23 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IL NEMICO DA BATTERE È L’UMORE ANTIPOLITICO

23 Giugno 2016

“Sembra che si sia di fronte alla resa, davvero piena di incognite inquietanti, dei partiti” scrive Massimo L. Salvadori su Repubblica e afferma che non esistono in democrazia partiti della nazione ma solo partiti nella e per la nazione, e però partigiani cioè sostenitori di un’idea di società rispetto (e contro) ad altre; e non sono sufficienti le primarie, specie se troppo aperte (“Che cosa c’è dopo i partiti”). Dice Mario Tronti, in un’intervista all’Unità, che oggi il nemico da battere è l’umore antipolitico, che il Pd ha a lungo cavalcato in passato (“un errore devastante”); e l’antipolitica (e il M5S con essa) il Pd deve combatterla smettendo di guardare al centro, che non esiste quasi più, ma costruendo non un centro-sinistra ma una sinistra nuova, di governo, anche con una leadership forte ma con classi dirigenti autorevoli e riconosciute, al centro e in periferia (“Per battere l’antipolitica il Pd riscopra il conflitto”). INOLTRE:  Matteo Renzi, “E-news“. Stefano Folli, “Pd, anche la minoranza cerca una rotta” (Repubblica). Stefano Ceccanti, “Riforme, ecco perché D’Alema sbaglia” (Unità) e Claudio De Vincenti, “D’Alema sbagli. Il Paese viene prima degli interessi di parte” (intervista al Corriere della Sera). Pier Luigi Bersani, “Più sinistra per battere i movimenti populisti” (intervista all’Unità). Emanuele Macaluso, “L’M5S vuole smantellare la democrazia” (Il Dubbio). Marianna Madia, “Noi rottamati dai cittadini. Prodi fa bene a richiamarci” (intervista a Repubblica).

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22 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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RIFARE IL PD

22 Giugno 2016

“E’ evidente come il renzismo delle origini abbia esaurito la propria spinta. C’è bisogno di una fase due: più analisi, più visione, più ascolto”, così Aldo Schiavone sul Corriere della Sera (“Un Paese in crisi alla ricerca di se stesso”). Fa discutere l’intervista di Massimo D’Alema al Corriere: “Renzi sta rottamando il Pd”. Per Romano Prodi il problema non sono i politici ma le politiche: “Due anni bastano per logorarsi. Necessario cambiare politiche” (intervista a Repubblica). Tra le ricette consigliate al Pd ci sono quelle, non molto dissimili, di Guido Crainz (“Al Pd è mancata una classe dirigente”, Repubblica), di Claudio Cerasa (“Renzi e la carta da giocare”, Il Foglio) e di Mauro Calise (“Rifare il Pd, la sfida più dura per Renzi”, Il Mattino). Sul M5S (oltre che sul Pd) i giudizi dello storico Giovanni De Luna (“Pd al capolinea, ma l’M5S non è la risposta”, Manifesto), Paolo Pombeni (“M5S, con la destra una convergenza che potrebbe non durare”, Sole 24 ore), Giorgio Tonini (“Al M5S conviene il sì al referendum”, Unità). L’opinione di Savino Pezzotta: “Questo voto chiede giustizia sociale” (Il Dubbio). Simile la riflessione di Francesco Bei su La Stampa: “La risposta allo smacco delle urne”.

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21 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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MATTEO RENZI E IL PD DOPO IL VOTO

21 Giugno 2016

Stefano Folli, “Gli elogi del premier ai vincitori, ultima arma contro gli avversari interni” (Repubblica); Maria Teresa Meli, “Il premier vuole una segreteria politica e pensa a Martina, Zingaretti e Rossi” (Corsera); Emilia Patta, “Dal premier nessuna apertura sull’Italicum”; e Stefano Ceccanti all’Avvenire dice: “Italicum, unico antidoto ai governissimi”.  Sul che fare: Alfredo Reichlin, “La svolta necessaria” (Unità); Vannino Chiti,Caro Matteo, il Pd è tutto da rifare” (intervista a Il Dubbio); Gianni Cuperlo, “Nelle periferie ci guardano come marziani” (intervista a La Stampa); Piero Fassino, “Il premier ascolti di più e affidi il partito a un suo vice” (intervista a Repubblica).

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21 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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LA POLITICA IN ITALIA. SENZA BUSSOLA

21 Giugno 2016

Per Ilvo Diamanti queste elezioni segnano una svolta: la perdita di contatto della politica con la storia e l’identità (“La fede politica che perde le radici”, Repubblica). Anche Ezio Mauro scrive de “La storia rottamata”. Biagio De Giovanni  è più cauto: “Se la narrazione di Palazzo Chigi convince meno” (Mattino). Claudio Cerasa sul Foglio analizza “La prima sconfitta di Renzi”. Sull’Unità “L’analisi del voto” di due renziani critici, E. Gualmini e S. Vassallo. Annota Roberto D’Alimonte: “Appendino votata dal centrodestra, Sala dalla sinistra” (Sole 24 ore). Giovanni Orsina su La Stampa spiega “La metamorfosi dei grillini”. Nella sua prima intervista Davide Casaleggio dice al Corriere della Sera: “Non mi candiderò mai”. Lina Palmerini sul Sole 24 ore mette in guardia: “Renzi, Grillo e il cambiamento. Rischi di uno slogan”. Anche Gian Antonio Stella avverte: “Il bagno di realtà che serve ai Cinque stelle” (Corsera). Alberto Leiss, sul Manifesto, non s’entusiasma per il voto e riflette sui “Populismi”. Per Barbara Spinelli è diverso: “Populisti? E’ gente che vuol decidere” (Il Fatto).

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21 Giugno 2016
by Giampiero Forcesi
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«Lezioni» amministrative

21 Giugno 2016
di Guido Formigoni

 

E’ senz’altro difficile considerare in termini generali le lezioni politiche ricavabili dall’esito dell’importante votazione amministrativa dell’ultima tornata, per una serie di motivi credo comprensibili. Certo è un voto locale, come si è ben guardato di ripetere il presidente del Consiglio, sottraendosi in parte a una situazione difficile. Molto di più, è stato un voto condizionato da una notevole serie di liste civiche e di sigle curiose ed estemporanee, frutto in parte di una comprensibile dinamica locale della partecipazione, ma forse anche parzialmente dovuto a una sorta di operazione di camuffamento della classe politica, a fronte dei chiari di luna critici dilaganti nell’opinione pubblica. C’è poi il discorso ancor più complesso di valutare quanto siano pesati i singoli candidati presentati, che a volte hanno fatto la differenza, sia nel bene che nel male. L’aumento notevole dell’astensionismo è poi un ulteriore punto interrogativo: da dove viene questa tendenza?

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20 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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LA ROTTAMAZIONE GRILLINA

20 Giugno 2016

Per Massimo Franco la vittoria dei 5 stelle “è il sintomo esasperato della delusione verso i partiti storici” ma è anche “figlio di errori di sottovalutazione e di un filo di presunzione” del Pd di Renzi (“Gli errori e le insidie”, Corriere della Sera). Ancora sul Corriere Aldo Cazzullo, riguardo a Torino, scrive: “Finisce la storica alleanza di governo tra gli ex nemici Fiat e Pci” (“La sconfitta nella città simbolo”) e Gian Antonio Stella titola il suo pezzo: “Il messaggio nazionale delle cinque capitali”. Il bel discorso di Chiara Appendino dopo la vittoria a Torino (Torino Today). Per Stefano Folli su Repubblica quello elettorale “è soprattutto un pessimo risultato per il ‘renzismo’ inteso come ambizioso disegno volto a rimodellare l’Italia definendo i contorni di un partito personale costruito sul carisma del leader” (“La rottamazione grillina che batte il renzismo”); Goffredo De Marchis riferisce “La difesa di Renzi: vincono le facce giovani”; e Annalisa Cuzzocrea cita il leader  5 stelle: “’Ora siamo pronti per governare’. Di Maio in corsa per Palazzo Chigi”. Ma Paolo Pombeni annota: “Per i 5 stelle trionfo nelle urne. Ora la prova del governo” (Sole 24 ore). Per Norma Rangeri sul Manifesto è “Una sconfitta capitale”. E Mario Ajello racconta “La capitale secondo Virginia” (Messaggero). Claudio Cerasa guarda avanti: “Il renzismo è in crisi o no? Cinque leve da azionare in fretta per lasciarsi alle spalle i ballottaggi” (Foglio). In un’intervista a Libero il pensiero di Peter Gomez e del Fatto quotidiano: “Valori in comune coi grillini, e basta con le olgettine del Pd”. Riassume Federico Geremicca su La Stampa: “Da uno contro tutti a tutti contro uno”. E la Chiesa? Scrive Andrea Tornielli su La Stampa: “La chiesa tra curiosità e paura, ma nessuna porta chiusa”.

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18 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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I due obbiettivi del referendum “costituzionale”

18 Giugno 2016
di Silvano Bert

 

Sono in quattro i convocati allo stesso tavolo per confrontarsi sulla riforma costituzionale, due per il sì e due per il no. Non succederà spesso, per questo dobbiamo essere grati a quelli, il sindacato della Cgil in primo luogo, che si sono cimentati in questa impresa. A Trento trovo la Sala Rosa affollata, e infuriata negli applausi e nei dissensi. C’è da essere preoccupati del clima con cui ci avviciniamo al “giorno del giudizio” d’autunno. Non è questione di ceto politico, di Giorgio Tonini e Sergio Fabbrini da una parte, di Felice Casson e Lorenza Carlassare dall’altra. La divisione è accesa proprio nell’area democratica e di sinistra della società, fra chi ritiene necessario, “un’urgenza”, modernizzare la macchina della Costituzione, e chi vi vede un imbroglio, “un pericolo”.

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18 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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LA SANTA ALLEANZA CONTRO IL PD

18 Giugno 2016

Luigi Zanda,Dietro Giachetti l’eredità dei grandi sindaci” (intervista al Messaggero). Paolo Pombeni, “La Santa Alleanza contro il Pd” (Unità). Mario Calabresi, “Un test per il Pd” (Repubblica). Giuseppe Vacca, “Grillini e De Magistris sono la nuova destra” (intervista al Mattino). Massimo Adinolfi,Se la politica si cela dietro una maschera” (Mattino). Claudio Cerasa, “Il godimento dei ballottaggi” (Foglio). Paolo Pombeni, “L’impatto delle urne su partiti e referendum” (Sole 24 ore). Norma Rangeri, “I labirinti del voto” (Manifesto).

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17 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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LE LITI A SINISTRA

17 Giugno 2016

Breve ma succosa e illuminante, sui divari nella sinistra, l’intervista rilasciata a Repubblica da Tommaso Montinari, storico dell’arte che Virginia Raggi voleva ingaggiare per la sua eventuale giunta a Roma: “Sì, Massimo mi ha chiamato per dirmi di stare con la Raggi”. Alla sinistra italiana, e europea, dedica un’analisi utile, sempre su Repubblica, Marc Lazar che spiega le differenze tra le tre sinistre esistenti: “Il caso nel Pd e le liti a sinistra”. In un editoriale su La Stampa Marcello Sorgi ritiene probabile, dopo i ballottaggi e dopo il referendum (se anche il Sì vincesse, ma di misura), la prospettiva di un partito di sinistra separato dal Pd centrista di Renzi: “Renzi in silenzio prepara la resa dei conti con la minoranza”. Roberto D’Alimonte fa l’ipotesi che Parisi vinca a Milano e dice: “Sala rischia di più. Se Parisi vince sarà il leader del centrodestra” (Sole 24 Ore). E ancora alla sinistra, ma francese, dedica un articolo, sul Corriere della Sera, Jean-Marie Colombani, già direttore di Le Monde: “Ma la Francia è ostaggio di una minoranza”. E ancora: sul caso D’Alema le lettere a Repubblica e la risposta di Mario Calabresi; Stefano Rodotà, senza nominarlo, spiega perché ritiene opportuno votare il M5S: “Dalle urne la società che vogliamo” (Repubblica); Stefano Folli pone l’asticella per il Pd: “L’ultima trincea di Milano e Torino per non perdere” (Repubblica).

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16 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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CENTROSINISTRA E SINDROME DELLO SCORPIONE

16 Giugno 2016

Sul caso D’Alema (che secondo G. De Marchis avrebbe detto di Renzi e delle elezioni a Roma “direi di sì anche a Lucifero pur di mandarlo via”), scrivono tra gli altri: Stefano Folli (“Il sentiero stretto della sinistra dem”, Repubblica), Massimo Adinolfi (“Il lato oscuro dei cugini coltelli”, Mattino), Lina Palmerini (“Renzi-D’Alema, un duello non solo personale, l’attacco è alle origini del Pd”, Sole 24 ore), Salvatore Merlo (“Cosa c’è dietro la non smentita di D’Alema che vota Raggi (e Parisi)”, Foglio), Marcello Sorgi (“Centrosinistra e sindrome dello scorpione”, La Stampa), Daniela Preziosi (“Modello Zedda o Lucifero”, Manifesto), Federico Geremicca (“D’Alema: il Pd cerca un capro espiatorio”, La Stampa). Inoltre: Giuseppe Salvaggiulo su la Stampa: “Integrati col Pd, apocalittici col M5S. I ‘professoroni’ divisi alle urne”. Ma Luigi Berlinguer dice: “Il Pd ha bisogno di noi” (L’Unità). Claudio Strinati sul Messaggero dice: “I Giochi per ridare a Roma quel Progetto che manca”. Sul Manifesto Alberto Burgio fa luce sulla sinistra-sinistra: “La dura battuta d’arresto del Pd ci conforta, ma non ci nascondiamo che schiude prospettive nefaste” (“Scelta difficile per evitare il peggio”).

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