30 Maggio 2020
by Giampiero Forcesi
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NOTE SULLA FASE DUE (DONNE E LAVORO…). E SUL RECOVERY PLAN

30 Maggio 2020

Alessandra Smerilli, “Lavoro e cura, le donne sanno rinnovare” (Avvenire). Veronica Passeri,Mamme e lavoro, in pista le idee per ripartire” (Il Giorno). Angelo Panebianco,Lo scatto culturale che serve” (Corriere della sera). Fabrizio Barca, “Disuguaglianze, una ferita ereditaria” (intervista a Repubblica). Carlo Bonomi, “Riforme subito o l’Italia non ce la farà” (intervista a La Stampa). Maurizio Ambrosini (sul parziale intervento per gli immigrati): “Una mezza vittoria civile e un impegno tutto intero” (Avvenire). RECOVERY PLAN: Intervista di Paolo Gentiloni al Corriere: “Recovery plan, l’Italia affronti la sfida con serietà”. Intervista del commissario europeo del Bilancio Johannes Hahn a La Stampa: “Adesso Roma deve investire nel Sud e semplificare la macchina amministrativa”. Pier Carlo Padoan, “Adesso tocca agli stati” (Foglio). Pietro Reichlin, “Il debito pubblico europeo e l’aumento dei rischi” (Sole 24 ore). Pierre Moscovici, “La sfida è una spesa di qualità” (intervista a La Stampa). Tommaso Di Francesco, “Una lunga marcia in Europa, l’avvio di un cambio di paradigma” (Manifesto).  Giampaolo Rossi, “L’Unione lasci indietro chi frena” (Avvenire).

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17 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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I TIMORI DELL’EUROPA PER GLI IMPROVVISATORI AL POTERE IN ITALIA

17 Gennaio 2018

Beda Romano sul Sole 24 ore riferisce: “Moscovici: voto in Italia, un rischio per l’Europa” (e come dargli torto?). Del resto basta legge l’intervista del Corriere della Sera a Marine Le Pen di un paio di giorni fa: “Sto con Salvini. Bene le idee dei 5 stelle”. Marta Dassù, su la Stampa, spiega bene il clima in Europa attorno al voto italiano: “La sindrome greca nelle urne”. Franco Venturini, sul Corriere, si chiede: “Sta tornando l’Europa, e l’Italia cosa fa?”. Ancora sul Corriere un preciso intervento di Salvatore Bragantini: “Sul debito pubblico servono decisioni credibili”. Viceversa, come scrive Massimo Giannini, si temono “Improvvisatori al potere” (Repubblica). Mentre il candidato del Pd a governatore della Lombardia, Giorgio Gori spiega “Il riformismo di razza pd”, sul Foglio, quello della destra, Attilio Fontana sprofonda ne “I sofismi razzisti” (Nadia Urbinati, Repubblica) e Elisabetta Moro spiega “Perché Fontana è un razzista che ignora la Costituzione” (Mattino), costituzione il cui art. 3 è difeso, anche nella terminologia obsoleta, da Massimo Villone sul Manifesto: “Ma in quella norma c’è l’identità del Paese”. … “Un Paese diviso in tre parti”, dice nel suo editoriale sul Corriere della Sera Antonio Polito, e la parte più debole sembra il Pd in cerca di un vessillo convincente da alzare agli occhi del popolo, a fronte degli altri due poli che due parole d’ordine efficaci le hanno trovate (a detta di Bill Emmott: “I paradossi nascosti nelle urne”, la Stampa). Intanto Emanuele Macaluso scrive: “Grasso dimentica chi sono davvero i 5 stelle…” (Il Dubbio) e Sabino Cassese riflette sul Foglio su “Il passaggio del 4 marzo”.

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10 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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PARTITI DI SINISTRA ALLA DERIVA (E SI PARLA DI FORMARE NUOVI LEADER POLITICI)

10 Maggio 2017

L’intervista di ieri di Romano Prodi al Corriere (qui segnalata), in cui parlava di superamento della dicotomia destra-sinistra, è ripresa da Il Foglio: “Il professor Prodi e la postpolitica”. E il dibattito su una sorta di esaurimento dei partiti tradizionali, e in particolare delle socialdemocrazie, emersa dopo la vittoria di Macron (e già accennata da Massimo Adinolfi), ritorna: Bernardo Valli, “La Francia che sparisce” (Repubblica); Anais Ginori, “Socialisti. Il giro di Valls: ‘Sono morti, vado da Macron’”; Daniel Cohn Bendit, in un colloquio sul Foglio, “Socialisti. Assaliti dalla realtà”; Massimo Cacciari, “Le forze della sinistra si stanno sfasciando. Non hanno capito il mondo” (intervista a La Stampa); Giuliano Ferrara, “Rivalutazione del normale Hollande” (Il Foglio). Reagisce però il socialista Pierre Moscovici, intervistato dal Corriere: “Non finiremo macroniani”. Piero Fassino sull’Unità prende atto della forte crisi dei partiti di sinistra e scrive: “Il coraggio di cambiare” (L’Unità). Su Appunti Alessandrini il senatore Pd Daniele Borioli scrive: “Viva Macron, ma non muoia il socialismo”. Forse per questa crisi estrema dei partiti, Matteo Renzi, intervistato dal Corriere della Sera, aderisce alla proposta di Barack Obama: “Dall’Italia aiuterò Barack a creare nuovi leader politici”. E Paolo Pombeni consiglia Renzi di dedicarsi a portare dentro al Pd forze nuove della società civile (“Ritorno al partito?”, mentepolitica.it). Poi c’è Beppe Grillo che, in modo sbracato, dice la sua (così riportata e titolata su Il Fatto): “La nostra risata seppellirà la destra, e i giovani vecchi”.

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26 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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LE BANDIERE BLU TORNANO NELLE PIAZZE

26 Marzo 2017

Andrea Bonanni, “Quelle bandiere blu che tornano nelle piazze” (Repubblica). “Passo avanti nell’unica rotta possibile” scrive Romano Prodi sul Messaggero. Per Eugenio Scalfari, però, “Ora la Ue deve sbrigarsi: diventi uno Stato o tutto crolla” (Repubblica). Paolo Cacace: “L’affondo di Mattarella: una nuova Costituente o si rischia la paralisi”. Per Giuseppe De RitaDobbiamo abbandonare la retorica del superstato” (Corriere della Sera). Scrive Franco Venturini sempre sul Corriere della Sera: “Ma non è una festa ipocrita”. Per Sergio FabbriniIl futuro è l’Unione federale” (Sole 24 ore). Marco Travaglio sul Fatto la mette così: “Funeral party”. Sul Manifesto  Etienne Balibar legge l’incontro romano da sinistra (marxista): “Europa, perché non dobbiamo dirci sconfitti”. Luigi Zingales commenta così: “Salviamo la Ue dagli europeisti” (Sole 24 ore). Sabino Cassese, intervistato dall’Unità: “Ue irreversibile, resta la casa di tutti”. Lorenzo Dellai su Avvenire: “’L’Europa nostro Paese’. La lezione di Andreatta a dieci anni dalla morte”. Ivo Caizzi spiega: “Ecco le cinque mosse per la nuova Europa” (Corriere). Ieri Pierre Moscovici aveva detto a Repubblica: “L’Italia resti nel cuore dell’Ue. Se non mette a posto i conti rischia di finire ai margini”. E Giuliano Amato al Messaggero: “Nessuno sconto a Londra, ma l’Europa faccia di più”.

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