10 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL RUOLO DEI CATTOLICI PER RICUCIRE IL PAESE

10 Dicembre 2016

Alberto Melloni commenta su Repubblica qualche superficialità di troppo del governo Renzi nei rapporti con la Chiesa e indica come la chiesa di Francesco può incidere nella storia (“Il ruolo dei cattolici per ricucire il Paese”).  Franco Monaco sul Manifesto critica la bandiera alzata da Renzi del 40% (“L’ennesimo passo. Il divorzio dalla prospettiva ulivista”). Sulle riforme istituzionali e lo “stile” nel realizzarle si sofferma Mario Chiavario su Avvenire (“Ma non è tutto affare di governo”). Paolo Franchi sul Corriere invita Renzi a riflettere: “Perché è necessario riflettere su una protesta così ampia”. Sul Corriere un’intervista a Giorgio Tonini: “Nel Pd la leadership del segretario uscirà rafforzata”.  L’avvertimento di Claudio Cerasa a Renzi: “Se Renzi si dimette da Renzi” (Foglio). Roberto D’Alimonte, sul Sole: “Senza collegi e premio si torna al ’92: governo scelto dopo il voto”. Stefano Ceccanti: “Il pantano proporzionale” (Quotidiano nazionale). Tommaso Montanari replica a Michele Serra: “Non siamo la sinistra del no, no, no” (Repubblica) e Daniela Ranieri su Il Fatto liquida Pisapia: “Hanno spaccato l’Italia e adesso vogliono unirci con tal Pisapia”. Sulla questione banche Marcello Messori intervistato dall’Unità (“Oltre il bail in serve un accordo con l’Europa“) e un intervento di Giulio Sapelli (“Le colpe di Siena e l’eccesso di rigore europeo”) sul Gazzettino.

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10 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA, LA SFIDA GRILLINA

10 Dicembre 2016

Andrea Malaguti su La Stampa tratteggia l’oggi del M5S e suggerisce di imparare a guardare le cose anche da un punto di vista diverso dal proprio, per non fare la fine di Renzi (“Dalla protesta alla proposta, la sfida grillina”). Angelo Panebianco, sul Corriere, scommette che nei prossimi giorni e mesi molti busseranno alla porta dei grillini (“Il carro dei vincitori e i futuri convertiti ai cinquestelle”).  Alessandra Longo su Repubblica scrive su “I muscoli leghisti di M5S”. LA CRISI E I SUOI SBOCCHI: Stefano Ceccanti prova a spiegare i rapporti complessi tra i quattro soggetti de “Il quadrilatero istituzionale” (Unità). Ugo De Siervo spiega che “La Consulta non può riscrivere l’Italicum” (Intervista a Il Giornale).

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10 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL RITORNO DEL PROPORZIONALE?

10 Dicembre 2016

Alessandro Barbano chiede a Renzi di abbandonare la leadership forte e di darsi una cultura più adeguata al sistema politico multipolare e dunque più proporzionale (“La Repubblica e il futuro proporzionale”, Mattino). Stesso tipo di analisi è quella di Paolo Macry sul Corriere della Sera (“La grande debolezza delle leadership forti”). Chiede capacità di autocritica Alessandro Campi, che suggerisce però di dar vita a un ‘partito di Renzi’, o della nazione, distinto dal Pd (“Renzi, e la scommessa sul futuro”). A favore del proporzionale anche Antonio Floridia sul Manifesto (“La saggezza del proporzionale ben temperato”). Spiega perché è contro al proporzionale Franco Debenedetti sul Sole (“Le riforme, il voto e i rischi del populismo”).Giuliano Pisapia, in un’intervista a La Stampa, torna sulla sua proposta (“Il Pd deve decidere se guarda a sinistra o agli attuali alleati”); Michele Dau (Sinistra per Roma) sul Manifesto è contro la proposta e scrive: “La perfetta sintesi di tutti gli errori del centrosinistra”. Michele Serra firma invece un editoriale su Repubblica critico con i critici: “Quella sinistra del no, no, no”. Michele Prospero chiude il conto: “Il renzismo è già finito, la burla ancora no” (Manifesto).

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9 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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VOTARE SUBITO? VOTARE CON QUALE LEGGE?

9 Dicembre 2016

La e-news di Matteo Renzi del 7 dicembre. Marzio Breda sul Corriere fa il punto sulla crisi di governo: “Mattarella, tre ipotesi per la crisi”. Intervista sul Corriere a Luigi Zanda, capogruppo Pd che, tra le ipotesi, dice: “Matteo-bis fino al 2018”. Ancora sul Corriere la nota di Aldo Cazzullo (“La solitudine del segretario”) e un severo giudizio di Massimo Franco (“Le dimissioni e gli strappi da evitare”). L’analisi pro voto subito di Claudio Cerasa: “Il partito del voto e il patito della graticola” (Foglio). L’intervista di Repubblica a Gianni Cuperlo: “Giusto ricostruire tutto, a cominciare dal Pd”. Mauro Calise, “Renzi e il tesoretto da non disperdere” (Mattino). Sulla legge elettorale si soffermano: Roberto D’Alimonte (“Ballottaggio e soglie, gli interventi che rendono compatibili i due sistemi”, Sole 24 ore); Stefano Ceccanti, (“Meglio anticipare la sentenza, sarà auto applicativa”, intervista all’Avvenire); Danilo Toninelli, (“Ecco la nostra legge, e prima o poi arriveremo al 51%”, intervista a La Stampa); Cesare Mirabelli (“Non si vota prima di giugno, serve una legge omogenea”, intervista al Messaggero); Gianfranco Pasquino (“Una buona legge per votare senza più dejà vu”, Il Fatto); Michele Nicoletti (“Una proposta di legge per reintrodurre il Mattarellum”).

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8 Dicembre 2016
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TRA PATRIOTTISMO COSTITUZIONALE E VOLONTÀ DISTRUTTIVA

8 Dicembre 2016

Sul rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta si sofferma su Repubblica Stefano Rodotà, che esalta il ruolo dei referendum, ricordando anche la raccolta di firme per un referendum contro il jobs act realizzata dalla Cgil (“Quanto conta la voce dei cittadini”). Nando Dalla Chiesa, su Il Fatto, commenta il voto parlando del voto dei giovani: “Hanno perso tutto, non i valori”. Carlo Smuraglia, intervistato dal Manifesto, osserva: “Non è un successo dei partiti. C’è voglia di attuare la Carta”. Assai diversa l’analisi di Massimo Recalcati, intervistato dall’Unità: “Un Paese vittima dell’odio, che gode della distruzione”. Sul Manifesto Massimo Villone scrive: “Il ceffone del popolo sovrano”. Sul suo blog Walter Tocci riporta il discorso che aveva preparato per la Direzione del Pd: “L’astuzia della Costituzione”.

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8 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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DAL DISAGIO SOCIALE AL VOTO REFERENDARIO

8 Dicembre 2016

Interessante la lettura del voto da parte di Mauro Magatti su Avvenire del 7 dicembre: “il voto popolare va ascoltato con attenzione e umiltà – scrive -, non perché la maggioranza abbia sempre ragione, ma perché le urne di domenica rivelano le domande a cui la politica deve cercare di dare risposta”; e il referendum italiano “dice che l’immaginario liberista della crescita ottenuta via efficientamento e liberalizzazione non convince più” (“La scossa da intendere”). Sull’Avvenire Leonardo Becchetti fa un’analisi non dissimile: “Quel che serve davvero è il consenso sul ben-vivere“. Interessante anche l’articolo del fisico Stephen Hawking, su Repubblica: “Le elite imparino l’umiltà o trionferà il populismo”. Sul Rapporto dell’Istat sul Reddito e l’esclusione sociale in Italia nel 2015, e il nesso tra aree di povertà e voto referendario, i commenti di: Antonio Golini, “Il 28% degli italiani resta ancora a rischio povertà” (Gazzettino); Linda Laura Sabbadini, “Gli italiani esclusi dal benessere” (La Stampa); Chiara Saraceno, “L’assenza della politica” (Repubblica). Un abbozzo di proposte in Franco Bruni, “Ridurre disuguaglianze, non resistere al cambiamento” (La Stampa).

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7 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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SESSANTA A QUARANTA

7 Dicembre 2016

Gianfranco Pasquino, “Non credo al voto di protesta, ha vinto la passione politica” (intervista a La Stampa). Chiara Saraceno, “Basta con le accuse di populismo. Nel No c’è tanta ricchezza” (intervista al Manifesto). Gustavo Zagrebelsky, “La Costituzione salvata da ogni manomissione, ora va soprattutto attuata” (Repubblica). Tommaso Montanari, “La rete di salvataggio della Costituzione” (Repubblica). Ezio Mauro, “Il populismo del potere” (Repubblica). Ilvo Diamanti, “Avanti tutta verso il passato” (Repubblica). Anais Ginori, “I populisti, dal Front National all’UKIP: l’esultanza delle destre europee” (Repubblica). Michele Ainis,L’energia civica che batte l’apatia” (Repubblica). Alessandro Barbano e Massimo Adinolfi, “Grillo e gli altri. La sfida che verrà” (Mattino). Alessandro Campi, “La sinistra che cade in Europa” (Messaggero). Ernesto Galli Della Loggia, “Le cinque ragioni di una sconfitta” (Corriere della Sera). Sabino Cassese, “Legge elettorale, nodo da sciogliere” (Sole 24 ore). Emanuele Macaluso, “Il Pd, la sinistra e il marasma del dopo voto” (Unità). Mauro Calise, “Renzi non è solo. 13 milioni di voti vi sembrano pochi?” (intervista all’Unità). Giovanni Orsina, “Il risiko delle mosse dei 5 Stelle” (La Stampa). Marco Olivetti, “Rebus dell’intesa larga e voglia di proporzionale” Avvenire). Roberto D’Alimonte, “Centri per il Sì, periferie per il No” (Sole 24 ore). Giuseppe Vacca, “Ora la conta, e via i fautori del No” (Mattino). Alessandro Rosina, “Onda di protesta. Urgenze? Il lavoro e la crescita economica”. Stefano Folli, “La bandiera del 40 per cento e quell’incrocio governo-dem” (Repubblica). L’amaca del 6 dicembre di Michele Serra (Repubblica).

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3 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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L’ESAME DI MATURITÀ DI MATTEO RENZI

3 Dicembre 2016

Michele Prospero, sul Manifesto, accusa il centro-destra del vecchio Pci, e insieme l’area giuridico-politologica della Fuci degli anni ’80, e Veltroni, di aver messo in discussione la Costituzione e favorito la moda maggioritaria, fino ad arrivare a Renzi, la cui riforma è “il compimento di una devastante cultura istituzionale maturata nell’ambiente della Fuci e recuperata come ideologia del Pd” (“Qualcuno era comunista sulla Carta”). Giorgio Tonini replica al No al referendum di Lucia Annunziata: “Lucia Annunziata, il No e il comma 22” (sul suo blog). Paolo Pombeni scrive che ora, a prescindere da chi vinca il referendum, si deve “disintossicare il paese dai veleni del qualunquismo che mischia tutto” (“Passata la tempesta”, mentepolitica.it) e, sul Sole 24 ore, parla di “Delegittimazione da archiviare”. Pierluigi Bersani, intervistato da Il Fatto, dice: “Se passa la riforma, la Carta non è più di tutti”. Stefano Folli scrive che, vinca il Sì o il No, il comportamento dopo il voto sarà per Renzi “Il vero esame di maturità” (Repubblica). Per il cristiano democratico tedesco Elmar Brok, presidente della Commissione Esteri del Parlamento europeo, la riforma costituzionale è “Per l’Italia una riforma chiave, la più importante dal dopoguerra” (intervista al Messaggero). La rivista Left racconta “La sinistra che dice No”. Claudio Cerasa sul Foglio esalta Luciano Violante per la “conversione” politica maturata nel corso degli anni (“Un bel voto contro il populismo costituzionale”). Sull’Unità Sergio Staino intervista Michele Serra: “Preoccupante se vince il No. Vedo pura provocazione sul governo”. Lorenzo Dellai, sull’Avvenire, torna sul voto di Prodi: “Il segnale di Prodi: ora si cambi ciclo”. Sul Manifesto Massimo Villone lancia un ultimo appello: “La responsabilità di fermare un azzardo”.

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2 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL SÌ DI PRODI: ARMA A DOPPIO TAGLIO?

2 Dicembre 2016

Stefano Folli analizza a fondo la dichiarazione di voto di Romano Prodi: “Ma il Sì di Prodi non è un assegno in bianco per il premier” (Repubblica). Massimo Toschi sull’Unità commenta: “Prodi, un sì di sapienza e generosità” (Unità). Per Pierluigi Bersani, intervistato dal Quotidiano nazionale, “Da Prodi un Sì a doppio taglio”. Gustavo Zagrebelsky scrive a Eugenio Scalfari e difende il suo No: “Chi piega la Carta alla lotta politica” (Repubblica). Una precisazione di Giorgio Napolitano a Repubblica sul suo ruolo nella nascita del governo Renzi: “Le dimissioni di Letta e l’incarico a Renzi”. Il Corriere della Sera pubblica due ampie pagine con il confronto di merito tra Stefano Ceccanti e Anna Falcone: “Tra il Sì e il No, le ragioni dei giuristi”. Un’intervista di Matteo Renzi al Corriere della sera (“La riforma è garanzia di stabilità”) e un suo colloquio con Claudio Cerasa sul Foglio (“Elettori di destra venite a me”). Il Corriere intervista anche Susanna Camusso: “No a chi attacca la Costituzione”; e sul Manifesto Antonio Sciotto scrive: “Il No della Cgil è compatto”. Il Messaggero pubblica un’intervista a Jacques Attali: “Se passa il No sarebbe una catastrofe”. La Stampa intervista Graziano Delrio: “Con il Sì il governo andrà avanti e sarà il più autorevole in Europa”. Walter Tocci sul suo blog pubblica un post intitolato “Lepre o papera? Esercizi di percezione prima del referendum”.  Dice Liana Milella su Repubblica: “Sul voto divise le toghe”. Interessante intervista a tutto campo di Italia Oggi a Giovanni Orsina: “Con il No il Cav guadagna di più”.

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1 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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ROMANO PRODI: “PER LA MIA STORIA PERSONALE…”

1 Dicembre 2016

Il comunicato di Romano Prodi: “Per la mia storia personale” (Unità). Paolo Pombeni, “Il richiamo alla responsabilità del fondatore dell’Ulivo” (Sole 24 ore). Luigi Zanda, “E’ un riconoscimento all’ispirazione riformista del Pd” (intervista all’Unità). Alessandro Trocino, “La sinistra ferita dalle parole del prof: ma con le sue parole boccia Matteo” (Corriere della sera). Nino Bertoloni Meli, “L’allarme del prof per l’avanzata populista” (Messaggero). Fabio Martini, “Il Sì sofferto di Prodi” (La Stampa). Marcello Sorgi,Il professore si prepara al dopo voto” (La Stampa). Daniela Preziosi, “Prodi annuncia il Sì: esultano Renzi e i 101 che lo silurarono” (Manifesto). Sull’Avvenire un dialogo tra Gian Candido De Martin e Marco Tarquinio: “’Mi astengo per tutelare la Costituzione’. Stavolta invece il modo giusto è partecipare”. Marco Matzuzzi, “Tra i cattolici per il Sì” (Foglio). Per Ida Dominijanni il Sì alla riforma “chiude un ciclo (…), il quarantennio dell’attacco neoliberale alle democrazie costituzionali novecentesche”, mentre il No può aprirne uno nuovo (“Il Sì che apre, il No che chiude”, pubblicato sul sito del centro per la Riforma dello Stato). Così anche è per Walter Tocci che dice: “Si scoprirà che il popolo desidera prima di tutto l’attuazione della Costituzione” (Left). Alfio Mastropaolo, “Speculatori e allarmisti uniti nella lotta” (Manifesto). Mauro Calise, sul Mattino, scrive che se Renzi, dopo il coraggioso azzardo, vincesse il referendum vorrebbe dire che l’Italia ha trovato un leader di statura europea (“Il futuro dei leader nelle urne”).

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