25 Gennaio 2020
by Vittorio Sammarco
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Renzi e i cattolici democratici. Note per un (possibile) dibattito

25 Gennaio 2020
di Franco Monaco

 

“E’ noto – scrive l’autore di questo articolo, già presidente dell’Azione cattolica ambrosiana e parlamentare del Pd dal ’96 al 2018 – come il corso politico renziano e, tanto più, la sua riforma costituzionale abbiano diviso quell’universo che usa denominare cattolicesimo democratico. Ora – aggiunge – la traiettoria e l’approdo di Renzi consigliano una lettura retrospettiva”. La sua personale lettura lo porta a interrogarsi “se anche in casa nostra non si sia insinuato il germe di una subalternità culturale prima che politica al paradigma liberista e a un mood leaderista che hanno egemonizzato un po’ tutte le culture politiche, sinistra e centrosinistra compresi”. Il suo intervento, sul portale di c3dem, vuole essere un invito a discuterne.

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18 Ottobre 2017
by Giampiero Forcesi
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LO STRAPPO SU BANKITALIA. “PAOLO, DIMMI CHE NON È VERO”

18 Ottobre 2017

Sulla mozione del Pd contro Bankitalia: Francesco Verderami, “Gentiloni tenuto all’oscuro del blitz. Ira di Padoan: Paolo, dimmi che non è vero” (Corriere); Massimo Franco, “Un’offensiva maldestra trasformata in autogol” (Corriere); Francesco Giavazzi, “Uno strappo inutile e dannoso” (Corriere); Massimo Giannini, “Le sassate populiste in campagna elettorale” (Repubblica); Marcello Sorgi, “Le bordate per scaricare le responsabilità su Bankitalia” (La Stampa); Goffredo De Marchis, “Lo strappo di Renzi con Mattarella: ‘Lui e Gentiloni vogliono tenerlo? Lo facciano ma non in mio nome” (Repubblica); Franco Monaco, “La mozione di Bankitalia e le tre tare del renzismo” (Huffington post). ANCORA SUL ROSATELLUM: Michele Salvati, “La confusione politica, conseguenza inevitabile” (Corriere); Paolo Pombeni, “L’enigma di una legge elettorale con scarso consenso” (mentepolitica.it); Salvatore Settis, “Il Rosatellum crea astensionismo” (Il Fatto); Gianfranco Pasquino, “Solo in Italia vogliono vietare le preferenze” (Il Fatto).

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10 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL RITORNO DEL PROPORZIONALE?

10 Dicembre 2016

Alessandro Barbano chiede a Renzi di abbandonare la leadership forte e di darsi una cultura più adeguata al sistema politico multipolare e dunque più proporzionale (“La Repubblica e il futuro proporzionale”, Mattino). Stesso tipo di analisi è quella di Paolo Macry sul Corriere della Sera (“La grande debolezza delle leadership forti”). Chiede capacità di autocritica Alessandro Campi, che suggerisce però di dar vita a un ‘partito di Renzi’, o della nazione, distinto dal Pd (“Renzi, e la scommessa sul futuro”). A favore del proporzionale anche Antonio Floridia sul Manifesto (“La saggezza del proporzionale ben temperato”). Spiega perché è contro al proporzionale Franco Debenedetti sul Sole (“Le riforme, il voto e i rischi del populismo”).Giuliano Pisapia, in un’intervista a La Stampa, torna sulla sua proposta (“Il Pd deve decidere se guarda a sinistra o agli attuali alleati”); Michele Dau (Sinistra per Roma) sul Manifesto è contro la proposta e scrive: “La perfetta sintesi di tutti gli errori del centrosinistra”. Michele Serra firma invece un editoriale su Repubblica critico con i critici: “Quella sinistra del no, no, no”. Michele Prospero chiude il conto: “Il renzismo è già finito, la burla ancora no” (Manifesto).

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13 Luglio 2016
by Vittorio Sammarco
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FRANCO MONACO: LA VISTA CORTA DI RENZI

13 Luglio 2016

La Civiltà cattolica legge le “Elezioni amministrative 2016” (Francesco Occhetta sj). Franco Monaco, sul Manifesto, critica chi si prepara a scendere dal carro del renzismo, ma indica anche l’errore di fondo di Renzi: avere una vista corta (“I tre boomerang pronti a colpire Renzi”); e sul Corriere della Sera scrive una lettera a proposito di referendum e spacchettamento. Sull’Unità interviene Goffredo Bettini, molto severo con il Pd e meno con Renzi: “Azzerare l’attuale Pd. Basta coi giochi della vecchia politica”. Giovanna Casadio su Repubblica dà conto del malessere nell’area della Sinistra Italiana: “Zedda: chi ha distrutto la sinistra se ne vada”. Sul Corriere della Sera Gianfranco Pasquino scrive: “Per Renzi è troppo rischioso rinunciare alla guida del Pd”. Lamenta Gianluca Roselli su Il Fatto: “Il bavaglio tv ha funzionato: il no resta senza firme né soldi”. Peppino Calderisi sul Foglio: “Ragioni liberali e riformatrici per dire un sì responsabile al referendum”. Luciano Violante: “Ecco perché voterò sì” (intervista all’Unità).  

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22 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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RIFARE IL PD

22 Giugno 2016

“E’ evidente come il renzismo delle origini abbia esaurito la propria spinta. C’è bisogno di una fase due: più analisi, più visione, più ascolto”, così Aldo Schiavone sul Corriere della Sera (“Un Paese in crisi alla ricerca di se stesso”). Fa discutere l’intervista di Massimo D’Alema al Corriere: “Renzi sta rottamando il Pd”. Per Romano Prodi il problema non sono i politici ma le politiche: “Due anni bastano per logorarsi. Necessario cambiare politiche” (intervista a Repubblica). Tra le ricette consigliate al Pd ci sono quelle, non molto dissimili, di Guido Crainz (“Al Pd è mancata una classe dirigente”, Repubblica), di Claudio Cerasa (“Renzi e la carta da giocare”, Il Foglio) e di Mauro Calise (“Rifare il Pd, la sfida più dura per Renzi”, Il Mattino). Sul M5S (oltre che sul Pd) i giudizi dello storico Giovanni De Luna (“Pd al capolinea, ma l’M5S non è la risposta”, Manifesto), Paolo Pombeni (“M5S, con la destra una convergenza che potrebbe non durare”, Sole 24 ore), Giorgio Tonini (“Al M5S conviene il sì al referendum”, Unità). L’opinione di Savino Pezzotta: “Questo voto chiede giustizia sociale” (Il Dubbio). Simile la riflessione di Francesco Bei su La Stampa: “La risposta allo smacco delle urne”.

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12 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IL PESSIMISMO DI PRODI SUL CONFRONTO TRA POLITICA E ANTI-POLITICA

12 Giugno 2016

Sul Messaggero Romano Prodi osserva che, in Italia come in tutto l’Occidente, il disagio sociale prodotto dalle risposte inadeguate ai guasti della globalizzazione rende sempre più forti le forze dell’antipolitica, e prevede che, poiché è difficile una risposta coordinata dei partiti di governo per garantire più equità ai cittadini, i “nuovi partiti” avranno sempre più successo e, una volta al timone, i guai saranno ancora più grossi (“Gli errori dei partiti che aiutano l’antipolitica”). Franco Bruni sul Sole 24 Ore affronta lo stesso tema, ma ritiene possibile, in Italia, che Pd e M5S trovino un qualche accordo (“L’opportunità di un patto tra rottamatori”). Paolo Pombeni, sempre sul Sole, discute sulle tante opposizioni al riformismo renziano, dicendo che si rischia di buttare il bambino con l’acqua sporca, come più volte nella storia italiana (e cita Crispi, Fanfani e Craxi) di fronte a chi vuole “imporre l’accelerazione riformista” (“La santa alleanza anti-premier che non è ancora alternativa”).

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5 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IL FUTURO CON UN TRATTO DI MATITA

5 Giugno 2016

Ilvo Diamanti su Repubblica dice di non drammatizzare il non voto (anche se il titolo drammatizza…): “Perchè avanza il popolo contro”. Mauro Calise, sul Mattino, prova a dire “Quali scenari aperti dallo scrutinio” per il centro-sinistra. Alessandro De Nicola propone di fare “Il test della serietà dei candidati” guardando ad alcuni temi chiave delle amministrazioni locali (Repubblica). Biagio De Giovanni offre la sua lettura del giorno elettorale: “Il futuro con un tratto di matita” (Mattino). Geminello Preterossi, intervistato dal Manifesto, espone la sua critica radicale a Matteo Renzi: “Renzi? Carezza l’astensione”. Simile l’analisi di Alberto Burgio sempre sul manifesto: “Rischio per l’uomo solo al comando”. Mons. Bruno Forte dà la sua lettura della Carta costituzionale: “Sono ‘persona’ e ‘solidarietà’ le parole chiave della Costituzione” (Sole 24 ore).

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2 Giugno 2016
by Giampiero Forcesi
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Referendum  vs  renzismo

2 Giugno 2016
di Giancarla Codrignani

 

Riceviamo questo articolo, che l’autrice fa circolare tra amici, e volentieri pubblichiamo

 

Speriamo che dopo il voto la questione referendaria si liberi da livori incomprensibili e si possa ragionare – possibilmente con compostezza – di contenuti. Non ci spero più di tanto, ma mi auguro che il malpancismo come ogni patologia trovi un rimedio.

Da Micromega arriva l’invito a votare sindaci M5S (“nelle elezioni a Roma e Torino si gioca la prima partita decisiva – la seconda sarà al referendum – tra la colonizzazione schiacciasassi delle istituzioni da parte della Nuova Cricca o la possibilità che si riaprano gli spazi per un’altra politica. Chi è incapace di restare indifferente alla resistibile ascesa dell’ex sindaco di Firenze, filiazione e sintesi di Craxi e Berlusconi, ha una scelta obbligata: votare per i candidati Cinque Stelle”) come obiettivo strettamente legato al referendum costituzionale. Non ci sono parole di giustificazione: conferma il postulato che la sinistra, dopo decenni di esclusione dal potere, non debba mai governare, solo fare opposizione come ai tempi del Pci. (leggi qui l’articolo di Paolo Flores d’Arcais su Micromega; l’immagine riproduce quella scelta da Micromega, ndr).

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15 Marzo 2016
by Giampiero Forcesi
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Il ritorno (vero) di un nuovo fascismo e la ricerca di una sinistra non (più) socialista

15 Marzo 2016
di Guido Campanini

 

Elezioni regionali tedesche. I socialisti perdono ovunque, rischiando di arrivare vicini alla soglia di sopravvivenza del 5%. I democristiani sono in forte calo. Avanzano i verdi (nel Baden) e l’estrema destra: sia all’ovest (Baden, Palatinato) sia soprattutto nella regione della Sassonia-Anhalt (Magdeburgo), un Land povero della fu Germania comunista.

In Polonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia, Austria, Slovenia, Croazia – nelle terre un tempo asburgiche, e, salvo l’Austria, comuniste per quarant’anni – dominano partiti o politiche di estrema destra, davvero ai limiti del ritorno di un nuovo fascismo.

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Usando categorie marxiste, il fascismo classico aveva come base sociale la media e piccola borghesia, impoverita o impaurita dal timore di impoverirsi, ed il “sottoproletariato”, manovalanza politica e militare pronta a tutto; aveva come collante ideologico il culto di un capo, la ricerca di una identità etnico-nazionale con riferimenti “ideologici” anche al cristianesimo (Maurras e Petain in Francia, mons. Tyso nella Slovacchia pro-nazista), l’odio verso il diverso (gli ebrei).

Oggi ritroviamo in molti movimenti di destra, estrema e meno estrema, le medesime caratteristiche

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19 Febbraio 2016
by Vittorio Sammarco
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“DUE ANNI DI ME E DI ME”

19 Febbraio 2016

Ancora valutazioni sui due anni di governo Renzi: Claudio Cerasa: “Dalla Rai all’Aspen renziano. Può il renzismo essere qualcosa di diverso dal nuovismo?”. Antonio PolitoLa spinta smarrita di Renzi tra riforme e crescita” (Corriere della Sera). Marco Belpoliti: “Due anni di me e di me” (L’Espresso). UNIONI CIVILI: Lina Palmerini, “Il Pd torna alla guerriglia” (Sole 24 ore). Paolo Pombeni, “Le divisioni parlamentari che incombono sul governo” (Sole 24 ore). Giorgio Tonini, intervistato sul Corriere: “Confido nello stralcio”. Massimo L. Salvadori: “Unioni civili, non parliamo di laici contro cattolici” (Repubblica). Mario Lavia:La famiglia allargata dei cattodem” (Unità). Massimo Franco: “E la Chiesa, delusa, sdogana i 5 Stelle come nuova sponda” (Corriere della Sera).

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