Verso le elezioni. Domenico Rosati parla ai vertici della Cei (e le Acli sono in subbuglio)

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“C’è molta e comprensibile attesa sull’atteggiamento che potrà prendere l’episcopato italiano in vista della campagna elettorale. Non c’è mai stata consultazione senza che la voce dei vescovi si facesse sentire”. Così Domenico Rosati, già presidente Acli, su “l’Unità” del 16 dicembre (“Tra i vescovi e le elezioni. Tanti cattolici che votano Pd”). “Dunque – aggiunge – nessuna meraviglia, o peggio scandalo, se anche stavolta i vescovi, la Cei in primo luogo, si faranno sentire”. Ma “è auspicabile che lo facciano non tanto (o non solo) su una determinata agenda politica, quella che va sotto il nome del senatore Monti, ma più propriamente su quella più vasta e impegnativa visione globale delle sfide economico-sociali ed anche etico-valoriali che concernono l’Italia, ovvero i cittadini italiani e il loro futuro in Europa”. Rosati poi osserva che “nell’ultimo decennio le propensioni degli elettori cattolici si sono riversate sul Pd” (in larga parte), e costoro ora “giustamente domandano che tale loro opzione, opinabile come tutte le altre, venga adeguatamente considerata senza trattamenti di favore e senza discriminazioni”. Del resto, prosegue Rosati, “come anche i sondaggi rivelano, il pluralismo dei cattolici nelle scelte politiche non è più sinonimo di diaspora, ma rivela una significativa polarità sull’area del centrosinistra. Tenerne conto è segno di avvedutezza non tanto politica quanto pastorale. Difficile irrobustire la «tenuta» del Popolo di Dio se si avalla l’idea che solo ad una parte sia accordato un imprimatur di cui qualcuno purtroppo si vanta; e che gli altri, pur non più condannati, restino nel limbo”.

L’Unità” poi  (“Olivero contro il Pd. La rivolta delle Acli”) scrive che “un vero terremoto sta coinvolgendo le Acli a causa della decisione del loro presidente di impegnarsi nella costruzione della lista di Montezemolo. Una decisione che molti iscritti giudicano incompatibile con la storia del movimento”.

In un articolo per “Il Fatto quotidiano”  del 16 dicembre (“Il premier Monti e il suo ‘Avvenire’ politico”), Marco Politi scrive che “mentre l’Italia politica si scervella sulle prossime mosse del premier, il giornale dei vescovi riporta – unico tra i media – le parole dirette di Monti sui suoi progetti, le sue alleanze, il suo favore per un Centro riformista alternativo al Pd”. “Nella sfera di cristallo di Avvenire, che non indulge abitualmente a fantasiose ricostruzioni e che con queste dichiarazioni in diretta diventa canale privilegiato di un’operazione politica che vede i vertici ecclesiastici interessatissimi a costruire un baluardo contro il possibile avvento di un governo a guida Bersani, – scrive ancora Politi – vediamo il premier volere un progetto (sono parole sue) ‘serio, realista, riformista’. Altrettanto sue sono le parole, che definiscono questo progetto epurato dalle pulsioni di destra anti-europea e ‘alternativo alla sinistra’”.

 

 

 

 

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