30 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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IL PD E IL RIFIUTO DELLE COALIZIONI

30 Giugno 2017

Franco Monaco su Il Fatto chiede: “Pur di vincere, il Pd è disposto a perdersi?”.  Per Stefano Folli, su Repubblica, “Il gesto più utile che Renzi può fare” è dichiarare che non correrà per Palazzo Chigi. Maria Teresa Meli, sul Corriere: “Il sospetto di Renzi: non mi vogliono in piedi alle politiche”. Gianni Cuperlo a Repubblica: “Ora basta, con Renzi leader rischiamo una sconfitta storica”. Pierluigi Bersani:Ora i dem vadano dove li porta il cuore” (intervista al Corriere). Dario Franceschini: “Nati per unire non per dividere. Si è rotto qualcosa con il paese” e  Arturo Parisi: “Troppe liti nel partito. Si faccia la coalizione” (entrambi a Repubblica). Ma la richiesta di fare una coalizione a sinistra non è accolta nel Pd: Ettore Rosato, “Non chiudiamo a nessuno ma non si parli di coalizione” (al Corriere della sera); Stefano Ceccanti, “Coalizioni immaginarie” (Quotidiano nazionale), in cui fa riferimento al voto sull’accordo economico CETA tra Ue e Canada; Giuliano Ferrara, “Unire le sinistre, ovvero la morte del Pd” (Foglio); e sul Foglio giorni fa Francesco Cundari scriveva un articolo (“L’Ulivo come un dramma”) che molto è piaciuto a  Matteo Renzi (E-news del 27/6); e Claudio Cerasa scrive su “Il falso dramma della congiura nel Pd” (Foglio). Anche Enrico Morando guarda più alla convergenza con Berlusconi: “Forza Italia fra chi vuole l’Europa e chi i referendum” (intervista al Foglio). E Beppe Vacca dice al Mattino: “Criticatelo, ma il Pd di Renzi ha una vera identità europea

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10 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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SE ORA IL PD GUARDA A SINISTRA…

10 Giugno 2017

Le interviste di oggi: Matteo Renzi, “Partita chiusa, voto nel 2018, occupiamoci dell’Italia. Uniti con Giuliano, possibile il 40%” (Corriere della Sera); Luigi Di Maio, “Il sabotaggio l’ha fatto il Pd. I partiti antieuropei? Ideologici” (Corriere della Sera); Pierluigi Bersani, “Sono solo apprendisti stregoni, ma un’intesa è ancora possibile” (La Stampa). Un’intervista di ieri: Silvio Berlusconi, “Il proporzionale dà stabilità. Il M5s non potrà mai avere il 51%” (Corriere della sera). Cronache e commenti: Alessandro Trocino, “Le condizioni di Pisapia a Renzi” (Corriere); Daniela Preziosi,Renzi rivuole Pisapia (e solo lui)” (Manifesto); Stefano Cappellini, “La sinistra e l’obbligo del progetto comune” (Repubblica); Diodato Capone, “Effetto Consultellum: corsa al listone con l’obiettivo del 40%” (Messaggero); Stefano Folli, “Da Berlusconi a Corbyn, un Pd che guarda alla sua sinistra deve cambiare identità” (Repubblica); Roberto D’Alimonte, “Consultellum, cambio di strategia per i partiti, ma la governabilità rimarrebbe una chimera” (Sole 24 ore); Piero Bevilacqua, “Pisapia e il miraggio del vecchio centrosinistra” (Manifesto). A sinistra-sinistra si discute del “manifesto” di Tommaso Montanari e Anna Falcone e di quale unità e di come: Stefano Fassina, “Sinistra unita, il cammino può essere comune” (Il Fatto), Livio Pepino, “Prima l’identità, poi verranno le alleanze” (Manifesto).

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30 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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ANCORA SU BERSANI, I 5 STELLE E LE PRIMARIE DEL PD

30 Marzo 2017

Per Franco De Benedetti, sul Sole 24 Ore, impedire l’andata al governo dei 5 Stelle è la prima urgenza politica (“Il populismo di Grillo e il ruolo del Pd”). Stesso giudizio di Emanuele Macaluso, in replica alle aperture di Bersani: “Caro Pierluigi, i 5 Stelle sono una forza eversiva” (Il Dubbio). E Marcello Sorgi su La Stampa riferisce: “Grillo di nuovo bastona gli scissionisti”. Goffredo Buccini, “La rivoluzione dei 5 Stelle contro la conoscenza” (Corriere della Sera). Sulle PRIMARIE DEL PD: Alessandro Di Matteo su la Stampa scrive: “Pd, Renzi meglio che nel 2013. E sfonda nelle regioni rosse”. E Paolo Pombeni sul Sole 24 ore annota “Militanti Pd più renziani dei quadri. Ora il test gazebo”. Intervistato dal Manifesto Enrico Rossi dice: “Non saremo una ridotta”.

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23 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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LA SINISTRA CHE GUARDA AL M5S

23 Marzo 2017

La provocazione di Bersani sui 5 stelle merita di essere discussa”: così Franco Monaco sull’Huffington post. E Enrico Letta, intervistato da Federico Fubini sul Corriere: “Capisco Pierluigi. Ormai il 30% guarda a loro, sono elettori con cui parlare”. E Pierluigi Bersani insiste, intervistato dal Messaggero: “Grillo è il centro, giusto dialogarci”. Dice invece Biagio De Giovanni sul Messaggero: “L’apertura  di Bersani ai grillini, i rischi di cavalcare il populismo”. La bocciatura di Stefano Folli, “M5S, la nostalgia di Bersani” (Repubblica). Francesco Cundari sull’Unità: “Bersani e la via omeopatica al populismo”. Del resto, spiega Annalisa Cuzzocrea, “L’ultima strategia dei Cinquestelle: mai con la sinistra, piuttosto con Salvini” (Repubblica). Però non è solo Bersani: “La sinistra che guarda al M5S” (Marco Franchi, Il Fatto). Intanto Matteo Renzi dice all’Avvenire: “Ora sostenere le famiglie con figli”. Una presentazione della mozione di Renzi la fa Stefano Ceccanti sull’Huffington post.

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22 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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TEMPI MODERNI

22 Marzo 2017

Che tempi! Se “I Cinque Stelle sono la forza di centro dei tempi moderni”, come ha detto Bersani a Campobasso (così Francesco Verderami sul Corriere della Sera”). Lo stesso Pierluigi Bersani, intervistato da La Stampa, dice: “Gentiloni si emancipi da Renzi e dica la verità agli italiani”. Laura Cesaretti racconta su Il Giornale: “Renzi assediato dai grillini rinvia la legge elettorale”. Luigi Di Maio, intervistato dal Corriere: “Niente alleati, avremo il 40%”. E intanto, secondo Marcello Sorgi,  “Orlando gioca per diventare riserva della Repubblica” (La Stampa). Paolo Pombeni cerca la quadra del garbuglio politico: “Il partito del governo” (mentepolitica.it).

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16 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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PD OBBLIGATO A RIPENSARE SE STESSO

16 Febbraio 2017

Rompere sarebbe irresponsabile, ma Matteo ci ha messo del suo”: questa l’opinione di Pierluigi Castagnetti intervistato dall’Avvenire. Fare il congresso subito, ma arrivare alla fine della legislatura: questo il parere del filosofo Salvatore Veca, intervistato dall’Unità (“Pd obbligato a ripensare se stesso”). Marcello Sorgi su La Stampa: “Una scissione senza materia del contendere”.  La scissione della sinistra Pd ha bisogno di buoni argomenti perché possa essere capita dall’opinione pubblica, ma questi argomenti non si vedono: così anche Stefano Folli su Repubblica (“Il momento della responsabilità”). Piero Fassino: “Pierluigi e D’Alema incoerenti. La rottura un favore alla destra” (intervista al Messaggero). Salvatore Vassallo dice in che modo Renzi può riuscire a dare un senso alla scelta di tenere il congresso al Lingotto di Torino (“Da un Lingotto all’altro”, Unità).

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20 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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“SENTIRE LA SOFFERENZA. IL RESTO È IDEOLOGISMO”

20 Gennaio 2017

Goffredo Bettini,Sentire la sofferenza. Il resto è ideologismo” (Manifesto). Massimo D’Alema: “Leader e candidato premier nuovi. Populisti bravi in città e regioni” (intervista al Corriere della sera). Daniela Preziosi, “D’Alema lancia il centrosinistra derenzizzato” (Manifesto). Stefano Fassina,Bersani e D’Alema vedono gli errori, sbagliano i rimedi” (Manifesto). Claudio Cerasa, “Non c’è più un taxi per palazzo Chigi” (Foglio). Paolo Pombeni, “La politica e i capponi di Renzo/i” (mentepolitica.it). Gianfranco Pasquino, “Renzi: drop your guns”, con “Una replica” di Michele Salvati (rivistailmulino.it). Dario Di Vico, “Perché Grillo è diventato la nuova pancia del paese” (Corriere). Leonardo Becchetti, “Troppo ostracismo sui 5 Stelle” (intervista al Corriere). Davide Allegranti, “Un consulto sul proporzionale” (Foglio). Lorenzo Dellai, “Proposta: un proporzionale a due turni” (Avvenire). Andrea Rossi (Pd), “Matteo da solo non basta. Siamo antipatici all’Italia” (a La Stampa). Lina Palmerini, “I limiti di Renzi nello scenario-coalizione” (Sole 24 ore). Salvatore Vassallo, “Non misuriamo la forza del Pd solo con le tessere” (Unità).

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16 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI E LA QUESTIONE DI UNA NUOVA CULTURA DELLA SINISTRA

16 Gennaio 2017

Alle interviste in contemporanea di Matteo Renzi a Ezio Mauro su Repubblica (“Io, la sinistra e i miei errori. Così cambierò il partito”) e di Silvio Berlusconi a Francesco Verderami sul Corriere (“Non si può votare subito”), segue quella di Pierluigi Bersani,  su Repubblica, il quale critica Renzi (“La lezione non è servita. Su lavoro, fisco e welfare bisogna svoltare a sinistra”); di Bersani si veda anche un più ampio scritto sul suo blog: “Il centrosinistra deve dare vita a una nuova piattaforma politica. La via seguita finora è sbagliata” (ilcampodelleidee.it). Critico anche Eugenio Scalfari in coda al suo editoriale domenicale, che definisce Renzi “un perfetto giocatore di roulette”, ma non un leader (“Lo scudo di Draghi è il ministro del Tesoro europeo”). Dubbioso Giuseppe Sala che scrive al Corriere: “Il Paese è fermo da mesi. Completiamo la legislatura”. Sulle interviste di Renzi e di Berlusconi ragionano Mauro Calise sul Mattino (“La partita dei due capi solitari” e Stefano Folli su Repubblica (“Le convergenze obbligatorie”). Su Renzi si sofferma, sul Mattino, Biagio de Giovanni, con una valutazione in sostanza positiva del suo sforzo di dar vita a una nuova sinistra fuori dai dogmi del passato, e con un appello all’esigenza di nuovo riformismo non sistemico ma incisivo (“Che senso ha una teoria della sinistra?”). Accenti diversi, su natura e compiti della sinistra, in Laura Pennacchi, “Polarizzazione democratica, la via per rinascere” (Manifesto), come pure in Daniela Preziosi, “Sinistra italiana, parte il congresso” (Manifesto). Sui percorsi della sinistra scrive anche Marc Lazar su Repubblica (“La sfida da vincere per essere leader”). Interessante l’intervista al candidato indipendente alle presidenziali francesi Emmanuel Macron (“Io all’Eliseo senza partito. Le Pen mente, l’Europa ci salverà”, Repubblica).

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4 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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DOPO LA SCONFITTA DI RENZI, COSA CAMBIARE?

4 Gennaio 2017

Michele Salvati dopo la sconfitta di Renzi invita a cambiare prospettiva e ad avere maggiore realismo: “Una coalizione riformista contro i populisti” (Corriere della Sera). Sempre sul Corriere Sabino Cassese, altro deluso dalla sconfitta al referendum, sostiene che ora bisogna dedicarsi a rafforzare la struttura esecutiva dello Stato: “Lo Stato inefficiente è l’imbuto dove tutto si ferma”; e Marco Imarisio conclude la sua inchiesta sul Pd: “La primavera tradita”. Franco Monaco, su Il Fatto, critica il governo Gentiloni: “Pd, continuità anche nelle sconfitte”. Ancora su Il Fatto Giorgio Maletti racconta “La quarta via di Bersani contro la crisi infinita”. Monica Guerzoni riferisce: “Proporzionale e larghe intese, ecco chi è già tentato dall’asse tra Pd, FI e centristi” (Corriere). Fabio Martini scrive su “Il crepuscolo della tv renziana” (La Stampa). Curiosa nota di David Allegranti sui collaboratori di Mattarella (“Chi sussurra al Colle”, Foglio). E una nota di Alessandro Di Matteo su la Stampa: “Renzi rilancia l’offensiva anche in dissenso dal Colle”.

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3 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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L’ESAME DI MATURITÀ DI MATTEO RENZI

3 Dicembre 2016

Michele Prospero, sul Manifesto, accusa il centro-destra del vecchio Pci, e insieme l’area giuridico-politologica della Fuci degli anni ’80, e Veltroni, di aver messo in discussione la Costituzione e favorito la moda maggioritaria, fino ad arrivare a Renzi, la cui riforma è “il compimento di una devastante cultura istituzionale maturata nell’ambiente della Fuci e recuperata come ideologia del Pd” (“Qualcuno era comunista sulla Carta”). Giorgio Tonini replica al No al referendum di Lucia Annunziata: “Lucia Annunziata, il No e il comma 22” (sul suo blog). Paolo Pombeni scrive che ora, a prescindere da chi vinca il referendum, si deve “disintossicare il paese dai veleni del qualunquismo che mischia tutto” (“Passata la tempesta”, mentepolitica.it) e, sul Sole 24 ore, parla di “Delegittimazione da archiviare”. Pierluigi Bersani, intervistato da Il Fatto, dice: “Se passa la riforma, la Carta non è più di tutti”. Stefano Folli scrive che, vinca il Sì o il No, il comportamento dopo il voto sarà per Renzi “Il vero esame di maturità” (Repubblica). Per il cristiano democratico tedesco Elmar Brok, presidente della Commissione Esteri del Parlamento europeo, la riforma costituzionale è “Per l’Italia una riforma chiave, la più importante dal dopoguerra” (intervista al Messaggero). La rivista Left racconta “La sinistra che dice No”. Claudio Cerasa sul Foglio esalta Luciano Violante per la “conversione” politica maturata nel corso degli anni (“Un bel voto contro il populismo costituzionale”). Sull’Unità Sergio Staino intervista Michele Serra: “Preoccupante se vince il No. Vedo pura provocazione sul governo”. Lorenzo Dellai, sull’Avvenire, torna sul voto di Prodi: “Il segnale di Prodi: ora si cambi ciclo”. Sul Manifesto Massimo Villone lancia un ultimo appello: “La responsabilità di fermare un azzardo”.

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