30 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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LA RIFORMA? UN BITORZOLO

30 Giugno 2016

Il Renzi-pensiero nella sua ultima e-news del 29 giugno. In un’intervista al Fatto Paolo Prodi dà un giudizio sferzante: “La riforma è un bitorzolo che cresce sulla Costituzione”. Carlo Bertini riferisce: “Italicum, forse torna il premio di coalizione” (La Stampa). Anche Paolo Pombeni sul Sole racconta “Il pressing su premio di coalizione e quorum”, ma si mostra scettico. Stefano Ceccanti ribadisce: “Cambiare sarebbe suicida, darebbe ai grillini la patente di vincenti” (intervista a La Stampa). Il grillino Luigi Di Maio, in un’intervista a Il Giornale, dice: “Tante affinità tra noi grillini e gli elettori di centrodestra”. Marco Travaglio, a chi discute se cambiare l’Italicum, dice “Pagliacci” (Foglio). E a Travaglio è dedicato un articolo di Ceccanti sull’Unità: “Travaglio e le regole del caos per difendere l’instabilità”. In un editoriale su La Stampa Marcello Sorgi scrive: “Manca del tutto uno sfidante del premier interno al Pd”.

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30 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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BREXIT, DEMOCRAZIA, FUTURO DELL’UNIONE EUROPEA

30 Giugno 2016

Alessandro Rosina, sul mulino online, riflette sulla “grottesca rappresentazione” della democrazia che si è avuta col voto britannico e sulla nuova questione posta da società a forte invecchiamento chiamate a votare su scelte che riguardano soprattutto il futuro delle nuove generazioni (“Brexit, un voto contro le giovani generazioni”). Alberto Quadrio Curzio sul Sole 24 Ore discute anch’egli sul paradosso del voto britannico e indica le cose da fare: “Se decide lo 0,12% dei cittadini europei”. Sempre sul Sole 24 Ore un’efficace analisi  della Brexit, e delle bugie del leave, è data da Chris Pattern, ora rettore dell’università di Oxford: “Tragedia britannica in atto unico”. Sul Corriere della Sera, invece, Ernesto Galli Della Loggia riprende la polemica con le elite troppo lontane dall’opinione pubblica (“Il solco profondo sull’Europa tra le elite e il mondo reale”). Roberto Esposito su Repubblica propone un rilancio della Ue sulle fondamenta culturali della latinità e del germanesimo (“L’anima dell’Europa dopo Brexit”). L’economista Jeffrey Sachs, sul Sole, propone un rilancio europeo sul fronte dei divari mondiali tra povertà e ricchezza (“Per ripartire la Ue punti sulla cooperazione globale”). Gianni Ferrara, sul Manifesto, dice che il problema primo, per la Ue, è diventare più democratica (“Il deficit della Ue è la democrazia”).

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29 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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LA LEZIONE DELLA BREXIT. INTERPRETAZIONI

29 Giugno 2016

Per Elisabetta Gualmini e Salvatore Vassallo “La lezione della Brexit” è soprattutto che la crisi economica , l’inadeguatezza delle istituzioni a fronteggiarne gli effetti più negativi e la tendenza dei media a cavalcare le leggende antiestablishment favoriscono il malcontento, che è fatto anche di ignoranza e di pregiudizio (Unità). Marco Revelli legge diversamente “La lezione di Torino” (Manifesto) e critica proprio l’establishment sabaudo. Così anche Rita Di Leo, sempre sul Manifesto: “Nelle democrazie consolidate ‘il popolo’ e cioè i disoccupati, i precari, le periferie hanno usato il loro voto per vendicarsi” per non aver avuto politici all’altezza dei loro bisogni sotto scacco (“La vendetta degli sconfitti”). Per Barbara Spinelli, sul Fatto, il risultato del referendum britannico è la vendetta della realtà sulle astrazioni e i calcoli errati dei burocrati comunitari (“I leader di paglia dell’Unione: così sono falliti i sogni”). Sul Corriere della Sera Sabino Cassese si limita a dire che ora i governi devono smettere di voler tenere al guinzaglio l’Unione europea (“L’esito della Brexit è una lezione per l’Italia”). Per Stefano Folli, su Repubblica, c’è anche un’altra lezione, questa per Renzi: “L’azzardo di Cameron che palazzo Chigi non può permettersi”.

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29 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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NOTE SU PD, CINQUESTELLE, AREA CATTOLICA

29 Giugno 2016

Marco Tarquinio,Ecco perché ho promosso le grilline” (intervista a Repubblica). Agostino Giovagnoli, “Se i Cinquestelle si avvicinano alla chiesa” (Repubblica). Giampaolo Petrucci, “Santa Virginia da Roma? Prove di convergenza tra Chiesa e Movimento 5 Stelle” (Adista). Ernesto Preziosi, “Il Pd e la capacità attrattiva dell’area cattolica” (Unità).

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29 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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CAMBIARE L’ITALICUM? SI DISCUTE

29 Giugno 2016

Riflessione più generale di Mauro Magatti sul Corriere della Sera: “La corsa al cambiamento senza una direzione”. Quanto alla legge elettorale: “Italicum, il premier fa dietro-front, e cerca alleati per il referendum”, scrive Fabio Martini su La Stampa. Emilia Patta sul Sole 24 Ore è più cauta: “Italicum, la via stretta di Renzi. Di Maio: boomerang cambiarlo”. Michele Emiliano, intervistato da Repubblica, dice: “L’Italicum va cambiato: favorisce destra e m5s”. Stefano Ceccanti ribadisce: “Dalla Spagna un ok all’Italicum” (intervista a italia Oggi). Per Emanuele Fiano del Pd “Renzi saprà cambiare l’Italicum” (Unità). Claudio Cerasa polemizza: “Il partito del cambia-Italicum” (Foglio). Miguel Gotor ieri aveva scritto: “Più garanzie dal doppio turno di collegio” (Sole 24 ore). Replica Roberto D’Alimonte: “Perché il collegio non garantisce la rappresentatività” (Sole 24 ore). Dello stesso D’Alimonte: “La tentazione di cambiare in corsa la legge elettorale” (Sole 24 ore) e “Modificare la legge elettorale un autogol” (intervista al Messaggero).

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28 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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COME SUPERARE L’ANTIEUROPEISMO?

28 Giugno 2016

“L’Europa deve sapersi legittimare quotidianamente di fronte alle attese della gente”: è un passaggio dell’intervista rilasciata da Sergio Mattarella a La Stampa (“Nuova Europa, fare in fretta”). Matteo Renzi sull’Unità: “Che cosa dirò ai 27 membri della Ue”. Carlo Calenda, ministro per lo sviluppo economico: “Ora investimenti fuori dal Patto di stabilità” (Corriere della Sera). Andrea Bonanni racconta il clima della discussione tra i leader europei: “La riscoperta della vocazione federale” (Repubblica). Pietro Reichlin sull’Unità spiega “Cosa alimenta l’antieuropeismo”. Marco Olivetti sull’Avvenire afferma che “E’ la crisi di un modello egemonico”. Adriana Cerretelli, sul Sole 24 ore, si chiede: “Ma gli inglesi fanno sul serio?”. Stefano Folli analizza “L’onda doppia di Brexit sul populismo made in Italy” (e sui Cinquestelle in particolare). Sul Manifesto Etienne Balibar: “Europa, processo destituente”. Sulla fine dell’Unione scommettono anche Guido Viale (“Verso l’irreversibile dissoluzione della Ue”, Manifesto) e Georges Soros (“Disintegrazione inevitabile”, sul Corriere della Sera).

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27 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IL REFERENDUM BRITANNICO ESPRESSIONE DI DEMOCRAZIA?

27 Giugno 2016

“La sinistra dice di amare il popolo, ma il popolo non ama più la sinistra. I ceti alti e medi prediligono la sinistra che però dice (finge?) di rappresentare il popolo”. Così sul Sole 24 Ore Luca Ricolfi. A suo dire il popolo più che affidarsi ai populisti non sa a chi altro affidarsi” e “pare diffidare dell’elite illuminata che lo rispetta quando ‘fa la cosa giusta’ e ne prende commiato quando fa quella sbagliata” (“Il popolo è sovrano ‘se vota come deve’”).  In polemica con le elites scrivono anche Silvia Truzzi su Il Fatto (“Basta con questa mania dei popoli che vogliono votare”), Giuliano Da Empoli sul Messaggero (“Il diritto di tutti di scegliere il proprio futuro”), Pierluigi Battista sul Corriere (“L’arroganza delle elites che criticano la Brexit”). Di diverso parere (con diverse motivazioni) Amartya Sen intervistato dal Corriere (“In democrazia deve decidere chi governa”), Bernard Henry Levy ancora sul Corriere (“Così ha vinto un sovranismo ammuffito”), il filosofo Luciano Floridi sul Mattino (“Così il popolo dei pub si è bevuto la civiltà”), Alain De Botton su Repubblica (“I cittadini britannici sono stati imbrogliati”), Alfio Mastropaolo sul Manifesto (“Fanno il referendum, ma non ascoltano i cittadini”),  e Stefano Rodotà  in un’intervista al Fatto (“Quando i referendum diventano un boomerang”).

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27 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IN DIFESA DI RENZI (M. SALVATI) E UN CONSIGLIO IMPREVISTO (E. GALLI DELLA LOGGIA)

27 Giugno 2016

“Quella di Renzi era ed è una proposta liberal-socialista – certamente moderata e spostata verso il centro – ma a casa propria nella sinistra europea degli ultimi quarant’anni, illustrata da esperienze governative di successo (Blair, Schroeder) e da analisi teoriche di grande finezza (Giddens), che la collegano alla lunga storia del socialismo. Da essa si può dissentire – si tratta di un dissenso che attraversa tutti i partiti socialisti europei in questa fase internazionale difficilissima per un’affermazione dei valori della sinistra – ma non si può parlare di «cambiamento per cambiamento, senza uno schema di trasformazione”. Così Michele Salvati su ilmulino online (“Prime, seconde… e terze Repubbliche?”) replica a Ezio Mauro per un suo articolo di qualche giorno fa (“La storia rottamata”). Sul Corriere della Sera Ernesto Galli Della Loggia consiglia Renzi a tirarsi fuori dall’angolo in cui oggi si trova riequilibrandosi a sinistra: non con la minoranza dem ma guardando a Milano e inserendo Giuliano Pisapia nel Governo (“E’ l’ora di Milano anche in politica”).

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