9 Giugno 2017
by c3dem_admin
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Sinistra plurale: ricette di un cattolico democratico per un nuovo Ulivo

9 Giugno 2017
di Paolo Palma

 

L’articolo è uscito sul portale di Articolo 1 – Movimento democratico progressista. L’autore è stato deputato dell’Ulivo e capo della segreteria politica del Partito Popolare Italiano; è presidente della Associazione G. Dossetti “Per una nuova etica pubblica”

 

Sinistra o centrosinistra? Centrosinistra tutto attaccato o centro-sinistra col trattino? Credo che nelle definizioni della politica sia meglio essere precisi, perché i messaggi sono diversi a seconda che diciamo sinistra, centrosinistra o centro-sinistra. O, come personalmente preferisco: sinistra plurale, che mi sembra essere, per il nuovo Ulivo in costruzione, la formula più rispondente a questo nostro tempo di oscene e crescenti disuguaglianze, povertà diffusa e svalutazione del lavoro e dei suoi diritti.

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8 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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Il ritorno del proporzionale

8 Giugno 2017
di Sandro Campanini

 

Per tanti di noi che nei primi anni ’90 hanno condiviso la battaglia dei “referendum Segni” per il  maggioritario e “sognato” che anche in Italia si potesse affermare un moderno sistema bipolare o bipartitico, il ritorno al proporzionale – seppure corretto e assai migliore rispetto a quello in vigore fino a prima del 1994 – è indubbiamente ben difficile da accettare.

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7 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PROPORZIONALE SÌ, PROPORZIONALE NO

7 Giugno 2017

Della legge elettorale Stefano Ceccanti offre “Una guida aggiornata ai testi”. Angelo Panebianco, sul Corriere della sera, parla di “Una legge dannosa” (perché il proporzionale ora “non è in grado di fermare i partiti antisistema”). Gustavo Zagrebelsky evoca “la nave dei folli” e ci vede il primato de“Gli interessi di bottega”, non quelli del bene comune (Repubblica). Anche Ezio Mauro evoca “La talpa cieca della sinistra” (Repubblica). Marcello Sorgi vi legge “L’incoscienza dei leader” (La Stampa). Roberto D’Alimonte dice: “Il patto proporzionale salvato a discapito della governabilità” e poi illustra “Chi vince e chi perde con il rebus proporzionale” (Sole 24 ore). Mauro Calise, invece, dice che è “L’unica (mediocre) risposta possibile” (Mattino). E anche Paolo Pombeni in sostanza la difende contro troppi luoghi comuni: “Proporzionale per davvero”. La difende Piero Fassino in un colloquio sul Foglio (“Legge elettorale, il Pd, la sindaco Appendino”). Torna a difenderla Valerio Onida, che spiega: “Un buon sistema elettorale deve favorire convergenze” (Corriere della Sera). Claudio Cerasa ironizza su “La fine del romanzo politico del maggioritario” (Il Foglio). Sabino Cassese riprende la proposta di Luigi Zanda di lavorare soprattutto sui regolamenti parlamentari: “Dare al Parlamento il ruolo che gli spetta” (Corriere). Mentre Ugo De Siervo paventa la “Trappola bocciatura” (La Stampa). Sulla questione dei nominati, il pd Dario Perrini scrive: “La grande bufala dei nominati” (italiaincammino), Walter Tocci insiste: “Il rischio di un Parlamento devoto ai capi partito”. Il Fatto e il Manifesto pubblicano un documento di Anna Falcone e Tommaso Montanari: “Un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”. Sul Foglio Marianna Rizzini avverte: “L’ircocervo Grillo-Salvini esiste. Parlano Orsina, De Giovanni e Adinolfi”.

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7 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI SOTTO L’ASSEDIO DEI PADRI NOBILI

7 Giugno 2017

Dice oggi Goffredo De Marchis su Repubblica: “Renzi sotto l’assedio dei padri nobili” (e cita Prodi, Letta, Veltroni, Napolitano…, il quale definisce “Le urne anticipate colpo alla credibilità dell’Italia”). E Stefano Folli scrive che “nell’idea di Renzi gli scissionisti dovevano essere raffigurati come un gruppetto folcloristico di nostalgici … Ma se si muovono gli ambienti del cattolicesimo democratico, allora il quadro cambia” (“I tormenti di Grillo e le grandi manovre a sinistra”). E ieri Fabio Martini su La Stampa aveva scritto“Adesso Renzi è preoccupato. Le critiche di Prodi possono aprire una diaspora elettorale”; e il Messaggero titolava: “Pd, la fronda ulivista. Pronti a lasciare Bindi, Cuperlo e Monaco”. Oggi Franco Monaco scrive su “La verità” di Belpietro che “L’ossessione di Renzi per il potere trascinerà a fondo l’Italia e il Pd”. Anche Arturo Parisi, pur dicendo di non lasciare il Pd, ha rilasciato una sconfortata intervista a Italia Oggi e parla di “Una marcia indietro di 30 anni”. E Lorenzo Dellai dice all’Avvenire che “Renzi condanna il Pd a rimanere minoranza”. Invece c’è un altro cattolico democratico che sembra più conciliante, il presidente Mattarella: Ugo Magri su La Stampa: “Ma il capo dello Stato guarda con favore all’accordo”, e Marzio Breda sul Corriere: “Il Quirinale si prepara”. Dunque è stato dato il preavviso a Gentiloni, anche se “L’ultimo miglio è pieno di incognite”, come scrive sul Corriere Francesco Verderami.

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6 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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I cattolici democratici nell’epoca di Francesco

6 Giugno 2017
di Luigi Lochi

 

La domanda posta da Ernesto Galli della Loggia a conclusione del suo editoriale apparso sul Corriere della sera del 29 maggio (“L’impegno politico della Chiesa“) ha trovato i cattolici, specialmente quelli più sensibili al valore dell’impegno politico, clamorosamente afoni. Riproduco qui la sua domanda finale: “Può mai esserci l’impegno politico dei cattolici senza la Chiesa o a prescindere da essa?” Benché il racconto contenga alcune forzature, tuttavia ha il merito si svelare gli attuali limiti del laicato impegnato, resi ancora più evidenti e drammaticamente gravi se considerati alla luce del magistero di Papa Francesco.

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5 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PER VALERIO ONIDA LA RIFORMA ELETTORALE ORA VA BENE

5 Giugno 2017

Dopo le ultime modifiche della legge elettorale, per Valerio OnidaOra il testo è ok, rispecchia la nostra realtà politica” (intervista a Repubblica). Massimo Villone spiega sul Manifesto “Perché alla sinistra conviene il proporzionale”. Ma, sempre su Repubblica, Rosy Bindi dice: “Il Pd si fermi su questa legge o non sarà più il mio partito”. Romano Prodi in un’intervista a Il Fatto dice “La mia tenda è vicina al Pd, ma se Renzi si mette con B. io vado altrove”; e sul Messaggero di domenica: “Senza stabilità questo Paese non aggancia la ripresa”. Silvio Berlusconi, intervistato da Il Giornale, dice: “Mai con Renzi. Il centrodestra diviso alle urne tornerà unito al governo”. Su Repubblica Eugenio Scalfari contesta alla legge elettorale che renderebbe inutile il Senato, ma soprattutto invita Renzi a cercare l’alleanza con la sinistra e con il centro di Alfano e Parisi e a non andare a elezioni anticipate (“La riforma che mette la camicia di forza al Senato”). Francesca Schianchi riferisce: “Pisapia inaugura la competizione: ‘complicata un’alleanza con il Pd’” (La Stampa). Goffredo Bettini, della minoranza dem, scrive a Pisapia sul Manifesto e fa una proposta: “Caro Pisapia, pratichiamo ora il futuro centrosinistra”. Claudio Cerasa lancia di nuovo il suo allarme: “L’establishment che non si oppone al grillismo” (Il Foglio). Da Luigi Di Maio, intervistato dal Sole 24 ore, il programma economico di governo: “Sì al taglio del cuneo, più investimenti e calo dell’iva”. E sul Mattino G.A. Falci informa: “Napoli, De Mita prova a rifare la balena bianca”. Biagio De Giovanni sul Mattino: “L’Italia debole nel caos globale”.

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3 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI MASOCHISTA?

3 Giugno 2017

Sempre più severo il giudizio di Paolo Pombeni sulle scelte politiche di Renzi che, a suo avviso, aprono la strada ai Cinque stelle (“Pasticcetto tedesco in salsa partitica”), sui quali scrive Ilvo Diamanti su Repubblica: “M5S, il partito trasversale scelto da giovani e operai” (e scelto soprattutto al Sud, e da chi tifa per Trump e Putin…), e scrive Alessandro Campi sul Messaggero: “Tra svolta e vecchi istinti i 5 Stelle sono al bivio”. Una dura requisitoria nei confronti di Renzi viene da Fabrizio Cicchitto: “L’inspiegabile harakiri del dott. Matteo Renzi” (che parla di “un masochista allo stato puro”). Duro sull’azzardo di Renzi è anche Stefano Folli (“Dem e grillini: il prezzo da pagare sul tavolo della riforma”), su Repubblica; così Massimo Giannini che evoca nientemeno che “il bacio del caimano” (“L’inganno tedesco”). Claudio Cerasa, però, sul Foglio dice che, se non si accetta il tandem Renzi-Berlusconi, non resta che sorbirsi quello M5S-Lega (“Il nuovo bipolarismo senza girarci intorno”). Sulla qualità della legge elettorale verso cui si sta andando scrivono, con pareri diversi, vari costituzionalisti: per Gaetano AzzaritiNon garantisce la libertà di scelta degli elettori” (intervista a La Stampa); per Massimo VilloneBene la bozza, ma serve il voto disgiunto” (intervista a La Stampa); Alessandro Pace spiega “Perché serve la sfiducia costruttiva” (Repubblica). Domenico Pirone sul Messaggero riferisce vari pareri: “Il nodo è il potere di scelta”. Intanto Giuliano Pisapia, sempre con grande cautela, dice: “Ecco il mio Patto per l’Italia” (intervista a La Stampa). E Matteo Renzi rilascia un’intervista al Sole 24 Ore: “La manovra non va sprecata. Stop all’Iva, tagliamo le tasse”.

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3 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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“QUESTA GUERRA QUI, QUEST’ALTRA GUERRA LÀ…”

3 Giugno 2017

Un interessante, ma molto pudico, editoriale di Sergio Romano sul Corriere della Sera, tocca la questione degli armamenti: “Usa, i legami molto pericolosi dell’industria delle armi”. A questa luce, benché fioca, si può leggere l’ultimo dei molti appelli di papa Francesco al limitare il commercio delle armi, di cui dà notizia Salvatore Cernuzio su la Stampa- Vatican Insider.

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3 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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Coinvolgere i cittadini, far emergere i talenti. Intervista a Susan E. George

3 Giugno 2017
di Giandiego Carastro

 

Già docente all’Università di Pisa, pedagogista, autrice teatrale, esperta di percorsi di partecipazione democratica, Susan E. George  è  presidente dell’AIP2 (Associazione italiana per la partecipazione pubblica). “Il nostro problema – dice – è l’incapacità di avere una discussione pubblica seria, approfondita sulle cose che contano”.

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3 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PER STEFANO CECCANTI QUESTA LEGGE È IL MENO PEGGIO. MA…

3 Giugno 2017

Nel suo blog Stefano Ceccanti spiega perché il meno peggio è la legge elettorale su cui ci si è accordati e il voto anticipato (“Attenzione al gioco allo sfascio”), se la prende con il Corriere della Sera e la Repubblica, e dissente da Walter Veltroni (“Con il proporzionale si ritorna agli anni 80”, intervista al Corriere della Sera) e da Luigi Zanda (“Camere, prima del voto cambiamo i regolamenti”, Sole 24 ore); mentre concorda con Luigi Covatta sul fatto che è meglio votare presto (“Legge elettorale. Ora chi staccherà la spina?”, Mattino). La Repubblica pubblica una lettera di Graziano Delrio, ministro che dissente dal voto anticipato e vuole la legge sulla cittadinanza (“Il 2 giugno di tutti“), e un’intervista a Pierluigi Bersani (“Irresponsabile votare senza mettere al sicuro i conti. Gentiloni recuperi la sua dignità”). Stefano Folli mostra come “Non tutto è già scontato sulla strada delle elezioni” (ancora Repubblica). Carlo Bertini, su la Stampa, dice: “Anche nel pd tanti dubbi sul voto. Renzi contestato sulle liste bloccate”. E Vannino Chiti interviene sul Dubbio: “Vi spiego perché Matteo vuole questo mini-Porcellum”.  Arturo Parisi twitta con le parole di Ungaretti (“Alla fine di un ciclo politico”). Fabio Martini riferisce: “La svolta di Pisapia: una sinistra non rancorosa. Prodi e Letta come patron” (La Stampa). Roberto Mannheimer su Il Giornale riferisce: “Il paese chiede le urne ma il 30% è indeciso”.

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