29 Marzo 2016
by Giampiero Forcesi
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Il declino dei corpi intermedi

29 Marzo 2016
di Sandro Antoniazzi

 

Il presidente delle Acli Gianni Bottalico, coadiuvato dal giurista Vincenzo Satta, si è fatto autore e promotore di un utile libro dal titolo “Corpi intermedi”.

L’intento del libro, reso esplicito dal sottotitolo “Una scommessa democratica”, è chiaramente rivolto al rilancio del dibattito su questo tema centrale  della cultura democratica, particolarmente di parte cattolica.

E d’altra parte la sussidiarietà di cui tanto si parla che senso avrebbe in mancanza di corpi strutturanti la società civile?

Però il dato che emerge incontrastato dai molti interventi autorevoli che compongono il libro, dalla prefazione di Romano Prodi, agli scritti di De Rita, di don Fabiano Longoni dell’Ufficio Lavoro della Cei, del gesuita Francesco Occhetta, di don Sciortino di Famiglia Cristiana, di Nando Pagnoncelli presidente dell’Ipsos, è la comune constatazione della continua erosione e dissoluzione dei corpi intermedi

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6 Luglio 2015
by Giampiero Forcesi
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UNIONE MATRIGNA O SCONTRO DI VALORI?

6 Luglio 2015

Romano Prodi intervistato dal La Stampa: “L’Europa si è persa per strada”. Gianfranco Viesti, della ‘famiglia’ del Mulino, era per il No e dice: “Ripensare subito l’Europa”. Mariana Mazzucato, intervistata dal Manifesto, è tagliente: “Il No ha sconfitto l’arrogante Europa”. Giulio Sapelli, sul Messaggero, vede nel voto: “Lo schiaffo all’Unione matrigna”. Anche Adriana Cerretelli vede una sconfitta dell’Europa: “L’Europa eviti il suicidio collettivo” (Sole 24 Ore). Giudizio più problematico quello di Andrea Bonanni su Repubblica: “Uno scontro di valori”. Marc Lazar su Repubblica vede “La sinistra in trappola”. Severo con Atene Federico Fubini: “Labirinto ellenico” (Corriere della Sera). Critico con Atene anche Pietro Reichlin che sull’Unità si chiede: “E gli altri cittadini europei?”. Dichiarazione nettissima delle Acli (in stile Varoufakis): “Referendum greco: crolla anche l’ultima dittatura europea” (redattore sociale).

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25 Maggio 2015
by Giampiero Forcesi
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FRANCESCO E LA LOTTA CONTRO IL CLERICALISMO

25 Maggio 2015

Il teologo Andrea Grillo, in un’intervista a tutto campo a “Come se non”, parla del fenomeno Francesco (“Il figlio del Concilio e la lotta contro il clericalismo”). Giorni fa Massimo Franco sul Corriere della Sera aveva descritto “Il nuovo Vaticano” e i conflitti nella Curia. Enrico Deaglio aveva parlato dell’insofferenza del cattolicesimo Usa verso le idee di papa Bergoglio sull’ecologia e dei timori per la prossima enciclica (“Chi ha paura del papa verde”, Venerdì di Repubblica). Poi Paolo Rodari, su Repubblica, aveva dato conto del coraggio di papa Bergoglio: “Teologi e vescovi, così Francesco riabilita la chiesa del dissenso”. E Mauro Magatti sul Corriere della Sera si era soffermato su “I successi internazionali di papa Francesco, diplomatico a sorpresa”. Ora Eugenio Scalfari torna anche lui su papa Francesco (“Il conflitto sul potere temporale tra la Curia e Francesco”, Repubblica”), citando a lungo il recente discorso rivolto alla Cei e una successiva omelia a S. Marta, e conclude così: “Se c’è una persona in questo secolo che stiamo vivendo degna d’essere presa a modello, questa è Francesco Bergoglio. Lui ha già dato ad una umanità frastornata, avvilita, cinica, corrotta, frustrata, un esempio di dignità che tutti dovrebbero tentare di imitare con sincera riconoscenza”. Nel frattempo papa Bergoglio ha rivolto un impegnativo discorso alle Acli, per il 70° della loro fondazione, sulle disuguaglianze e il lavoro.

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28 Luglio 2013
by c3dem_admin
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Un Patto per non precipitare

28 Luglio 2013
di Vittorio Sammarco

Un patto contro la povertà. Lo lanciano Acli e Caritas, con l’obiettivo di arrivare ad introdurre anche in Italia il Reddito di Inclusione sociale.  Sottoscriverlo è già importante, ma non basta: occorre l’impegno di associazioni movimenti e partiti.

La povertà in Italia si fa più drammatica. Gli ultimi dati dell’Istat lo evidenziano con forza: secondo l’Istituto nazionale di statistica le persone in povertà relativa sono 9 milioni 563 mila (il 15,8% della popolazione); di questi, 4 milioni e 814 mila (8%) sono poveri assoluti, cioè persone che non riescono ad acquistare beni e servizi essenziali per una vita dignitosa. Un aumento deciso rispetto all’anno precedente in cui erano 8.163.000 le persone in povertà relativa e 3 milioni 415 mila quelle in povertà assoluta.

E mentre le discussioni politiche si arrovellano su questioni che non sempre appaiono importanti, ecco che parte la proposta di un Patto Aperto contro la Povertà, lanciata da Acli e Caritas il 24 luglio

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5 Aprile 2013
by Vittorio Sammarco
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Crisi con vuoto cattolico. Le colpe di un’assenza

5 Aprile 2013

Marco Politi, su “il Fatto Quotidiano” del 5 april (“Crisi con vuoto cattolico. Le colpe di un’assenza“), scrive che nell’attuale crisi politica italiana “spicca il ‘grande vuoto’ del mondo cattolico”. Aggiunge: “È la prima volta dal 1943 che in un tornante storico cruciale si verifica una simile assenza”, che non è “un bene per il Paese”. Di questa assenza indica tre possibili ragioni: 1) la copertura offerta dalla Chiesa-istituzione al regime berlusconiano sotto la presidenza Cei di Ruini e la sovranità limitata imposta da Bertone all’episcopato italiano; 2) la “vana ricerca di una

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15 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Cattolici: protagonisti o subalterni?

15 Gennaio 2013
di Franco Monaco

Questo articolo è uscito su  “Adista” – Notizie n. 2, con la data del 19 gennaio 2013. L’autore è senatore del Pd e membro dell’associazione “Città dell’uomo”

 

È curiosa la dinamica della comunicazione. Spesso accredita una rappresentazione che si discosta dalla oggettività dei fatti e che, specie se reiterata, sedimenta luoghi comuni e semplifica a dismisura i giudizi. È il caso della tesi secondo la quale staremmo assistendo a un nuovo protagonismo politico dei cattolici dopo un tempo contrassegnato dalla loro marginalità. Chiedo scusa per l’approccio didascalico, ma merita isolare gli elementi di cui, letteralmente, si compone tale assunto.

Quale il tempo segnato dalla presunta marginalità politica dei cattolici? Secondo una facile vulgata, dopo la Dc e i suoi epigoni. Già a questo riguardo, si potrebbe introdurre un interrogativo. La Dc fu cosa grande e complessa. Alle origini, effettivamente, il suo gruppo dirigente, in larga misura, aveva alle spalle un’attiva militanza cattolica. Col tempo e il succedersi delle generazioni quella matrice si stemperò. Nel bene e nel male il personale politico Dc si professionalizzò e si laicizzò. E comunque, al di là dei singoli profili biografici, la effettiva qualità cristiana della sua ispirazione e della sua azione fu assai discontinua. A volte più evidente, a volte decisamente appannata. In breve: all’egemonia politica Dc non di necessità e sempre corrispose una vitale “significanza” cristiana.

Dopo la Dc, cattolici politicamente marginali? Ne siamo sicuri?

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29 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Le nostalgie democristiane delle gerarchie romane

29 Dicembre 2012
di Franco Monaco

Riproduciamo, in questo spazio più “interno” all’area della rete c3dem, l’articolo pubblicato il 29 dicembre 2012 su “Europa”, quasi a continuazione di un altro articolo uscito lo stesso giorno su “l’Unità” e anch’esso riprodotto nel nostro sito. L’autore è senatore del Pd e redattore della rivista “Appunti di cultura e politica”, pubblicata a cura dell’Associazione “Città dell’uomo”

 

Ci si interroga sul sostegno aperto delle gerarchie romane (sottolineo: romane) all’iniziativa politica di Monti. Una relativa novità. Nei lunghi anni che ci separano dal 1995 – anno spartiacque, coinciso con il grande convegno ecclesiale di Palermo – grosso modo il tempo dominato dalla figura controversa di Berlusconi, i vertici ecclesiastici hanno seguito un doppio binario: l’enunciazione della legittimità del pluralismo politico tra i cattolici italiani e il malcelato, pratico sostegno al centrodestra. Più esattamente: la diffidenza e persino l’ostilità verso l’Ulivo e il centrosinistra. Ne sa qualcosa Romano Prodi, che ne fu ferito anche sul piano personale. A lui non si perdonavano due cose: l’esercizio pratico dell’autonomia laicale e politica (da “cattolico adulto”, una bella formula legata al Concilio, la meta stessa della educazione cristiana dentro la modernità secolare, che fu significativamente bollata come espressione presuntuosa e polemica) e l’avere egli patrocinato e capeggiato uno schieramento di centrosinistra, l’Ulivo. Ulivo che per un verso sanciva l’agognato approdo a una democrazia sanamente competitiva e dell’alternanza dopo mezzo secolo di democrazia bloccata, per altro verso faceva segnare il carattere irreversibile dell’approdo al pluralismo politico tra i cattolici e l’esaurimento dello schema unitario. Prima nella Dc e poi nei suoi più esili epigoni, quali il Partito popolare di Martinazzoli.

Ora sembra che si vogliano sospingere indietro le lancette dell’orologio,

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17 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Verso le elezioni. Domenico Rosati parla ai vertici della Cei (e le Acli sono in subbuglio)

17 Dicembre 2012

“C’è molta e comprensibile attesa sull’atteggiamento che potrà prendere l’episcopato italiano in vista della campagna elettorale. Non c’è mai stata consultazione senza che la voce dei vescovi si facesse sentire”. Così Domenico Rosati, già presidente Acli, su “l’Unità” del 16 dicembre (“Tra i vescovi e le elezioni. Tanti cattolici che votano Pd”). “Dunque – aggiunge – nessuna meraviglia, o peggio scandalo, se anche stavolta i vescovi, la Cei in primo luogo, si faranno sentire”. Ma “è auspicabile che lo facciano non tanto (o non solo) su una determinata agenda politica, quella che va sotto il nome del senatore Monti, ma

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7 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Giorgio Tonini parla delle prospettive del Pd e Andrea Olivero spiega perché il Pd di oggi può essere solo un alleato

7 Dicembre 2012

Ora è possibile creare un Pd più largo” è il titolo di una riflessione politica di Giorgio Tonini, su “Europa” del 7 dicembre, all’indomani delle primarie e del colpo di scena in parlamento. Andrea Olivero (presidente delle Acli), in una conversazione con Giovanni Cocconi su Europa on line, spiega perché il Pd di oggi può essere solo un alleato.

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25 Novembre 2012
by Vittorio Sammarco
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I cattolici non hanno bisogno di un nuovo marchio

25 Novembre 2012
di Franco Monaco

Questo articolo è uscito il 24 novembre sul quotidiano “Europa”: ne riportamo i primi due capoversi e diamo il link per la lettura integrale

Con spirito amico ma, insieme, francamente critico, su queste pagine, mi ero rivolto al presidente nazionale delle Acli Olivero. Alcuni circoli Acli mi hanno invitato a incontri pubblici nei quali dare seguito a una discussione che evidentemente li attraversa. Richiamo sinteticamente i miei rilievi. In primo luogo, la contraddizione tra una iniziativa politico-elettorale e la cura per l’autonomia statutaria di associazioni di ispirazione cristiana quali le Acli e la Cisl che sono state e sono laboratorio di pluralismo politico.

In secondo luogo, il vistoso contrasto tra la sensibilità e la cultura proprie del cattolicesimo sociale e l’indole liberista di personalità quali Montezemolo con la sua Italia Futura. Terzo: l’enfasi cattolica sui cosiddetti principi non negoziabili e un connubio con forze e culture, la cui indole liberale conduce semmai a soluzioni legislative non esattamente in linea con tali attese. (leggi l’articolo per intero: I cattolici non hanno bisogno di un nuovo marchio)

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