28 Giugno 2016
by Giampiero Forcesi
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Rivendicazionismo e mutualismo: il sindacato ha due gambe

28 Giugno 2016
di Sandro Antoniazzi

 

Il sindacato ha due gambe, anche se spesso se lo dimentica: una, molto sviluppata, è quella rivendicativa, un’altra, decisamente più modesta, è quella mutualistica, partecipativa, generativa.

Nell’Occidente in questo dopoguerra la prospettiva rivendicativa è stata dominante; la ricchezza cresceva in modo consistente e il sindacato si preoccupava che fosse distribuito tra i lavoratori, attraverso il salario e lo welfare. Questa è stata la funzione essenziale del sindacato  negli anni passati.

E’ una storia ben nota che non ha bisogno di dimostrazioni, come non ne ha bisogno il fatto che ora questa prospettiva segni il passo; la ricchezza prodotta  è modesta  e la globalizzazione e la finanziarizzazione la dirottano altrove. Appare evidente la necessità di una svolta anche radicale.

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28 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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COME SUPERARE L’ANTIEUROPEISMO?

28 Giugno 2016

“L’Europa deve sapersi legittimare quotidianamente di fronte alle attese della gente”: è un passaggio dell’intervista rilasciata da Sergio Mattarella a La Stampa (“Nuova Europa, fare in fretta”). Matteo Renzi sull’Unità: “Che cosa dirò ai 27 membri della Ue”. Carlo Calenda, ministro per lo sviluppo economico: “Ora investimenti fuori dal Patto di stabilità” (Corriere della Sera). Andrea Bonanni racconta il clima della discussione tra i leader europei: “La riscoperta della vocazione federale” (Repubblica). Pietro Reichlin sull’Unità spiega “Cosa alimenta l’antieuropeismo”. Marco Olivetti sull’Avvenire afferma che “E’ la crisi di un modello egemonico”. Adriana Cerretelli, sul Sole 24 ore, si chiede: “Ma gli inglesi fanno sul serio?”. Stefano Folli analizza “L’onda doppia di Brexit sul populismo made in Italy” (e sui Cinquestelle in particolare). Sul Manifesto Etienne Balibar: “Europa, processo destituente”. Sulla fine dell’Unione scommettono anche Guido Viale (“Verso l’irreversibile dissoluzione della Ue”, Manifesto) e Georges Soros (“Disintegrazione inevitabile”, sul Corriere della Sera).

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27 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IL REFERENDUM BRITANNICO ESPRESSIONE DI DEMOCRAZIA?

27 Giugno 2016

“La sinistra dice di amare il popolo, ma il popolo non ama più la sinistra. I ceti alti e medi prediligono la sinistra che però dice (finge?) di rappresentare il popolo”. Così sul Sole 24 Ore Luca Ricolfi. A suo dire il popolo più che affidarsi ai populisti non sa a chi altro affidarsi” e “pare diffidare dell’elite illuminata che lo rispetta quando ‘fa la cosa giusta’ e ne prende commiato quando fa quella sbagliata” (“Il popolo è sovrano ‘se vota come deve’”).  In polemica con le elites scrivono anche Silvia Truzzi su Il Fatto (“Basta con questa mania dei popoli che vogliono votare”), Giuliano Da Empoli sul Messaggero (“Il diritto di tutti di scegliere il proprio futuro”), Pierluigi Battista sul Corriere (“L’arroganza delle elites che criticano la Brexit”). Di diverso parere (con diverse motivazioni) Amartya Sen intervistato dal Corriere (“In democrazia deve decidere chi governa”), Bernard Henry Levy ancora sul Corriere (“Così ha vinto un sovranismo ammuffito”), il filosofo Luciano Floridi sul Mattino (“Così il popolo dei pub si è bevuto la civiltà”), Alain De Botton su Repubblica (“I cittadini britannici sono stati imbrogliati”), Alfio Mastropaolo sul Manifesto (“Fanno il referendum, ma non ascoltano i cittadini”),  e Stefano Rodotà  in un’intervista al Fatto (“Quando i referendum diventano un boomerang”).

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27 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IN DIFESA DI RENZI (M. SALVATI) E UN CONSIGLIO IMPREVISTO (E. GALLI DELLA LOGGIA)

27 Giugno 2016

“Quella di Renzi era ed è una proposta liberal-socialista – certamente moderata e spostata verso il centro – ma a casa propria nella sinistra europea degli ultimi quarant’anni, illustrata da esperienze governative di successo (Blair, Schroeder) e da analisi teoriche di grande finezza (Giddens), che la collegano alla lunga storia del socialismo. Da essa si può dissentire – si tratta di un dissenso che attraversa tutti i partiti socialisti europei in questa fase internazionale difficilissima per un’affermazione dei valori della sinistra – ma non si può parlare di «cambiamento per cambiamento, senza uno schema di trasformazione”. Così Michele Salvati su ilmulino online (“Prime, seconde… e terze Repubbliche?”) replica a Ezio Mauro per un suo articolo di qualche giorno fa (“La storia rottamata”). Sul Corriere della Sera Ernesto Galli Della Loggia consiglia Renzi a tirarsi fuori dall’angolo in cui oggi si trova riequilibrandosi a sinistra: non con la minoranza dem ma guardando a Milano e inserendo Giuliano Pisapia nel Governo (“E’ l’ora di Milano anche in politica”).

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24 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IL COLPO D’ALA: UNA LEGGE ELETTORALE ALLA FRANCESE

24 Giugno 2016

Stefano Folli su Repubblica suggerisce a Renzi un colpo d’ala: una riforma profonda della legge elettorale, prendendo a modello la legge francese a doppio turno, con la possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti con assoluta libertà e obbligando i partiti a presentare i loro candidati migliori di fronte all’elettorato (“Lo scettro ai cittadini”). Emanuele Macaluso, “Cambiare subito la legge elettorale” (Il Dubbio). Gaetano Quagliariello, “Solo un  nuovo Mattarellum può salvarci” (Il Dubbio). Ugo De Siervo, “Il referendum può nuocere alla democrazia” (La Stampa). Appello di Alfredo D’Attorre, “Sinistra Pd, se vince il sì, il renzismo rinasce”  (intervista al Manifesto). Nicoletta Picchio,Sì di Confindustria al referendum” (Sole 24 Ore).

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24 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IN DIFESA DI RENZI (CON CONSIGLI PER IL FUTURO)

24 Giugno 2016

Scrive Pietro Reichlin sull’Unità, dopo aver rigettato molte delle accuse che vengono fatte al governo Renzi e aver rilevato l’efficacia ma anche la povertà del messaggio politico di Cinquestelle , che “è necessario presentarsi ai cittadini con un messaggio politico più sincero e realista”, perché la crisi economica e istituzionale è profonda”, e che “è giunto il momento di affrontare con più forza i nodi strutturali che determinano la debolezza del nostro sistema economico e la stagnazione della produttività”, a cominciare dall’istruzione secondaria e universitaria” (“Quale è stato l’errore?”). Per Umberto Ranieri, sempre sull’Unità, il biennio riformista del governo Renzi è stato positivo, benché sia ancora in mezzo al guado, e “sarebbe molto meglio per gli interessi del paese e del Pd se la cosiddetta sinistra interna al partito funzionasse da stimolo critico alla coerenza del disegno riformista cui lavora il governo piuttosto che mostrarsi interessata al suo fallimento” (“Non fare la stessa fine di Ulivo e Unione”). Per Paolo Pombeni “Renzi dovrà avere molta ‘visione’ e altrettanta umiltà: ha dalla sua l’incertezza delle alternative in campo” (“Fuoco incrociato, il premier alla prova”, Sole 24 Ore). Quanto allo stesso Matteo Renzi, dice: “Non torno al Pd delle correnti” (intervista a La Stampa). La prende da lontano Marco Olivetti, sull’Avvenire, dicendo che dei partiti non si può fare a meno anche se devono sempre affrontare la sfida di darsi una reale legittimazione sociale; quanto alle vittorie dei Cinquestelle, “per ora non si può che stare a guardare, sospesi tra la sensazione che stia nascendo qualcosa di radicalmente nuovo e il timore di un fallimento già scritto” (“Torna a porsi la questione-partiti”).

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23 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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IL NEMICO DA BATTERE È L’UMORE ANTIPOLITICO

23 Giugno 2016

“Sembra che si sia di fronte alla resa, davvero piena di incognite inquietanti, dei partiti” scrive Massimo L. Salvadori su Repubblica e afferma che non esistono in democrazia partiti della nazione ma solo partiti nella e per la nazione, e però partigiani cioè sostenitori di un’idea di società rispetto (e contro) ad altre; e non sono sufficienti le primarie, specie se troppo aperte (“Che cosa c’è dopo i partiti”). Dice Mario Tronti, in un’intervista all’Unità, che oggi il nemico da battere è l’umore antipolitico, che il Pd ha a lungo cavalcato in passato (“un errore devastante”); e l’antipolitica (e il M5S con essa) il Pd deve combatterla smettendo di guardare al centro, che non esiste quasi più, ma costruendo non un centro-sinistra ma una sinistra nuova, di governo, anche con una leadership forte ma con classi dirigenti autorevoli e riconosciute, al centro e in periferia (“Per battere l’antipolitica il Pd riscopra il conflitto”). INOLTRE:  Matteo Renzi, “E-news“. Stefano Folli, “Pd, anche la minoranza cerca una rotta” (Repubblica). Stefano Ceccanti, “Riforme, ecco perché D’Alema sbaglia” (Unità) e Claudio De Vincenti, “D’Alema sbagli. Il Paese viene prima degli interessi di parte” (intervista al Corriere della Sera). Pier Luigi Bersani, “Più sinistra per battere i movimenti populisti” (intervista all’Unità). Emanuele Macaluso, “L’M5S vuole smantellare la democrazia” (Il Dubbio). Marianna Madia, “Noi rottamati dai cittadini. Prodi fa bene a richiamarci” (intervista a Repubblica).

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22 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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BRRR… BREXIT

22 Giugno 2016

A confronto Pier Carlo Padoan, Ignazio Visco, Romano Prodi, Mario Monti e l’ad di Intesa Carlo Messina, sulle pagine del Sole 24 Ore: “Brexit o no, l’instabilità è il prezzo da pagare e l’Italia rischia di più”. Su Repubblica dialogo tra lo scrittore Michel Houellebecq e il ministro Emmanuel Macron: “Europa e democrazia, sfida a due”. L’opinione dello storico David Sassoon in un’intervista al Manifesto: “Brexit? Cameron ha sbagliato tutto”. Joscka Fischer, già leader dei Verdi e ministro degli Esteri tedesco: “L’integrazione non sia solo mercato unico” (Sole 24 ore).

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