8 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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MATTARELLA, CHIAVARIO, SCARAFFIA, FERRERA…

8 Febbraio 2017

Lucetta Scaraffia sull’Osservatore Romano fa un interessante annotazione sull’atteggiamento dei cattolici, o meglio di papa Francesco, di fronte a temi cruciali del nostro tempo (“Al di sopra della politica”). Marzio Breda, annota un discorso del presidente: “Mattarella ai magistrati: ‘Non smarrite il senso del limite’” (Corriere della Sera). Mario Chiavario, su Avvenire, sostiene che è tempo di concedere “Libertà di opinione ai giudici costituzionali”. Marcello Sorgi su La Stampa lamenta: “Il centrosinistra e quell’eterna propensione autolesionista”. Emilia Patta, sul Sole 24 ore, offre due note politiche sintetiche e utili: “Renzi apre a elezioni nel 2018” e “Elezioni, Renzi considera anche l’opzione settembre”. Massimo Franco sul Corriere della Sera interviene sul rapporto Gentiloni-Renzi: “Il paradosso di un governo sostenuto dalle minoranze”. Giovanni Sabbatucci su La Stampa avverte: “Proporzionale, un ritorno con molti rischi”. Interessante riflessione di Elisabetta Grande, docente a Torino di Diritto comparato: “Difendere i diritti aiuta a combattere la disuguaglianza” (La Stampa).  Il colloquio rubato da Federico Capurso all’assessore all’urbanistica di Roma, Paolo Berdini: “La sindaca è impreparata, dall’inizio si è circondata di una corte dei miracoli” (La Stampa). Una nota confortante di Maurizio Ferrera sul Corsera: “C’è ancora voglia d’Europa”.

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6 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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LA FRANCIA VERSO LE ELEZIONI. LE PEN, MACRON, HAMON…

6 Febbraio 2017

Anais Ginori, “Le Pen, la sfida: Io come Trump” (Repubblica). Gian Enrico Rusconi, “Parigi resisterà al raid populista” (intervista al Mattino). Bernardo Valli, “Perché non trema soltanto Parigi” (Repubblica). Dominique Moisi, “Macron è il favorito, ma Marine può segnare il trionfo dei populismi” (intervista al Corriere della sera). Mauro Calise, “Macron, il Renzi d’Oltralpe con altre regole” (Mattino). Leonardo Martinelli, “Macron aprirà la Francia al mondo” (La Stampa). Emmanuel Macron, “L’Europa prenda in mano il proprio destino” (Sole 24 ore). Mauro Zanon, “La coalizione Macron”. Stefano Montefiori, “Il comizio d’amore di Macron a Lione” (Corriere della Sera). Anais Ginori, “La gauche sceglie l’utopia di Hamon” (Repubblica). Cesare Martinetti,Se avanza il movimento anti-global” (La Stampa). Marcelle Padovani, “Francia, la sinistra e la voglia di allontanarsi dal pragmatismo” (Unità). Bernard Guetta, “Il sogno di cambiare il mondo, un vento che soffia anche in Italia” (intervista a La Stampa). Alain Touraine, “Francia, il suicidio dei socialisti” (Il Giorno).

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6 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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DOPO TRUMP L’EUROPA SI MUOVE

6 Febbraio 2017

Enrico Letta, “Giusta la mossa di Berlino. Via le zavorre” (intervista al Corriere della Sera). Andrea Bonanni, “Così l’Europa cambia” (Repubblica). Sergio Fabbrini, “Un’Europa differenziata, non quella dei club” (Sole 24 ore). Ferruccio De Bortoli, “Le rimozioni pericolose sull’Europa” (Corriere della sera). Eugenio Scalfari, “L’Europa sta sotto i piedi di Angela e nel cuore di Draghi” (Repubblica). Jacques Attali, “Fuori dall’euro Italia al disastro” (intervista al Mattino). Andrea Enria (presid. Autorità bancaria europea), “L’Europa salvaguardi i risparmiatori” (intervista al Corriere). Quanto allo scenario più ampio, Romano Prodi propone: “Riammettere la Russia al G8: un’opportunità per l’Europa” (Messaggero). Della stessa idea è Mario Del Pero, sempre sul Messaggero: “Perché al G8 deve tornare anche Putin”.

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6 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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PATTO ITALIA-LIBIA. COSÌ IL DIRITTO D’ASILO SCOMPARE

6 Febbraio 2017

Beda Romano: “Ue a fianco dell’Italia sull’intesa con la Libia” (Sole 24 ore). Paolo Gentiloni, nel colloquio telefonico con Trump, parla dell’accordo con la Libia e dice che è fatto “nel rispetto dei diritti umani e del diritto d’asilo” (Paolo Mastrolilli, “Gentiloni-Trump, patto per la Libia“, la Stampa). Ma i dissensi sono tanti: Luigi Manconi, “Il diritto d’asilo è scomparso” (Manifesto); Emma Bonino,L’Ue si scandalizza per il bando Usa, ma con i migranti fa la stessa cosa” (intervista a La Stampa);  Christopher Hein, “Buoni propositi e ipocrisia. In Libia migranti a rischio” (intervista a Avvenire); Carlotta Sami (Unchr), “Siamo contrari. Con l’accordo diritti a rischio” (intervista a Repubblica); Daniela Fassini, “Caritas: ‘Non accettiamo questa politica dello scaricabarile” (Avvenire); Stephane Jacquemet (Acnur): “Siamo delusi: rifugiati senza protezione in un paese in guerra” (intervista a Avvenire). Giudizio meno critico quello del responsabile Onu per la Libia, Martin Kobler: “Accordo a 3 per salvare la Libia” (intervista al Mattino). Ma Lucio Caracciolo dice: “Libia, il patto con il paese che non esiste” (Repubblica). Invece Marco Ventura sul Messaggero: “E’ un accordo che può funzionare”.

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5 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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L’EUROPA TRA CRISI INTERNA E AVVENTO DI DONALD TRUMP

5 Febbraio 2017

Paolo Rumiz, il 2 febbraio, ha firmato su Repubblica un editoriale in cui paragona l’Europa di oggi a quella di cento anni fa: “I fantasmi del 1917”. Per cercare una risposta alla crisi “Merkel evoca un’Europa a più velocità” (F. Fubini e D. Taino, Corriere della sera). Le dà ragione il politologo Yves Meny, intervistato dalla Nazione: “Paesi troppo diversi. Solo divisi si esce dal tunnel”. Mario Draghi ha di nuovo dato una lezione all’Europa in un discorso a Lubiana di cui scrive Claudio Cerasa sul Foglio: “L’Europa può sconfiggere il trumpismo con l’apertura. Il manifesto di Lubiana. Ovvero ragioni per iscriversi al PD: il Partito di Draghi”. Stefano Ceccanti in un intervento ad un seminario presso La Civilità Cattolica analizza “Le radici dell’Europa e la minaccia dei populismi”. Sergio Belardinelli sul Foglio s’interroga: “Se muore l’uomo europeo”. Remo Bodei al Mattino: “Clima da anni Trenta. L’Europa è paralizzata”. Enrico Letta all’Avvenire: “Noi europei contro i sovranisti”.  Michael Ignatieff a Repubblica: “L’Europa fermi l’onda dei populismi”. Adriana Cerretelli sul Sole: “La ridotta dell’Europa”.

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3 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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INVECE DI ANDARE A CASA IL PRIMA POSSIBILE…

3 Febbraio 2017

Leonardo Becchetti in un editoriale sull’Avvenire: “Invece di andare a casa il prima possibile (…) la nostra classe politica dovrebbe fare esattamente il contrario. Restare per tutto il tempo necessario e metterci la faccia in questo momento difficile per sudarsi e meritarsi la stima dei cittadini” (“La giusta fatica che serve all’Italia”). Tracce di ripensamento si notano ora in Matteo Renzi, come emerge dal colloquio con Massimo Franco sul Corriere della Sera: “Potrei non candidarmi a premier. Primarie poi il voto, oppure si va al 2018”. E Stefano Folli su Repubblica lo registra: “La lunga frenata sul voto anticipato”. Anche il renziano, ma schietto, Matteo Richetti dichiara a La Verità: “Renzi deve fermarsi, così porta il Paese a sbattere”. Avvertimenti vengono anche dal filosofo Sebastiano Maffettone sul Messaggero: “Il va dove ti porta il voto che snatura la politica”. Arturo Parisi, intervistato da Repubblica, critica la sinistra dem ma non è ben certo che Renzi abbia fatto davvero autocritica (“No a un’altra scissione. Una nuova alleanza nasce solo dal Pd unito”). Italia Oggi riporta il pensiero di Silvia Prodi: “Improponibile un nuovo Ulivo. No a elezioni e scissione”. Accorato appello di Livia Turco: “Quando il Pd attorno al tema della lotta alla povertà dedicherà un po’ di passione, un po’ di discussione, un po’ di tempo a girare tra le varie Caritas sarà un partito autorevole” (“Emergenza Pd”, Unità). Roberto Speranza, in un’intervista al Mattino, dice: “E’ l’ora della chiarezza. La via maestra resta il congresso”. Invece, sul Foglio, Claudio Cerasa incoraggia Renzi a… resistere (“La guerra dei settanta giorni”) e Mauro Calise dice all’Unità di avere ancora fiducia: “Pd è intero. Renzi resta leader”. Dario Franceschini fa la sua proposta: “Premio di coalizione e primarie per alleanza con centro e sinistra” (intervista a Repubblica).

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2 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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SE IL PROPORZIONALE PUÒ INDURRE AD ATTEGGIAMENTI MENO DIVISIVI

2 Febbraio 2017

Antonio Floridia, sul Manifesto, spiega come il sistema quasi proporzionale con cui probabilmente si voterà stimola i partiti  a cercare convergenze e a chiarire agli elettori con chi sono disposti a governare (“Aggiornate i calcoli. Il proporzionale cambia tutto”). “Rivincita contro rancore” così Stefano Folli su Repubblica interpreta l’animo che guida oggi l’azione politica di Matteo Renzi e quella di Massimo D’Alema, a vantaggio dei 5 Stelle (“Renzi e la prevalenza di Grillo”). In un’intervista al Corriere Enrico Mentana è tranchant: “Renzi bullo, e non fa più sognare”. Michele Emiliano: “Matteo non è più il nostro leader. Così il partito è morto” (intervista al Corriere della Sera). Anche il ministro Carlo Calenda dice: “Paese a rischio con le urne a giugno” (intervista al Corriere). E Giorgio Napolitano: “Il voto ora non è da paese civile” (Carmelo Lopapa, Repubblica). L’editoriale di Antonio Polito sul Corriere della Sera è ugualmente severo col pressapochismo della politica italiana di questi giorni: “Il rischio di una altro big bang”. Così pure Biagio De Giovanni sul Messaggero: “I partiti a pezzi nel paese che non cresce e perde identità”. Mauro Magatti su Avvenire chiama tutto il Paese a un “Tempo di svolta”. Un parere a favore dell’operato del passato governo Renzi viene dal deputato Pd Daniele Borioli che su Appunti Alessandrini scrive: “Renzi, il riformismo della cittadinanza”. In difesa di Renzi anche Dario Parrini sull’Unità: “Non si può stare dentro il Pd e lavorare a spaccarlo”. Mario Dogliani sul sito del Centro per la riforma dello Stato riflette sul dopo referendum: “Siamo sicuri che l’Italia abbia, oggi, una vera costituzione?”.

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31 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI: IL VOTO? E’ UN TEMA CHE SENTO MOLTO LONTANO…

31 Gennaio 2017

“Nei palazzi della politica non parlano d’altro. Quando si vota? Come si vota? Chi si candida? Sono temi che sento molto lontani. Sarà l’aria di Firenze, sarà la distanza dal ruolo istituzionale. Ma non riesco a capire come si possa dedicare tanto tempo a questo dibattito”. Così Matteo Renzi nella sua prima enews dopo un paio di mesi, datata 30 gennaio. Eppure tutti i giornali dicono che la questione della data del voto lo interessi non poco. Massimo Franco sul Corriere: “Pd verso il voto con l’idea di dimissioni ‘modello Letta’”. Stefano Folli su Repubblica: “La fretta di Renzi nella tenaglia della manovra”.  Annota, più precisamente, Goffredo De Marchis ancora su Repubblica: “Il piano per il voto: così Renzi prepara lo stop a Gentiloni”. Della politica di Renzi è sempre più sconcertato Franco Monaco: “I tormenti del Pd che naviga a vista” (Il Fatto). Prova a frenare Enrico Rossi intervistato dall’Unità: “Congresso e legge elettorale. Correre verso le urne ci porterà a sbattere”. E non è che a Renzi sia riconosciuto un grande interesse, invece, per il programma politico da perseguire, come nota Paolo Pombeni sul Sole 24 ore: “Quelle dispute tra i partiti che ignorano l’economia”. C’è comunque chi sostiene Renzi: ad esempio Claudio Cerasa che esorta lui e Berlusconi ad “Andare al voto subito e soli” (Foglio). C’è però Mattarella, e Marzio Breda sul Corriere riferisce: “Il punto fermo del Colle: due sentenze non fanno una legge”.

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30 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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SONO IN TANTI A PENSARE CHE RENZI SBAGLI DI NUOVO

30 Gennaio 2017

Mentre i cronisti più vicini a Renzi informano che “Il segretario ora studia l’opzione urne 30 aprile” (Maria Teresa Meli sul Corriere) e annunciano “Il rilancio di Matteo: votare ad aprile e il G7 lo presiedo io” (Fabio Martini, La Stampa), Michele Salvati su rivistailmulino.it suggerisce a Renzi di non aver fretta e provare a presentare una lista con il Pd e tutti coloro che sono per il sostegno all’Unione europea, unico modo nobile di puntare al 40% (“Una lista elettorale è diversa da una coalizione”); Mauro Calise gli consiglia invece (dato il caos presente: Ilvo Diamanti, “Avanti, verso il passato”) – di evitare di concorrere a premier e di limitarsi a guidare il Pd: “La via stretta della leadership” (Mattino); e Ernesto Galli della Loggia critica la sua scelta di non prendersi un anno sabbatico: “Quelle riflessioni che Matteo Renzi evita” (Corriere della Sera). I suoi oppositori nel Pd almeno su un punto concordano: Gianni Cuperlo, “D’Alema sbaglia, ma se siamo esplosi è colpa di un leader che non sa unire” (alla Repubblica), Roberto Speranza, “Lavoro per unire, ma leadership da cambiare” (al Corriere). Per Emanuele Macaluso il Pd è al capolinea: “Renzi, Bersani, D’Alema: tutti hanno fallito” (a La Stampa).

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29 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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ARTURO PARISI: UN DOVERE RIFARE IL CENTROSINISTRA, O ALMENO PROVARCI

29 Gennaio 2017

Emilia Patta,Il ritorno di Renzi: obiettivo 40%” (Sole 24 ore). Arturo Parisi, intervistato dal Mattino, invita Renzi a cercare alleanze a sinistra: “Un dovere rifare il centrosinistra. L’alternativa è governare con Berlusconi”. Roberto D’Alimonte fa i conti e dice: “La governabilità resta lontana” e, in un altro articolo sempre sul Sole 24 ore, analizza “Il rebus del premio di maggioranza”. Francesco Bei su La Stampa, dopo il discorso di D’Alema a Rimini, scrive: “La convivenza impossibile delle sinistre”. Marco Conti disegna un retroscena: “La trattativa sulle liste per spaccare la sinistra” (Messaggero). A sinistra-sinistra Salvatore Settis, su Il Fatto, scrive: “Ripartiamo dai cittadini del No, quella è la politica”. Claudio Cerasa è avvilito: “Tornata la democrazia parlamentare”. Giuseppe De Rita sul Corriere, a proposito dell’opzione degli italiani per l’uomo forte,  scrive: “La retorica dell’uomo forte e gli errori da non ripetere”. Romano Prodi interviene sul Messaggero in tema di sindacati: “Il cambiamento di rotta del sindacato che verrà”.

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