6 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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PATTO ITALIA-LIBIA. COSÌ IL DIRITTO D’ASILO SCOMPARE

6 Febbraio 2017

Beda Romano: “Ue a fianco dell’Italia sull’intesa con la Libia” (Sole 24 ore). Paolo Gentiloni, nel colloquio telefonico con Trump, parla dell’accordo con la Libia e dice che è fatto “nel rispetto dei diritti umani e del diritto d’asilo” (Paolo Mastrolilli, “Gentiloni-Trump, patto per la Libia“, la Stampa). Ma i dissensi sono tanti: Luigi Manconi, “Il diritto d’asilo è scomparso” (Manifesto); Emma Bonino,L’Ue si scandalizza per il bando Usa, ma con i migranti fa la stessa cosa” (intervista a La Stampa);  Christopher Hein, “Buoni propositi e ipocrisia. In Libia migranti a rischio” (intervista a Avvenire); Carlotta Sami (Unchr), “Siamo contrari. Con l’accordo diritti a rischio” (intervista a Repubblica); Daniela Fassini, “Caritas: ‘Non accettiamo questa politica dello scaricabarile” (Avvenire); Stephane Jacquemet (Acnur): “Siamo delusi: rifugiati senza protezione in un paese in guerra” (intervista a Avvenire). Giudizio meno critico quello del responsabile Onu per la Libia, Martin Kobler: “Accordo a 3 per salvare la Libia” (intervista al Mattino). Ma Lucio Caracciolo dice: “Libia, il patto con il paese che non esiste” (Repubblica). Invece Marco Ventura sul Messaggero: “E’ un accordo che può funzionare”.

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5 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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L’EUROPA TRA CRISI INTERNA E AVVENTO DI DONALD TRUMP

5 Febbraio 2017

Paolo Rumiz, il 2 febbraio, ha firmato su Repubblica un editoriale in cui paragona l’Europa di oggi a quella di cento anni fa: “I fantasmi del 1917”. Per cercare una risposta alla crisi “Merkel evoca un’Europa a più velocità” (F. Fubini e D. Taino, Corriere della sera). Le dà ragione il politologo Yves Meny, intervistato dalla Nazione: “Paesi troppo diversi. Solo divisi si esce dal tunnel”. Mario Draghi ha di nuovo dato una lezione all’Europa in un discorso a Lubiana di cui scrive Claudio Cerasa sul Foglio: “L’Europa può sconfiggere il trumpismo con l’apertura. Il manifesto di Lubiana. Ovvero ragioni per iscriversi al PD: il Partito di Draghi”. Stefano Ceccanti in un intervento ad un seminario presso La Civilità Cattolica analizza “Le radici dell’Europa e la minaccia dei populismi”. Sergio Belardinelli sul Foglio s’interroga: “Se muore l’uomo europeo”. Remo Bodei al Mattino: “Clima da anni Trenta. L’Europa è paralizzata”. Enrico Letta all’Avvenire: “Noi europei contro i sovranisti”.  Michael Ignatieff a Repubblica: “L’Europa fermi l’onda dei populismi”. Adriana Cerretelli sul Sole: “La ridotta dell’Europa”.

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3 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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IL PATTO PER UN ISLAM ITALIANO

3 Febbraio 2017

Francesca Paci dà conto dell’importante accordo tra il governo italiano e le organizzazioni dell’islam presenti nel paese: “Minniti e il patto per un islam italiano” (La Stampa). Un commento di Renzo Guolo: “La Costituzione come antidoto alla minaccia fondamentalista” (Repubblica). Su Avvenire un editoriale di Carlo Cardia: “Via lunga e necessaria”. Quanto, invece, alla politica avviata da Trump rispetto al fondamentalismo islamico e all’islam nel suo insieme, e alle conseguenze negative anche sulle chiese cristiane, il cardinale e arcivescovo di Newark, Joe Tobin, intervistato dall’Huffington Post, dice: “Trump vuole dividere la chiesa. E rinnega i valori della statua della libertà”. Alberto Melloni, su Repubblica: “Trump, l’Islam e il cristianesimo”. Ugo Tramballi commenta l’aggressione a una moschea in Canada: “Canada, attacco a un modello di civiltà” (Sole 24 ore).

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3 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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PATTO ITALIA-LIBIA PER FERMARE I MIGRANTI: UNA SCELTA GIUSTA?

3 Febbraio 2017

Francesca Paci su la Stampa dà conto del “Patto Italia-Libia: stretta sulla rotta dei clandestini”. L’iniziativa, sostenuta anche dal presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, trova contrarie le Ong: “Accordo Italia-Libia, preoccupate le Ong” (Avvenire); Centro Astalli, “E’ un piano inaccettabile”. Critico anche il vicepresidente dell’Arci Filippo Muraglia sul Manifesto: “Canali d’ingresso legale per salvare i migranti”. Ivo Caizzi sul Corriere annota: “Ma la riforma del Trattato di Dublino non passa”. Federica Mogherini, intervistata dal Corriere della Sera, sembra sostenere il progetto ma aprendo al superamento delle criticità: “Fermare gli arrivi è solo un’illusione. Vanno gestiti i flussi dai Paesi di partenza”. Nei giorni scorsi, sul tema, erano usciti alcuni articoli: Gianandrea Gaiani sul Mattino: “Respingere i migranti, la svolta Ue in Libia”; Beda Romano, sul Sole 24 ore: “Migranti, piano Ue per i flussi da Sud”; Alberto D’Argenio su Repubblica: “L’Ue: stop subito ai migranti in acque libiche”; Federica Mogherini e Jirki Katainen: “Così l’Europa costituirà la sua difesa” (Repubblica); Daniela Fassini, su Avvenire, che dà conto della protesta del Centro Astalli, di Migrantes e della Caritas: “No ai vergognosi accordi”. E Paolo Mieli, dal canto suo, descrive il caos libico: “Benvenuti a Tripoli” (Corriere della Sera). E ci si chiede: “Fondo Africa a rischio: securizzazione o cooperazione?” (info-cooperazione.it).

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3 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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INVECE DI ANDARE A CASA IL PRIMA POSSIBILE…

3 Febbraio 2017

Leonardo Becchetti in un editoriale sull’Avvenire: “Invece di andare a casa il prima possibile (…) la nostra classe politica dovrebbe fare esattamente il contrario. Restare per tutto il tempo necessario e metterci la faccia in questo momento difficile per sudarsi e meritarsi la stima dei cittadini” (“La giusta fatica che serve all’Italia”). Tracce di ripensamento si notano ora in Matteo Renzi, come emerge dal colloquio con Massimo Franco sul Corriere della Sera: “Potrei non candidarmi a premier. Primarie poi il voto, oppure si va al 2018”. E Stefano Folli su Repubblica lo registra: “La lunga frenata sul voto anticipato”. Anche il renziano, ma schietto, Matteo Richetti dichiara a La Verità: “Renzi deve fermarsi, così porta il Paese a sbattere”. Avvertimenti vengono anche dal filosofo Sebastiano Maffettone sul Messaggero: “Il va dove ti porta il voto che snatura la politica”. Arturo Parisi, intervistato da Repubblica, critica la sinistra dem ma non è ben certo che Renzi abbia fatto davvero autocritica (“No a un’altra scissione. Una nuova alleanza nasce solo dal Pd unito”). Italia Oggi riporta il pensiero di Silvia Prodi: “Improponibile un nuovo Ulivo. No a elezioni e scissione”. Accorato appello di Livia Turco: “Quando il Pd attorno al tema della lotta alla povertà dedicherà un po’ di passione, un po’ di discussione, un po’ di tempo a girare tra le varie Caritas sarà un partito autorevole” (“Emergenza Pd”, Unità). Roberto Speranza, in un’intervista al Mattino, dice: “E’ l’ora della chiarezza. La via maestra resta il congresso”. Invece, sul Foglio, Claudio Cerasa incoraggia Renzi a… resistere (“La guerra dei settanta giorni”) e Mauro Calise dice all’Unità di avere ancora fiducia: “Pd è intero. Renzi resta leader”. Dario Franceschini fa la sua proposta: “Premio di coalizione e primarie per alleanza con centro e sinistra” (intervista a Repubblica).

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2 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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SE IL PROPORZIONALE PUÒ INDURRE AD ATTEGGIAMENTI MENO DIVISIVI

2 Febbraio 2017

Antonio Floridia, sul Manifesto, spiega come il sistema quasi proporzionale con cui probabilmente si voterà stimola i partiti  a cercare convergenze e a chiarire agli elettori con chi sono disposti a governare (“Aggiornate i calcoli. Il proporzionale cambia tutto”). “Rivincita contro rancore” così Stefano Folli su Repubblica interpreta l’animo che guida oggi l’azione politica di Matteo Renzi e quella di Massimo D’Alema, a vantaggio dei 5 Stelle (“Renzi e la prevalenza di Grillo”). In un’intervista al Corriere Enrico Mentana è tranchant: “Renzi bullo, e non fa più sognare”. Michele Emiliano: “Matteo non è più il nostro leader. Così il partito è morto” (intervista al Corriere della Sera). Anche il ministro Carlo Calenda dice: “Paese a rischio con le urne a giugno” (intervista al Corriere). E Giorgio Napolitano: “Il voto ora non è da paese civile” (Carmelo Lopapa, Repubblica). L’editoriale di Antonio Polito sul Corriere della Sera è ugualmente severo col pressapochismo della politica italiana di questi giorni: “Il rischio di una altro big bang”. Così pure Biagio De Giovanni sul Messaggero: “I partiti a pezzi nel paese che non cresce e perde identità”. Mauro Magatti su Avvenire chiama tutto il Paese a un “Tempo di svolta”. Un parere a favore dell’operato del passato governo Renzi viene dal deputato Pd Daniele Borioli che su Appunti Alessandrini scrive: “Renzi, il riformismo della cittadinanza”. In difesa di Renzi anche Dario Parrini sull’Unità: “Non si può stare dentro il Pd e lavorare a spaccarlo”. Mario Dogliani sul sito del Centro per la riforma dello Stato riflette sul dopo referendum: “Siamo sicuri che l’Italia abbia, oggi, una vera costituzione?”.

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2 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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Il vicolo cieco della sinistra

2 Febbraio 2017
di Guido Formigoni

 

Siamo in una fase curiosa della vicenda politica: si avverte un movimento sotterraneo di opzioni e di scelte che possono anche far cambiare molte cose nelle forme del sistema politico (tutto in stretto rapporto alla vicenda della legge elettorale): partiti, scissioni, alleanze, liste, convergenze e divergenze. Ma è proporzionalmente molto modesto un dibattito altrettanto aperto e franco sulle prospettive di cultura politica che possono reggere le eventuali novità, più o meno marcate, che si delineano. Tale confronto invece appare decisivo, se si vuole costruire su terreno solido.

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31 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI: IL VOTO? E’ UN TEMA CHE SENTO MOLTO LONTANO…

31 Gennaio 2017

“Nei palazzi della politica non parlano d’altro. Quando si vota? Come si vota? Chi si candida? Sono temi che sento molto lontani. Sarà l’aria di Firenze, sarà la distanza dal ruolo istituzionale. Ma non riesco a capire come si possa dedicare tanto tempo a questo dibattito”. Così Matteo Renzi nella sua prima enews dopo un paio di mesi, datata 30 gennaio. Eppure tutti i giornali dicono che la questione della data del voto lo interessi non poco. Massimo Franco sul Corriere: “Pd verso il voto con l’idea di dimissioni ‘modello Letta’”. Stefano Folli su Repubblica: “La fretta di Renzi nella tenaglia della manovra”.  Annota, più precisamente, Goffredo De Marchis ancora su Repubblica: “Il piano per il voto: così Renzi prepara lo stop a Gentiloni”. Della politica di Renzi è sempre più sconcertato Franco Monaco: “I tormenti del Pd che naviga a vista” (Il Fatto). Prova a frenare Enrico Rossi intervistato dall’Unità: “Congresso e legge elettorale. Correre verso le urne ci porterà a sbattere”. E non è che a Renzi sia riconosciuto un grande interesse, invece, per il programma politico da perseguire, come nota Paolo Pombeni sul Sole 24 ore: “Quelle dispute tra i partiti che ignorano l’economia”. C’è comunque chi sostiene Renzi: ad esempio Claudio Cerasa che esorta lui e Berlusconi ad “Andare al voto subito e soli” (Foglio). C’è però Mattarella, e Marzio Breda sul Corriere riferisce: “Il punto fermo del Colle: due sentenze non fanno una legge”.

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30 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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UN’IDEA PARTECIPATIVA E DELIBERATIVA DI DEMOCRAZIA

30 Gennaio 2017

E’ in uscita un libro di Antonio Florida sulla democrazia deliberativa. Ne anticipa i contenuti un ampio articolo dell’autore uscito sul portale lostatopresente.eu: “Come costruire le politiche pubbliche? Un’idea partecipativa e deliberativa di democrazia”. Più in sintesi si veda, sempre su quel portale: “Un’idea partecipativa e deliberativa di democrazia”.  Antonio Floridia è dirigente dell’Ufficio e dell’Osservatorio elettorale e del settore “Politiche per partecipazione” della Regione Toscana e Presidente della Società italiana di studi elettorali (Sise). Su questo tema abbiamo pubblicato di recente sul nostro sito un intervento di Giandiego Càrastro: “Cattolici democratici e deliberativi”.

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30 Gennaio 2017
by Giampiero Forcesi
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SONO IN TANTI A PENSARE CHE RENZI SBAGLI DI NUOVO

30 Gennaio 2017

Mentre i cronisti più vicini a Renzi informano che “Il segretario ora studia l’opzione urne 30 aprile” (Maria Teresa Meli sul Corriere) e annunciano “Il rilancio di Matteo: votare ad aprile e il G7 lo presiedo io” (Fabio Martini, La Stampa), Michele Salvati su rivistailmulino.it suggerisce a Renzi di non aver fretta e provare a presentare una lista con il Pd e tutti coloro che sono per il sostegno all’Unione europea, unico modo nobile di puntare al 40% (“Una lista elettorale è diversa da una coalizione”); Mauro Calise gli consiglia invece (dato il caos presente: Ilvo Diamanti, “Avanti, verso il passato”) – di evitare di concorrere a premier e di limitarsi a guidare il Pd: “La via stretta della leadership” (Mattino); e Ernesto Galli della Loggia critica la sua scelta di non prendersi un anno sabbatico: “Quelle riflessioni che Matteo Renzi evita” (Corriere della Sera). I suoi oppositori nel Pd almeno su un punto concordano: Gianni Cuperlo, “D’Alema sbaglia, ma se siamo esplosi è colpa di un leader che non sa unire” (alla Repubblica), Roberto Speranza, “Lavoro per unire, ma leadership da cambiare” (al Corriere). Per Emanuele Macaluso il Pd è al capolinea: “Renzi, Bersani, D’Alema: tutti hanno fallito” (a La Stampa).

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