14 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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CATTOLICESIMO DEMOCRATICO. “COME UN FIUME CARSICO…”. E OGGI?

14 Giugno 2017

Su “Appunti alessandrini”, Carlo Baviera raccoglie alcuni fili della riflessione di Alberto Melloni, di Guido Formigoni, di Romano Prodi, di Ernesto Preziosi e, ricordando come si sia detto più volte che il movimento sociale cattolico democratico e popolare era come un fiume carsico, che scorre sotterraneo e che riemerge con forza in superficie, indica due nodi da affrontare per rivitalizzare il contributo che il cattolicesimo democratico può oggi dare al campo riformatore. Da un lato, ritornare a evangelizzare e testimoniare, dunque a formare e dibattere; dall’altro, ritornare a tradurre le sollecitazioni del Vangelo in termini laici. E conclude: “La palla quindi torna alle comunità credenti, e al laicato cattolico che, autonomamente e sotto la propria responsabilità, deve riprendere un cammino interrotto grosso modo verso la fine degli anni ottanta” (“Come un fiume carsico“).

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11 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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LA BABELE POLITICA E IL VOTO AMMINISTRATIVO

11 Giugno 2017

Gianni Cuperlo, “Renzi è confuso. Io e altri parlamentari pd incontreremo Pisapia” (intervista a La Stampa). Pippo Civati, “E’ ora che Giuliano decida” (intervista a Il Fatto). Andrea Orlando, “Il centrosinistra non si ricostruisce con annessioni a caso” (intervista al Corriere della Sera). Elisa Calessi,Pisapia ha già stretto un patto con Prodi” (Libero). Goffredo De Marchis, “Pisapia e il grande freddo con il Pd” (Repubblica). Antonio Padellaro, “Perché Renzi non tornerà a palazzo Chigi da premier” (Il Fatto). Massimo Villone,Come Corbyn. Per la sinistra un progetto non di nicchia” (Manifesto). Marco Damilano, “Benvenuti a Babele” (L’Espresso). Giovanni Orsina,La politica perde il suo potere” (La Stampa). Paolo Pombeni, “Riforme elettorali sul binario morto se non c’è legame con il paese” (Sole 24 ore). Giuseppe Berta, “Trentin e la bussola del cambiamento” (Sole 24 ore). IL VOTO AMMINISTRATIVO: Roberto D’Alimonte, “Test su divisioni a sinistra e M5s” (Sole 24 ore).  Maurizio Martina, “A Genova si gioca il futuro del centro sinistra e del Pd” (intervista al Secolo XIX).

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11 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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LEZIONI DAL VOTO IN GRAN BRETAGNA (E FRANCIA)

11 Giugno 2017

Marc Lazar, “La sinistra europea alla ricerca di radici” (Repubblica). Adriana Cerretelli, “Se l’Europa sceglierà la strada del realismo” (Sole 24 ore). Massimo Nava, “La Francia che attraversa i confini dell’ideologia” (Corriere della Sera). Marco Olivetti, “Gli elettori puniscono le richieste di un plebiscito. Lezioni dal voto in Gran Bretagna” (Avvenire). Lucio Caracciolo, “Londra debole e divisa all’appuntamento con la storia” (Repubblica). Gian Giacomo Migone, “Jeremy indica la retta via” (Il Fatto). David Sassoon, “Successo Corbyn nonostante tutti” (intervista al Manifesto). Leonardo Maisano, “La sinistra che conquista i giovani” (Sole 24 ore). Sergio Fabbrini,L’Europa tra incertezza e crisi d’identità” (Sole 24 ore). Romano Prodi,Il mare nostrum sta diventando il ‘mare loro’” (Messaggero). Stefano Stefanini, “Mosca punta i missili su Berlino. E’ guerra fredda” (La Stampa). Roberto Toscano, “L’inganno populista che crea altre elite” (Repubblica).

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10 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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SE ORA IL PD GUARDA A SINISTRA…

10 Giugno 2017

Le interviste di oggi: Matteo Renzi, “Partita chiusa, voto nel 2018, occupiamoci dell’Italia. Uniti con Giuliano, possibile il 40%” (Corriere della Sera); Luigi Di Maio, “Il sabotaggio l’ha fatto il Pd. I partiti antieuropei? Ideologici” (Corriere della Sera); Pierluigi Bersani, “Sono solo apprendisti stregoni, ma un’intesa è ancora possibile” (La Stampa). Un’intervista di ieri: Silvio Berlusconi, “Il proporzionale dà stabilità. Il M5s non potrà mai avere il 51%” (Corriere della sera). Cronache e commenti: Alessandro Trocino, “Le condizioni di Pisapia a Renzi” (Corriere); Daniela Preziosi,Renzi rivuole Pisapia (e solo lui)” (Manifesto); Stefano Cappellini, “La sinistra e l’obbligo del progetto comune” (Repubblica); Diodato Capone, “Effetto Consultellum: corsa al listone con l’obiettivo del 40%” (Messaggero); Stefano Folli, “Da Berlusconi a Corbyn, un Pd che guarda alla sua sinistra deve cambiare identità” (Repubblica); Roberto D’Alimonte, “Consultellum, cambio di strategia per i partiti, ma la governabilità rimarrebbe una chimera” (Sole 24 ore); Piero Bevilacqua, “Pisapia e il miraggio del vecchio centrosinistra” (Manifesto). A sinistra-sinistra si discute del “manifesto” di Tommaso Montanari e Anna Falcone e di quale unità e di come: Stefano Fassina, “Sinistra unita, il cammino può essere comune” (Il Fatto), Livio Pepino, “Prima l’identità, poi verranno le alleanze” (Manifesto).

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9 Giugno 2017
by c3dem_admin
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Sinistra plurale: ricette di un cattolico democratico per un nuovo Ulivo

9 Giugno 2017
di Paolo Palma

 

L’articolo è uscito sul portale di Articolo 1 – Movimento democratico progressista. L’autore è stato deputato dell’Ulivo e capo della segreteria politica del Partito Popolare Italiano; è presidente della Associazione G. Dossetti “Per una nuova etica pubblica”

 

Sinistra o centrosinistra? Centrosinistra tutto attaccato o centro-sinistra col trattino? Credo che nelle definizioni della politica sia meglio essere precisi, perché i messaggi sono diversi a seconda che diciamo sinistra, centrosinistra o centro-sinistra. O, come personalmente preferisco: sinistra plurale, che mi sembra essere, per il nuovo Ulivo in costruzione, la formula più rispondente a questo nostro tempo di oscene e crescenti disuguaglianze, povertà diffusa e svalutazione del lavoro e dei suoi diritti.

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8 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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Il ritorno del proporzionale

8 Giugno 2017
di Sandro Campanini

 

Per tanti di noi che nei primi anni ’90 hanno condiviso la battaglia dei “referendum Segni” per il  maggioritario e “sognato” che anche in Italia si potesse affermare un moderno sistema bipolare o bipartitico, il ritorno al proporzionale – seppure corretto e assai migliore rispetto a quello in vigore fino a prima del 1994 – è indubbiamente ben difficile da accettare.

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7 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PROPORZIONALE SÌ, PROPORZIONALE NO

7 Giugno 2017

Della legge elettorale Stefano Ceccanti offre “Una guida aggiornata ai testi”. Angelo Panebianco, sul Corriere della sera, parla di “Una legge dannosa” (perché il proporzionale ora “non è in grado di fermare i partiti antisistema”). Gustavo Zagrebelsky evoca “la nave dei folli” e ci vede il primato de“Gli interessi di bottega”, non quelli del bene comune (Repubblica). Anche Ezio Mauro evoca “La talpa cieca della sinistra” (Repubblica). Marcello Sorgi vi legge “L’incoscienza dei leader” (La Stampa). Roberto D’Alimonte dice: “Il patto proporzionale salvato a discapito della governabilità” e poi illustra “Chi vince e chi perde con il rebus proporzionale” (Sole 24 ore). Mauro Calise, invece, dice che è “L’unica (mediocre) risposta possibile” (Mattino). E anche Paolo Pombeni in sostanza la difende contro troppi luoghi comuni: “Proporzionale per davvero”. La difende Piero Fassino in un colloquio sul Foglio (“Legge elettorale, il Pd, la sindaco Appendino”). Torna a difenderla Valerio Onida, che spiega: “Un buon sistema elettorale deve favorire convergenze” (Corriere della Sera). Claudio Cerasa ironizza su “La fine del romanzo politico del maggioritario” (Il Foglio). Sabino Cassese riprende la proposta di Luigi Zanda di lavorare soprattutto sui regolamenti parlamentari: “Dare al Parlamento il ruolo che gli spetta” (Corriere). Mentre Ugo De Siervo paventa la “Trappola bocciatura” (La Stampa). Sulla questione dei nominati, il pd Dario Perrini scrive: “La grande bufala dei nominati” (italiaincammino), Walter Tocci insiste: “Il rischio di un Parlamento devoto ai capi partito”. Il Fatto e il Manifesto pubblicano un documento di Anna Falcone e Tommaso Montanari: “Un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”. Sul Foglio Marianna Rizzini avverte: “L’ircocervo Grillo-Salvini esiste. Parlano Orsina, De Giovanni e Adinolfi”.

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7 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI SOTTO L’ASSEDIO DEI PADRI NOBILI

7 Giugno 2017

Dice oggi Goffredo De Marchis su Repubblica: “Renzi sotto l’assedio dei padri nobili” (e cita Prodi, Letta, Veltroni, Napolitano…, il quale definisce “Le urne anticipate colpo alla credibilità dell’Italia”). E Stefano Folli scrive che “nell’idea di Renzi gli scissionisti dovevano essere raffigurati come un gruppetto folcloristico di nostalgici … Ma se si muovono gli ambienti del cattolicesimo democratico, allora il quadro cambia” (“I tormenti di Grillo e le grandi manovre a sinistra”). E ieri Fabio Martini su La Stampa aveva scritto“Adesso Renzi è preoccupato. Le critiche di Prodi possono aprire una diaspora elettorale”; e il Messaggero titolava: “Pd, la fronda ulivista. Pronti a lasciare Bindi, Cuperlo e Monaco”. Oggi Franco Monaco scrive su “La verità” di Belpietro che “L’ossessione di Renzi per il potere trascinerà a fondo l’Italia e il Pd”. Anche Arturo Parisi, pur dicendo di non lasciare il Pd, ha rilasciato una sconfortata intervista a Italia Oggi e parla di “Una marcia indietro di 30 anni”. E Lorenzo Dellai dice all’Avvenire che “Renzi condanna il Pd a rimanere minoranza”. Invece c’è un altro cattolico democratico che sembra più conciliante, il presidente Mattarella: Ugo Magri su La Stampa: “Ma il capo dello Stato guarda con favore all’accordo”, e Marzio Breda sul Corriere: “Il Quirinale si prepara”. Dunque è stato dato il preavviso a Gentiloni, anche se “L’ultimo miglio è pieno di incognite”, come scrive sul Corriere Francesco Verderami.

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6 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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I cattolici democratici nell’epoca di Francesco

6 Giugno 2017
di Luigi Lochi

 

La domanda posta da Ernesto Galli della Loggia a conclusione del suo editoriale apparso sul Corriere della sera del 29 maggio (“L’impegno politico della Chiesa“) ha trovato i cattolici, specialmente quelli più sensibili al valore dell’impegno politico, clamorosamente afoni. Riproduco qui la sua domanda finale: “Può mai esserci l’impegno politico dei cattolici senza la Chiesa o a prescindere da essa?” Benché il racconto contenga alcune forzature, tuttavia ha il merito si svelare gli attuali limiti del laicato impegnato, resi ancora più evidenti e drammaticamente gravi se considerati alla luce del magistero di Papa Francesco.

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