26 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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BERLUSCONI, I 5 STELLE, IL REFERENDUM, LA SINISTRA

26 Settembre 2016

GLI 80 ANNI DI BERLUSCONI: tra i molti un articolo sull’Espresso di Marco Damilano finisce col dire che, tramontato Berlusconi, la sinistra si è decomposta: “era l’antiberlusconismo il confine che teneva tutti compatti”, “dopo il crollo dell’ex Cavaliere è diventata una missione impossibile per la sinistra italiana dire chi siamo” (“Dopo di lui non siamo più noi”). Numerosi i giudizi negativi sugli ultimi sviluppi del M5STELLE: Sebastiano Messina, “La democrazia apparente del Movimento Cinque Stelle” (Repubblica); Massimo Franco, “Un’altra rivoluzione dall’alto” (Corriere della Sera); Mauro Calise, “M5Stelle, il ritorno del partito proprietario” (Mattino); Federico Geremicca, “Una mozione di sfiducia al Direttorio” (La Stampa). REFERENDUM: l’Avvenire pubblica le risposte a 5 domande rivolte a Stefano Ceccanti (“Il Paese diventa più semplice. E i contrappesi sono intatti”) e ad Ugo Di Siervo (“Torna il vecchio centralismo. I diritti sociali sono a rischio”); la spiegazione della riforma in 35 slides di Luciano Violante; un articolo sull’Unità di Walter Verini (“Una riforma che favorisce la stabilità e argina i populismi”); l’opinione di Giuliano Ferrara sul Foglio (“Quelli del No hanno deciso di spararsi sui piedi e non capisco perché”); anche Gianfranco Pasquino tocca il tema, in un intervento sul Corriere della Sera: “L’estrema semplificazione rende il populismo debole”. LA SINISTRA: Dibattito sul Manifesto: Piero Bevilacqua, “Declino della politica di lotta e di governo”; Alberto Burgio, “Patologie democratiche al pettine del populismo”; Daniela Preziosi, “’Porte aperte’, la Sinistra pensa al dopo referendum”. E Gianni Cuperlo scrive al premier: “Caro segretario, da compagno a compagno…” (Unità).

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25 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL BALLO IN MASCHERA DELL’ITALICUM (E DEL REFERENDUM)

25 Settembre 2016

Il punto sull’Italicum: “C’è l’accordo. L’Italicum sarà cambiato” (Tommaso Ciriaco, Repubblica). “Consulta, un rinvio opportuno” dice Giorgio Tonini (Italia Oggi). Così anche Sabino Cassese: “Giusto il rinvio della Consulta. Non si toglie voce al popolo” (Il Giorno). Massimo Villone sul Manifesto dice: “Lo strappo della Consulta”. Per Gaetano Azzariti, “La Consulta ha fatto bene, ma Renzi non è credibile” (Il Fatto). Dice Stefano Rodotà: “Prendono tempo. Governo disinvolto e irresponsabile” (intervista al Fatto). Stefano Folli titola così il suo commento: “Il ballo in maschera della riforma” (Repubblica). Marcello Sorgi commenta la posizione proporzionalista dei 5 Stelle: “Quello strano ritorno al passato proporzionale” (La Stampa). Mauro Calise spiega “Perché la legge elettorale sarà decisa con il referendum” (Mattino). Luciano Violante: “Il ballottaggio è valido se va a votare il 50% degli elettori del primo turno” (intervista al Sole). E sul referendum, per il Sì, ha risposto alle domande di Giovanni Floris a “Di martedì” Stefano Ceccanti (vedi la registrazione video). Sul Corriere Raniero Benedetto dà conto di un “Dibattito tra il ministro Boschi e Valerio Onida a Milano”. Per Alessandro Campi, sul Mattino, questa è “L’occasione per cambiare accettando qualche rischio”.

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24 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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I PROFUGHI E L’EUROPA

24 Settembre 2016

Sul dramma della Siria un’intervista a Steffan De Mistura: “Fermare le armi antro il voto Usa o non finirà più” (La Stampa). Una bella riflessione di Maria Romana De Gasperi sui profughi: “La luce della fraternità che può salvare la nostra fragile Europa” (Avvenire). Un denso articolo di Barbara Spinelli sul futuro dei profughi e in particolare dei milioni di persone che fuggono e fuggiranno da condizioni ambientali non sostenibili: “Il futuro è dei profughi e la colpa sarà solo nostra”. Un’intervista del card. Pietro Parolin a La Stampa: “Immigrati. La crisi colpa delle guerre”. La riflessione di Eugenio Scalfari, colpito dai discorsi di Obama all’Onu e papa Francesco ad Assisi: “Quelle parole di Francesco e Obama alla coscienza del mondo” (Repubblica). Valeria Carlini, del Centro italiano per i rifugiati: “I muri costruiti dal nuovo diritto d’asilo europeo” (Manifesto).

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24 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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I TRE SILENZI SULLE DIACONE

24 Settembre 2016

Con un graffiante articolo apparso su Repubblica, Alberto Melloni indica tre questioni di fondo che sono (o, meglio, possono essere) sottese al lavoro della Commissione istituita da papa Francesco sul diaconato femminile: il sacerdozio di tutti i fedeli (e dunque un’ottica nuova nella considerazione dei laici), il sacerdozio ministeriale femminile, e il superamento del celibato dei sacerdoti. E, per valutare il cammino futuro della chiesa, Melloni invita a guardare alle nomine, non lontane, del nuovo arcivescovo di Milano e del vicario di Roma (“I tre silenzi sulle diacone”).

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23 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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RISCOPRIRE ALDO MORO

23 Settembre 2016

Aldo Moro, a cento anni dalla nascita, è stato ricordato al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella e dalle relazioni del prof. Renato Moro e di Giuseppe Vacca. Sui giornali, tra gli altri, gli articoli di Agostino Giovagnoli (“Moro, l’uomo della grandi battaglie”, Avvenire); Pierluigi Castagnetti (“Aldo Moro e la ragion di Stato”, Unità); Marco Follini (“L’uomo delle grandi svolte, senza fretta, con la cintura e le bretelle”, La Stampa); Giuseppe Fioroni (“Non risparate sullo statista”, Gazzetta del Mezzogiorno); Renato Moro (“Aldo Moro, il cristiano oltre il rapimento”, intervista con Anna Chiara Valle su Famiglia Cristiana); Stefano Folli (“La lezione di Moro all’ombra del referendum”, Repubblica). Di lui scrivono anche le due figlie: Agnese Moro, “Mio padre Aldo Moro, un testimone del dialogo” (intervista su Avvenire), e Maria Fida Moro, “Presidente, anche io sono la figlia di Aldo Moro” (Il Fatto).

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23 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Aldo Moro. Lo statista e il suo dramma

23 Settembre 2016
di Guido Formigoni

 

In occasione del centenario della nascita di Aldo Moro (23 settembre 1916) pubblichiamo le Conclusioni del libro che l’autore ha dedicato al profilo dello statista democristiano (Aldo Moro. Lo statista e il suo dramma, Mulino 2016). Il volume è in libreria da pochi giorni.

 

Aldo Moro crebbe come un giovane intellettuale cattolico meridionale dotato di una fede cristiana convinta e di una cultura giuridica in cui spiccava una inconsueta apertura verso la moderna dimensione statuale. Intendendo lo Stato come strumento di una società articolata, si impegnò nelle organizzazioni intellettuali laicali del mondo cattolico, fino a livelli dirigenziali, che sotto il fascismo erano (anche) l’unico modo per arricchire e articolare quella società. Vi rimase legato poi nella primissima stagione dopo la caduta del regime fascista, mentre sviluppava un’attività giornalistica e in qualche modo di analista della politica, che mostrava vivo interesse e coinvolgimento umano verso la nascente democrazia. Costruiva intanto una professionalità di giurista e insegnante universitario, che non volle abbandonare per tutta la sua vita (coltivando anzi spesso l’idea di tornarvi a tempo pieno).

Entrò direttamente in politica solo attraverso l’elezione alla Costituente, in quota all’associazionismo cattolico e su spinta del suo arcivescovo, dopo un approdo tardivo alla neonata Democrazia cristiana.

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23 Settembre 2016
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Roberto D’Alimonte e i suoi calcoli matematici sulla legge elettorale

23 Settembre 2016
di Nino Labate

 

Se ne parla dopo il referendum costituzionale. Il prudente rinvio della Consulta, la machiavellica proposta del M5s per il ritorno alla proporzionale, le caute aperture di Renzi sul premio alla coalizione, le varie proposte sul tappeto, le mozioni bocciate del dibattito parlamentare, mi hanno suggerito di ripercorrere la strada che ha battuto nell’ultimo anno Roberto D’Alimonte, politologo ed editorialista de Il sole 24 Ore. L’ideatore dell’Italicum.

Lasciando perdere la sciocchezza dell’“uomo solo al comando”, rimane certo che la governabilità e la stabilità così tanto da lui difese, non vanno prese sottogamba. Sono cose molto serie che solo Grillo non vuole tra i piedi per proseguire nel suo perenne spettacolo, oggi trasferito sulla scena della politica. Benché importanti e centrali, governabilità e stabilità, ballottaggio e rappresentatività, bipolarismo e partito premiato vanno però collocati sullo sfondo della sociologia spicciola e dell’antropologia. Più che della ingegneria politica e dall’empirismo sui dati statistici. Abbiamo invece potuto osservare che il dibattito è rimasto sempre imbrigliato sul metodo e sulle tecniche, sulla matematica degli equilibri partitici, addirittura sulle convenienze, più che sul merito e sui contenuti. Se l’Italicum è destinato ad andare avanti così come l’ha pensato D’Alimonte, non è allora male essere consapevoli dei suoi effetti sulla qualità della nostra democrazia politica.

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22 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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La mia verità sul referendum

22 Settembre 2016
di Raniero La Valle

 

Riceviamo e pubblichiamo, per il suo indubbio interesse e per la stima dell’autore, il discorso da lui tenuto il 16/09/2016 a Messina nel Salone delle bandiere del Comune in un’assemblea sul referendum costituzionale promossa dall’ANPI e dai Cattolici del NO, e replicato il giorno successivo a Siracusa in un dibattito con il prof. Salvo Adorno del Partito Democratico, sostenitore delle ragioni del Sì. Il titolo originario dell’intervento era “La verità sul referendum”.

Riportiamo di seguito anche il commento a caldo che Tati Sgarlata, portavoce del gruppo “Siracusa Resiliente”, ha fatto a conclusione del dibattito tenutosi a Siracusa il 17 settembre 2016.

 

Cari amici,

poichè ho 85 anni devo dirvi come sono andate le cose. Non sarebbe necessario essere qui per dirvi come sono andate le cose, se noi ci trovassimo in una situazione normale. Ma se guardiamo quello che accade intorno a noi, vediamo che la situazione non è affatto normale. Che cosa infatti sta succedendo?

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21 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Apple e l’Irlanda: il futuro del fisco e della democrazia

21 Settembre 2016
di Guido Formigoni

 

Ha fatto discutere la notizia che la Commissione europea, dopo una lunga istruttoria, ha condannato l’Irlanda a riscuotere tasse non pagate da Apple (che ha sede legale europea proprio a Cork, nel paese celtico) per circa 13 miliardi di euro, una cifra enorme. In passato, come si ricorderà, analoghi patti straordinari (gli esperti li chiamano tax ruling) tra uno Stato e un’impresa erano stati nel mirino della Commissione per quanto riguarda il Lussemburgo o l’Olanda, ma per cifre molto inferiori.

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21 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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LO SPIRITO DI ASSISI CONTRO IL DIO DELLA GUERRA

21 Settembre 2016

Papa Francesco ha iniziato la giornata del 20 settembre, a Santa Marta, con una riflessione su “La vergogna della guerra”. Poi ha partecipato ad Assisi all’incontro dei leader religiosi per pregare insieme per la pace nel mondo. “Oggi  – ha detto – non abbiamo pregato gli uni contro gli altri, come talvolta è purtroppo accaduto nella storia. Senza sincretismi e senza relativismi, abbiamo invece pregato gli uni accanto agli altri, gli uni per gli altri“. “La pace – è scritto nell’appello finale – è il nome di Dio. Chi invoca il nome di Dio per giustificare il terrorismo, la violenza e la guerra, non cammina nella Sua strada: la guerra in nome della religione diventa una guerra alla religione stessa”. Carlo Marroni, sul  Sole, racconta del discorso di Francesco ad Assisi: “Lo spirito di Assisi contro il dio della guerra”. Luca Kocci, “Il papa: la guerra è peggio del terrorismo” (Manifesto). Alessandro Santagata, “Bergoglio oltre Wojtyla, archiviata del tutto l’ipotesi di guerra giusta” (Manifesto). Una riflessione sulla pace, la guerra e le religioni è in Mauro Magatti, “Credere e cambiare” (Avvenire).

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