ranieri, deputato anomalo del Pd, si spende per evitare lo scontro: “Giustizialisti sotto traccia. Come il Pd è riuscito a diventare vulnerabile sulla storia della decadenza del Cav.”. Sulla Stampa Luca Ricolfi scrive a Letta e chiede che faccia scelte più radicali (“Non basta la paura”).

 

 

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