17 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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SE LUIGI DI MAIO GRIDA ALL’EVERSIONE

17 Marzo 2017

La scelta del governo di abolire i voucher non convince Romano Prodi, intervistato dal Mattino: “Sbagliato abolire i voucher”. Pietro Ichino sul Foglio si chiede: “Davvero semplificare il lavoro significa togliergli dignità?”. Lina Palmerini sul Sole scrive: “Il dietrofront del Pd sui voucher e la spia rossa che si accende sul governo”; e anche l’Avvenire obietta: Francesco Riccardi, “Lucidità e coraggio che vanno trovati”. Il voto del Senato su Minzolini fa gridare all’eversione, con Di Maio, anche l’avvocato Gianluigi Pellegrino sul Fatto (“Un suicidio eversivo da parte delle istituzioni”), ma Francesco Bei su La Stampa difende i 19 senatori Pd che hanno votato a favore di Minzolini (tra cui Mario Tronti) e stigmatizza le parole del leader 5Stelle: “Strappo che va oltre la politica”. Luigi Zanda a Repubblica: “Scambio con Lotti? Offensivo, basta scimmiottare i populisti”. Giorgio Tonini, intervistato da La Stampa, dice: “Non siamo solo passacarte”; e Rosaria Capacchione, intervistata dall’Unità, dice: “Ho votato sì per coerenza”. Il M5S intanto presenta la sua squadra di governo: Ilario Lombardo, “Il governo dei grillini” (La Stampa). E Alessandro Campi scrive: “Se M5S sogna un governo di minoranza” (Messaggero). Quanto alle primarie Pd, Nicola Piepoli su La Stampa scrive: “Primarie Pd, Renzi al 75%”, Emilia Patta sul Sole analizza la mozione congressuale di Renzi: “Un Pd senza alleati che punta su Europa e fisco”. Maurizio Martina in un’intervista all’Unità: “Con Renzi faremo un Pd popolare contro il populismo”.

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17 Marzo 2017
by c3dem_admin
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Quei continui attacchi alla magistratura

17 Marzo 2017
di Nino Labate

 

Gli attacchi alla magistratura non si fermano. La vicenda Consip non c’entra, ma la realtà è che, in modi più o meno soft, più o meno palesi, più o meno indiretti, ormai da un quarto di secolo a questa parte, dopo Tangentopoli, questo autonomo potere dello Stato è sotto tiro: un indiscutibile potere costituzionale, messo a guardia di una società che spinge gli “spiriti animali” verso l’individualismo e a farsi prima di tutto i fatti propri con tutti i mezzi, e solo dopo, se avanza tempo, a praticare la solidarietà con quelli degli altri.

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16 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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NEOEUROPEISMO?

16 Marzo 2017

Dopo il voto in Olanda si parla di “Neoeuropeismo” (David Carretta sul Foglio). Massimo Adinolfi: “Europa, la svolta” (Il Mattino). Luigi Covatta, sul Mattino, a proposito di Olanda cita Macron e dice: “Voto in Olanda, la rivincita dell’ideologia”. Jurgen Habermas: “Il populismo? Si vince tornando vicino agli ultimi” (Repubblica da Micromega). Dice Marc Lazar: “I populisti sono minoritari ma hanno fatto cambiare la politica. Ora facciamo ripartire l’Europa” (intervista a Repubblica).

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15 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI E IL PROBLEMA DEL PARTITO

15 Marzo 2017

Mauro Calise dà fiducia all’approccio usato da Renzi al Lingotto: “Tra noi e io il nuovo Pd secondo Matteo” (Mattino). E qui è il testo della mozionecongressuale di Matteo Renzi: “Avanti, insieme”. Anche Giuseppe Turani sull’Unità vede un Renzi rafforzato e sulla strada giusta (ma di fronte a compiti ardui): “Cosa rimane del Lingotto”. Ma Claudia Mancina, pur sostenitrice di Renzi, individua un forte limite nel suo Pd: “L’egemonia culturale che manca al Pd” (Mattino). Piero Ignazi, su Repubblica, critica l’assenza di un vero confronto politico interno al Pd: “Il congresso inesistente”. Anche Paolo Pombeni, su mente politica.it, punta il dito sul Pd come guscio vuoto: “Renzi e il problema del partito”. Gianluca Luzi su Repubblica presenta il nuovo libro di Enrico Letta, e annota: “Per Enrico Letta è un errore puntare sull’uomo forte”.  Sandra Zampa dice all’Unità: “Con Orlando perché ricorda lo spirito dell’Ulivo di Prodi”. Sul sito Landino.it Giorgio Armillei replica all’articolo pubblicato da Guido Formigoni sul sito di c3dem: “Dossettiano e basta. Come sbagliare su Grillo e dintorni”.

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14 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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Perché la mancata chiusura della transizione resta un problema (che si aggrava)

14 Marzo 2017
di Stefano Ceccanti

 

Mi sembra che il testo di Guido Formigoni pubblicato da c3dem (Nella crisi del Pd la crisi di un modello di democrazia) non tenga presente un dato centrale: per funzionare in modo decente una grande democrazia deve disporre di almeno uno di questi due fattori: un sistema forte dei partiti (pochi partiti, disciplinati e ben coalizzabili) e/o incentivi istituzionali forti.

L’Italia disponeva sino al 1989 del primo dei due fattori, in modo per alcuni aspetti analogo a quello della Germania, anche se da noi l’alternanza non era ancora possibile. Il sistema trovava un suo equilibrio nella rotazione interna alla coalizione di maggioranza: prima soprattutto tra le correnti della Dc, finché essa raccoglieva il 40% dei voti, e poi anche con gli altri partiti. La Francia, che invece non disponeva di un partito perno di forza analoga e che aveva necessità di prendere decisioni forti a causa del suo maggiore ruolo internazionale, aveva surrogato la debolezza dei partiti con le nuove istituzioni forti del 1958-1962, un doppio meccanismo maggioritario in grado di strutturare il sistema.

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12 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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DEMAGOGIA E CARISMA

12 Marzo 2017

Romano Prodi firma il suo consueto articolo domenicale sul Messaggero, guardando al mondo, Italia compresa: “Troppo potere ai leader nel declino dei partiti”. Eugenio Scalfari, nel suo editoriale su Repubblica, individua un merito e un demerito in Matteo Renzi: “Demagogia e carisma, così Renzi andrà al voto”. Su Il Fatto di ieri un articolo di Franco Monaco, critico sia del Lingotto di Veltroni 2007 (a differenza di Scalfari) sia di quello di Renzi 2017: “Pd 2007-2017, dall’innovazione alla protezione”.  Umberto Minopoli, su face book, sintetizza e commenta l’intervento del filosofo Biagio de Giovanni al Lingotto: “Le quattro verità”. Su Repubblica Massimo Giannini descrive più ombre che luci nel Lingotto renziano: “La Leopolda a Torino”; mentre Alessandra Longo riferisce: “’Il Pd non può essere nostro nemico’. Pisapia lancia la sfida dei progressisti”; e Goffredo De Marchis annota: “Il paletto di Matteo sul dialogo:’Sì a Giuliano, no a chi ha rotto”. Intervistato dal Messaggero Andrea Orlando dice: “Il Pd non autosufficiente, ma basta alleanze a destra”. Piero Fassino intervistato dall’Unità: “Ha ragione Matteo, l’Europa ha bisogno di più democrazia”. Due interviste di Francesco Paolo Casavola sulla giornata di violenza a Napoli: “Il primo cittadino ha sbagliato, non può ribellarsi al governo” (Repubblica), “Casavola: ‘Sindaco fuori del seminato, di questo passo si torna nelle foreste”.

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11 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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LINGOTTO, PRIMA GIORNATA

11 Marzo 2017

All’indomani della relazione di Matteo Renzi al Lingotto, il solo politologo che firma un commento favorevole è Mauro Calise, sostenitore convinto del Pd renziano a vocazione maggioritaria (sul Mattino, “La nuova sfida ai grillini”, e con un’intervista all’Unità: “Il Pd non può esistere nei limiti ristretti della vecchia sinistra”). Sul sito approntato per la manifestazione del Lingotto (Italia in cammino) compare una lettera di incoraggiamento di Michele Salvati. La Repubblica ha cronache e non commenti, ma pesano l’articolo di Stefano Folli di ieri, che concede poco a Renzi (“Ma Macron è lontano”) e quello dell’altro ieri di Guido Crainz (“Pd, cosa resta dell’ultimo Lingotto”). Su Corriere della Sera Massimo Franco scrive: “Il rischio di chiudersi e dividersi”. Su La Stampa un commento perplesso di Federico Geremicca (“La rischiosa scommessa del leader”) e uno più positivo di Marcello Sorgi (“Un leader che non è più sicuro di vincere”). Su La Stampa anche un’intervista a Roberto Speranza: “Da Matteo nessuna svolta. Con Pisapia ricostruiremo la sinistra che lui ha scassato”. Sul Dubbio un’intervista a Bruno Tabacci: “Sto con Pisapia per ricostruire con garbo il centro-sinistra”.  Sul Corriere della Sera, in risposta a Ernesto Galli Della Loggia (“Progresso (e declino) a sinistra”, Corsera), interviene Andrea Orlando:Per la sinistra il progresso è un’aspirazione imprescindibile”.

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11 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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Nella crisi del Pd la crisi di un modello di democrazia

11 Marzo 2017
di Guido Formigoni

 

La crisi attuale del Pd non sembra solo la crisi di un partito. Mi pare non si comprenda la dinamica che si è messa in gioco se si guarda solo al comportamento dei singoli attori e alle loro scelte (o non scelte). Il Pd appare il punto di catalizzazione di una crisi sistemica molto più profonda e generale. Che è l’implosione di un certo modello di transizione della democrazia italiana fuori dalle secche che si erano aperte negli anni Novanta.

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10 Marzo 2017
by Giampiero Forcesi
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Che cosa è più giusto per una comunità? Colloquio con Antonio Floridia sulla democrazia deliberativa

10 Marzo 2017
di Giandiego Carastro

 

“Democrazia deliberativa”, dunque, è una visione della democrazia che fonda la legittimità democratica delle decisioni collettive non solo sulla “legalità” delle procedure istituzionali, ma anche sulla legittimazione che deriva da un processo pubblico e inclusivo di formazione e trasformazione delle opinioni e dei giudizi dei cittadini. La democrazia deliberativa si oppone dunque alle visioni “plebiscitarie” e “tecnocratiche” della democrazia, ma anche alle ricorrenti illusioni su un possibile ritorno alla democrazia “diretta”. La qualità di una democrazia si fonda sulla possibilità che i cittadini si formino un giudizio riflessivo, ponderato e informato, e che questo avvenga attraverso un dialogo pubblico.

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