27 Aprile 2017
by Giampiero Forcesi
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NON DATE AL M5S I VOTI DEL CIELO

27 Aprile 2017

Sergio Mattarella insiste: “Subito la legge elettorale” (Marzio Breda, Corriere della Sera). Ma Mauro Calise non crede che si farà nulla: “Il gioco delle parti non fa un’intesa” (Mattino); e Lina Palmerini vi legge “La spinta per il voto anticipato” (Sole 24 Ore). Stefano Ceccanti replica a Andrea Orlando sull’alleanza del Pd con Pisapia: “In queste ore si discute di alleanze” (dal blog). Giorgio Tonini spiega il voto favorevole al DEF: il suo intervento in Senato. Marco Follini in un’intervista al Quotidiano nazionale: “Non date a M5S i voti del cielo”. Massimo Adinolfi, “Francia, i cattolici tentati dal tanto peggio” (Mattino). Matteo Truffelli, presidente dell’Azione cattolica: “Aiutiamo a ricucire il paese lacerato” (intervista ad Avvenire). L’intervista a Marina Berlusconi sul Corriere della sera: “Il vero pericolo è l’antipolitica”. Enrico Morando, “Chi ha ucciso davvero Alitalia?” (intervista all’Unità). Pietro Ichino, “Alitalia, l’origine del peccato” (Foglio). Leonardo Becchetti, sull’Avvenire, propone: “Un sussidio europeo per costruire fiducia e l’inclusione attiva”.

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14 Aprile 2017
by Giampiero Forcesi
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È NECESSARIO UN FRONTE ANTI GRILLO?

14 Aprile 2017

In un colloquio con il Foglio Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato, ha parlato della necessità di “Un fronte anti Grillo”. Grillo ha risposto con un post indignato, così commentato da Claudio Cerasa sul Foglio: “Il manifesto eversivo di Grillo”. Sull’argomento torna Giorgio Tonini in un colloquio sempre sul Foglio: “Tonini ci spiega perché serve il bipolarismo con Forza Italia”. Il parere, invece, di Gianfranco Pasquino è che “Ha ragione Bersani: il M5S è un partito di centro-sinistra”. Su Il Fatto Franco Monaco scrive che ha deciso di non partecipare alle primarie del Pd perché ritiene che ormai il Pd sia il partito di Renzi (“Orlando, lo sfidante saggio ma inutile”). Antonio Polito, sul Corriere della Sera, mette in evidenza il contrasto tra Pd e Governo (“Due ministri sotto attacco”). Antonio Maria Mira, su Avvenire, in tema di immigrazione e profughi, riferisce: “Passa il decreto Minniti tra critiche e polemiche”; e il Manifesto pubblica i pareri contrari di Luigi Manconi (“Da Di Maio al decreto Minniti. Il nuovo che avanza”) e Gaetano Azzariti (“Il governo riduce le garanzie a chi ne ha più bisogno”). Sul caso Consip un’intervista di Raffaele Cantone a La Stampa: “Consip, tanto fumo e una sola tangente”. Paolo Barone riferisce: “Povertà, il piano del Governo” (La Stampa). Cesare Damiano sull’Unità propone “Un nuovo umanesimo del lavoro”.

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12 Aprile 2017
by Giampiero Forcesi
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SUL CASO GRILLO. SUL CASO CONSIP. SULLE PRIMARIE PD

12 Aprile 2017

SUL CASO GRILLO: “Gran lettera al Foglio del vicepresidente dei senatori Pd”: così il direttore del Foglio presenta sul suo giornale una lettera di Alessandro Maran (“Contro i grillismi, meno male che c’è anche Berlusconi”). E Claudio Cerasa scrive poi un suo commento: “Manifesto del buon senso antisfascista”. Valerio Onida, intervistato da Repubblica, dice di Grillo: “Il fondatore vittima delle sue stesse norme. Non ha l’ultima parola”. Anche Massimo Villone sul Manifesto commenta la sentenza della magistratura sul caso Grillo a Genova: “Se la forma fa a pugni con la sostanza”. Matteo Marcelli su Avvenire: “I giuristi: la votazione va ripetuta. Serve la legge sui partiti”. Più in generale sui 5 Stelle un interessante articolo di Alessandro Campi sul Mattino: “Se operai e imprenditori votano M5S”. SUL CASO CONSIP: Marcello Sorgi, “Una svolta che riapre la partita” (La Stampa). Luciano Violante, in un’intervista al Corriere Fiorentino: “Qualcuno ha chiesto a quel carabiniere di falsare le prove”. Mauro Calise, “Le carriere sotto la ghigliottina del fattore ‘M’” (Mattino). Claudio Cerasa sul Foglio: “Dramma italiano, la Repubblica delle patacche”. SUL PD E LA SINISTRA: l’editoriale di Stefano Folli su Repubblica sul Pd e la legge elettorale (“Il colpo d’ala che non c’è“) e quello di Marcello Sorgi su la Stampa (“La pantomima incrociata sulla legge lettorale“). Un’intervista di Andrea Orlando al Manifesto: “Pd, assurdo correre soli alla sconfitta”. Paolo Delgado, “L’addio di Rosy Bindi, la pasionaria amata e odiata” (Il Dubbio). Goffredo Bettini sul Manifesto (“La rete a 5 stelle non è la soluzione alla crisi della rappresentanza”) replica con considerazioni interessanti a un articolo di Aldo Carra (“Le primarie lanciano un leader, non rigenerano la democrazia”).

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4 Aprile 2017
by Giampiero Forcesi
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IL VOTO NEI CIRCOLI E LE FERITE DEL PD

4 Aprile 2017

Appare scettico Stefano Folli, su Repubblica, per il risultato delle primarie nei circoli del Pd, che giudica inutili: “Pd, il voto nei circoli non chiude le ferite”. Che vincere le primarie sia un conto e vincere le elezioni sia un altro lo sostiene anche Lina Palmerini sul Sole 24 ore: “Se Renzi vince solo nel partito”. Un po’ meno scettico appare Arturo Parisi, intervistato dal Foglio: “La festa democratica della Ditta e i malmestosi del passato”. Per Emanuele Felice su Repubblica si è votato per “Tre leader figli di un dio minore che non riescono a far sognare”. Vede positivo Massimo Adinolfi sul Mattino: “L’ex premier fa il pieno nei circoli”. Quanto a Matteo Renzi il suo commento è nella Enews settimanale. Andrea Orlando, intervistato da Repubblica, esorta: “Matteo ci isola, rischio di batoste. I delusi mi aiutino a fermarlo”. Sull’appello di Cuperlo al voto di quanti sono usciti dal Pd, Luigi Covatta è duro: “Cuperlo, gli scissionisti e l’appello indecente” (Il Mattino). Emanuele Macaluso sminuisce il successo di Renzi: “Ma io vi dico che Orlando non ha perso” (Il Dubbio).  Per Norma Rangeri sul Manifesto “Renzi vince le primarie della risacca”. Interessanti due dichiarazioni di voto: quella di Enrico Morando per Renzi (“Il congresso Pd, la leadership e Machiavelli”) e di Walter Tocci per Orlando (“Ai Circoli per votare Orlando”).

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4 Aprile 2017
by Giampiero Forcesi
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 La manna per i partiti si è esaurita

4 Aprile 2017
di Mario Giuseppe Molli

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

L’antipolitica o l’anti casta è un effetto e non la causa delle forti tensioni che percorrono l’attuale fase politica. La causa profonda dell’anti casta, del tripolarismo, è il forte impatto della globalizzazione sul tessuto sociale.

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1 Aprile 2017
by Giampiero Forcesi
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Congresso PD: i tre protagonisti, Renzi, Orlando…Franceschini

1 Aprile 2017
di Franco Monaco

 

Nutro simpatia per Michele Emiliano, per la sua presenza scenica, il suo spirito combattivo, la circostanza che egli dà voce alla questione meridionale da tutti negletta. E tuttavia, ai miei occhi, ciò non basta a compensare i suoi vistosi limiti politici: una vena populista, la difficoltà di leggere la cifra ideologico-politica della sua candidatura, la relativa estemporaneità di un’esasperata vis polemica che forse, più plausibilmente, avrebbe dovuto condurlo a una battaglia fuori dal PD. Spero non me ne voglia se dunque considero attori-protagonisti del “congresso” PD Renzi, Orlando e il convitato di pietra Franceschini che, oggi, sostiene Matteo.

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21 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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POPOLOCRAZIA E GRILLIZZAZIONE DEGLI SPIRITI

21 Marzo 2017

L’ECONOMIA RIPRENDE MA BISOGNA ABBATTERE IL DEBITO. Paolo Onofri, “L’Italia che tira più del previsto” (Repubblica). Fabio Martini, “Gentiloni, ora avanti le riforme contro lo stallo” (La Stampa). Gianfranco Pasquino su Gentiloni: “Da professore gli darei sei, ma abbatta il debito” (intervista alla Stampa). Ferdinando Giugliano, “Il Paese di Bengodi” (Repubblica). Franco Bruni, “L’obbligo di ridurre il debito”. LA POLITICA BOCCHEGGIA. Enrico Letta dialoga con Marco Damilano: “Così l’Italia torna nel pantano” (Espresso). Massimo Cacciari,Stato in tilt, difficile persino la grande coalizione” (intervista alla Nazione). Vincenzo Visco, “Siamo vecchi ma meglio di questi incompetenti” (intervista a Il Fatto). LA POPOLOCRAZIA. Mauro Calise, “L’Italia tra decisionismo globale e populismo montante” (Mattino). Ilvo Diamanti, “Dalla democrazia alla popolocrazia” (Repubblica). RENZI/NON RENZI. Salvatore Vassallo spiega perché, a suo dire, “Non serve il partito radicato sul territorio” (intervista a Italia Oggi). Marianna Rizzini dialoga con Massimo Recalcati, sostenitore di Renzi: “Lo psicanalista organico” (Foglio). Marco Follini al Corriere della Sera: “Perché torno in politica? C’è un vento democristiano”. Bianca De Giovanni: “Noi alternativi a Renzi contro le disuguaglianze. Nasce Sinistra Pd” (Unità). Roberto Speranza: “L’attuale Pd sta tutto in un giro di compasso di 20 km” (a La Verità). GRILLISMO. Giuliano Da Empoli,Le relazioni pericolose tra ex Pd e grillismo” (Messaggero). Claudio Cerasa, “La grillizzazione degli spiriti” (Foglio).

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20 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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Dove va il Partito Democratico?

20 Marzo 2017
di Lino Prenna

 

L’autore è il Coordinatore nazionale dell’associazione Agire politicamente

 

È la domanda che abbiamo sollevato altre volte, ad ogni cambio di segreteria del partito, ansiosi di conoscere da quali ragioni ideali fossero mossi i nuovi dirigenti, ma anche preoccupati della progressiva caduta delle idealità originarie, a vantaggio di una conduzione pragmatica, priva di progettualità futura. Oggi, a dieci anni dall’atto fondativo del partito, siamo costretti a porre la stessa domanda, dopo le ultime travagliate vicende e la scissione, strumentalmente consumata come irresponsabile exodus! Poniamo la domanda ai tre candidati alle primarie

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15 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI E IL PROBLEMA DEL PARTITO

15 Marzo 2017

Mauro Calise dà fiducia all’approccio usato da Renzi al Lingotto: “Tra noi e io il nuovo Pd secondo Matteo” (Mattino). E qui è il testo della mozionecongressuale di Matteo Renzi: “Avanti, insieme”. Anche Giuseppe Turani sull’Unità vede un Renzi rafforzato e sulla strada giusta (ma di fronte a compiti ardui): “Cosa rimane del Lingotto”. Ma Claudia Mancina, pur sostenitrice di Renzi, individua un forte limite nel suo Pd: “L’egemonia culturale che manca al Pd” (Mattino). Piero Ignazi, su Repubblica, critica l’assenza di un vero confronto politico interno al Pd: “Il congresso inesistente”. Anche Paolo Pombeni, su mente politica.it, punta il dito sul Pd come guscio vuoto: “Renzi e il problema del partito”. Gianluca Luzi su Repubblica presenta il nuovo libro di Enrico Letta, e annota: “Per Enrico Letta è un errore puntare sull’uomo forte”.  Sandra Zampa dice all’Unità: “Con Orlando perché ricorda lo spirito dell’Ulivo di Prodi”. Sul sito Landino.it Giorgio Armillei replica all’articolo pubblicato da Guido Formigoni sul sito di c3dem: “Dossettiano e basta. Come sbagliare su Grillo e dintorni”.

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14 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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Perché la mancata chiusura della transizione resta un problema (che si aggrava)

14 Marzo 2017
di Stefano Ceccanti

 

Mi sembra che il testo di Guido Formigoni pubblicato da c3dem (Nella crisi del Pd la crisi di un modello di democrazia) non tenga presente un dato centrale: per funzionare in modo decente una grande democrazia deve disporre di almeno uno di questi due fattori: un sistema forte dei partiti (pochi partiti, disciplinati e ben coalizzabili) e/o incentivi istituzionali forti.

L’Italia disponeva sino al 1989 del primo dei due fattori, in modo per alcuni aspetti analogo a quello della Germania, anche se da noi l’alternanza non era ancora possibile. Il sistema trovava un suo equilibrio nella rotazione interna alla coalizione di maggioranza: prima soprattutto tra le correnti della Dc, finché essa raccoglieva il 40% dei voti, e poi anche con gli altri partiti. La Francia, che invece non disponeva di un partito perno di forza analoga e che aveva necessità di prendere decisioni forti a causa del suo maggiore ruolo internazionale, aveva surrogato la debolezza dei partiti con le nuove istituzioni forti del 1958-1962, un doppio meccanismo maggioritario in grado di strutturare il sistema.

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