26 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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LE BANDIERE BLU TORNANO NELLE PIAZZE

26 Marzo 2017

Andrea Bonanni, “Quelle bandiere blu che tornano nelle piazze” (Repubblica). “Passo avanti nell’unica rotta possibile” scrive Romano Prodi sul Messaggero. Per Eugenio Scalfari, però, “Ora la Ue deve sbrigarsi: diventi uno Stato o tutto crolla” (Repubblica). Paolo Cacace: “L’affondo di Mattarella: una nuova Costituente o si rischia la paralisi”. Per Giuseppe De RitaDobbiamo abbandonare la retorica del superstato” (Corriere della Sera). Scrive Franco Venturini sempre sul Corriere della Sera: “Ma non è una festa ipocrita”. Per Sergio FabbriniIl futuro è l’Unione federale” (Sole 24 ore). Marco Travaglio sul Fatto la mette così: “Funeral party”. Sul Manifesto  Etienne Balibar legge l’incontro romano da sinistra (marxista): “Europa, perché non dobbiamo dirci sconfitti”. Luigi Zingales commenta così: “Salviamo la Ue dagli europeisti” (Sole 24 ore). Sabino Cassese, intervistato dall’Unità: “Ue irreversibile, resta la casa di tutti”. Lorenzo Dellai su Avvenire: “’L’Europa nostro Paese’. La lezione di Andreatta a dieci anni dalla morte”. Ivo Caizzi spiega: “Ecco le cinque mosse per la nuova Europa” (Corriere). Ieri Pierre Moscovici aveva detto a Repubblica: “L’Italia resti nel cuore dell’Ue. Se non mette a posto i conti rischia di finire ai margini”. E Giuliano Amato al Messaggero: “Nessuno sconto a Londra, ma l’Europa faccia di più”.

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3 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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L’ESAME DI MATURITÀ DI MATTEO RENZI

3 Dicembre 2016

Michele Prospero, sul Manifesto, accusa il centro-destra del vecchio Pci, e insieme l’area giuridico-politologica della Fuci degli anni ’80, e Veltroni, di aver messo in discussione la Costituzione e favorito la moda maggioritaria, fino ad arrivare a Renzi, la cui riforma è “il compimento di una devastante cultura istituzionale maturata nell’ambiente della Fuci e recuperata come ideologia del Pd” (“Qualcuno era comunista sulla Carta”). Giorgio Tonini replica al No al referendum di Lucia Annunziata: “Lucia Annunziata, il No e il comma 22” (sul suo blog). Paolo Pombeni scrive che ora, a prescindere da chi vinca il referendum, si deve “disintossicare il paese dai veleni del qualunquismo che mischia tutto” (“Passata la tempesta”, mentepolitica.it) e, sul Sole 24 ore, parla di “Delegittimazione da archiviare”. Pierluigi Bersani, intervistato da Il Fatto, dice: “Se passa la riforma, la Carta non è più di tutti”. Stefano Folli scrive che, vinca il Sì o il No, il comportamento dopo il voto sarà per Renzi “Il vero esame di maturità” (Repubblica). Per il cristiano democratico tedesco Elmar Brok, presidente della Commissione Esteri del Parlamento europeo, la riforma costituzionale è “Per l’Italia una riforma chiave, la più importante dal dopoguerra” (intervista al Messaggero). La rivista Left racconta “La sinistra che dice No”. Claudio Cerasa sul Foglio esalta Luciano Violante per la “conversione” politica maturata nel corso degli anni (“Un bel voto contro il populismo costituzionale”). Sull’Unità Sergio Staino intervista Michele Serra: “Preoccupante se vince il No. Vedo pura provocazione sul governo”. Lorenzo Dellai, sull’Avvenire, torna sul voto di Prodi: “Il segnale di Prodi: ora si cambi ciclo”. Sul Manifesto Massimo Villone lancia un ultimo appello: “La responsabilità di fermare un azzardo”.

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