22 Maggio 2016
by Vittorio Sammarco
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LA RIFORMA DEL SENATO E LA STOFFA DEI SEDILI

22 Maggio 2016

Sergio Fabbrini, sul Sole 24 ore, replica ai sostenitori del No al referendum osservando che criticano specifici aspetti tecnici della riforma e ne trascurano completamente il senso generale: “è come se decidessimo di fare deragliare un treno semplicemente perché non ci piace la stoffa dei sedili degli scompartimenti” (“La riforma e l’Italia che vogliamo”). Dice Matteo Renzi: “I no al referendum sono per l’inciucio” (intervista al Messaggero). Risponde  Gianfranco Pasquino, sul Fatto: “La riforma che moltiplica i ricatti e gli inciuci”. Marco Olivetti, su Avvenire, replica alle critiche al linguaggio poco limpido della riforma (“Non è questione di semplicità”). Ancora sull’Avvenire interviene Mario Chiavario: “Non è questione di soli costi”. Alessandro Sterpa, sull’Unità, polemizza con il recente libro di Salvatore Settis sulla Costituzione (“La Costituzione non è una mummia”). Sempre sull’Unità Stefano Ceccanti interviene sul nesso riforma del Senato e legge elettorale (“Per non tornare nella palude”).Valerio Onida dichiara al Tg3: “E’ sbagliato insistere per cambiare la Costituzione”.  Mauro Calise sul Mattino parla di “Un voto decisivo dopo 30 anni di melina politica”. Pierluigi Bersani: “Se al referendum vince il no Renzi non deve dimettersi” (intervista a La Stampa). Francesco Verderami, “E il governo schiera i costituzionalisti del Sì” (Corriere della Sera). Michele Prospero, “Lo tsunami referendario” (Manifesto). Gli storici De Bernardi e Flores: “Perché l’Anpi ha torto” (Unità).

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10 Maggio 2016
by Giampiero Forcesi
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Referendum: non solo un “no” motivato e pacato

10 Maggio 2016
di Mario Chiavario

L’autore è professore emerito,

già ordinario di Diritto processuale penale

all’Università degli Studi di Torino

 

Condivido anch’io, in buona parte, le argomentazioni che hanno indotto 56 docenti e studiosi di diritto costituzionale ad esprimere un motivato e pacato “no” al prossimo referendum sulla riforma costituzionale approvata dal Parlamento senza la maggioranza qualificata che l’avrebbe resa immediatamente esecutiva.

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9 Aprile 2015
by c3dem_admin
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DISUGUAGLIANZE. RIFORME. YEMEN

9 Aprile 2015

Federico Fubini racconta di tre “Economisti contro il mondo diseguale” (Repubblica). Per Michele SalvatiIl Pd non può fermarsi sulla soglia delle riforme” (Corriere della Sera). Roberto d’Alimonte spiega perché, secondo lui, “Il timore delle urne gioca a favore di Renzi” (Sole 24 Ore). Favorevole alla riforma elettorale Augusto Barbera sul Giorno: “La riforma colpisce il bersaglio”. Giovanni Fiondaca si interroga su “La vera origine della gogna” (Il Foglio); Sabino Cassese su “Corte costituzionale, i ritardi e i danni non visti” (Corriere); Mario Chiavario su “Intercettazioni per una giustizia giusta” (La Stampa); Alessandro Dal Lago su “Salvini, l’odio calcolato” (Manifesto); Alessandro Campi su “I partiti dati in franchising sul territorio ai capi locali”; Alberto Quadrio Curzio su “La rotta che manca su tagli e crescita” (Sole 24 Ore). Marta Dassù punta il dito sullo “Yemen, nuova minaccia per l’Europa” (La Stampa).

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26 Marzo 2015
by c3dem_admin
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Non ci si dimette per un avviso di garanzia. Qui Renzi ha ragione

26 Marzo 2015
di Mario Chiavario

 

L’autore è professore emerito della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino dove è stato per trent’anni docente di Diritto processuale penale.

“Non ci si dimette per un avviso di garanzia”. In altre occasioni, affermazioni e iniziative di Matteo  Renzi mi hanno lasciato perplesso o addirittura del tutto contrario: in particolare, il mio dissenso – per quel che vale – tocca ampiamente il campo delle riforme istituzionali e costituzionali. Ma su quel tema specifico il mio pensiero, sempre per quel che vale, non è diverso dal suo. E concordo anche su quella che può apparire meno facilmente digeribile, tra le motivazioni avanzate o adombrate dal Presidente del consiglio, nella nota e recente intervista a “La Repubblica” o in altre sedi, a sostegno dell’affermazione sopra riprodotta.

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17 Giugno 2014
by c3dem_admin
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Il “diritto incoercibile” di avere figli. Criteri per discuterne

17 Giugno 2014
di Mario Chiavario

 

La Corte Costituzionale ha pubblicato pochi giorni fa  le motivazioni della sentenza dello scorso aprile che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo il divieto di fecondazione eterologa imposto dalla legge 40. La Corte sostiene che “avere figli è espressione della fondamentale libertà di autodeterminarsi”. Sulla sentenza, la n. 162/2014, della Consulta si sofferma l’autore, già docente di Diritto processuale penale all’Università di Torino e presidente dell’Associazione tra gli studiosi del processo penale.  

 

E così, sotto i colpi della Corte costituzionale, è caduto un altro tassello della legge 40 sulla procreazione assistita. L’“inseminazione eterologa”  – cioè praticata con i gameti di un ”donatore” esterno alla coppia, per lo più anonimo  – viene ad essere consentita, anche in Italia, «qualora sia stata diagnosticata una patologia che sia causa di sterilità o infertilità assolute ed irreversibili». Più ancora della conclusione specifica, ha però colpito un’affermazione di principio, racchiusa in un aggettivo usato dalla sentenza per definire il diritto delle persone ad avere figli: “incoercibile”.

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20 Aprile 2013
by c3dem_admin
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Rodotà non avrebbe rappresentato l’unità nazionale

20 Aprile 2013
di Mario Chiavario

 

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo questo articolo scritto durante la quinta, e penultima, votazione del presidente della Repubblica. L’autore, classe 1939, è docente di diritto penale processuale all’Università di Torino

Scrivo queste note di getto, in un momento di stallo nella penosa vicenda dell’elezione presidenziale, mentre è in corso la quinta votazione. Capisco che l’attenzione di molti si concentri soprattutto su due aspetti: da un lato, la leggerezza con cui si sono mandate al massacro, sia pur in modi diversi, due persone come Marini e Prodi; dall’altro la devastazione interna al Partito Democratico. Sono aspetti, di per sé, estremamente preoccupanti, ma più ancora mi sembra gravissima la caduta del senso delle istituzioni che la vicenda, sino a questo momento, sta rivelando.

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