Reduce, senza rimpianti e ripensamenti, dei banchetti fatti per strada e delle firme raccolte in occasione del precedente referendum costituzionale sulla c.d. “devolution” , confesso che l’attuale dibattito su Senato sì, Senato no, svolta autoritaria sì, svolta autoritaria no, Renzi sì, Renzi no, ecc. mi ha creato uno stato di disagio misto ad insofferenza. Mi sono messo nei panni di un comune cittadino, a cui però gli arzigogoli procedurali e i distinguo in punto di diritto costituzionale, di sbarramenti, di collegi ridotti, di parlamentarismo razionalizzato, ecc., hanno suggerito ben poco:

