8 Giugno 2013
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Casavola, Rodotà, Carlassare, Rossanda, Tocci, Bachelet: contrari. Francesco Clementi: favorevole

8 Giugno 2013

Al dibattito sul presidenzialismo si aggiungono le voci di Francesco Paolo Casavola, più critico di quanto non dica il titolo (“Presidenzialismo con troppi rischi”, Il Mattino), di Stefano Rodotà (“Uno strappo alla Carta”, Repubblica), in cui si sostiene che si tratterebbe della negazione della democrazia rappresentativa, di Danilo Barbi, segretario confederale Cgil (“Non c’è bisogno del presidenzialismo”, l’Unità), di Lorenza Carlassare, una dei 35, che sostiene che la riforma della forma di governo è totalmente inutile (“Carlassare pronta a lasciare ‘Se delegittimano la Carta’”, Il Fatto quotidiano”), di Rossana Rossanda, secondo la quale “dietro le “larghe intese”, il ridisegno costituzionale calpesta la democrazia” (“Perché cambiare la Costituzione?”, su sbilanciamoci.org), e di Francesco Clementi, anche lui uno dei 35, e favorevole invece a un rafforzamento dell’esecutivo, con l’elezione diretta del capo del governo o del presidente (“La sfida delle riforme”, Messaggero). Riportiamo anche due interventi  fatti nel corso della Direzione nazionale del Pd del 4 giugno, entrambi critici su cambiare la forma di governo: quello di Giovanni Bachelet (“Not in my name”) e quello di Walter Tocci (“Cambiare il PD, non la Costituzione”), entrambi tratti dal loro blog.

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6 Maggio 2013
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Verso il referendum di Bologna sul finanziamento alle scuole paritarie private. Ceccanti vs Rodotà

6 Maggio 2013

Si avvicina (26 maggio) il referendum consultivo che chiederà ai bolognesi se revocare o no il contributo comunale alle scuole d’infanzia paritarie private. A Bologna è attivo il “Comitato art. 33” il cui appello per la revoca si chiama “Bologna riguarda l’Italia”. Lo hanno firmato numerose personalità della cultura di sinistra. Ne hanno scritto Luca Kocci sul Manifesto: “La scuola come Dio la vuole” (4 maggio) e Marco Ventura sul Corriere della Sera il 5 maggio: “A Bologna sulla scuola privata due eserciti bloccati nel fango” (quest’ultimo ritiene che l’art. 33 non vieti quel finanziamento e che si tratti di legittime scelte politiche). Stefano Rodotà, firmatario dell’appello, spiega su Il Manifesto del  5 la sua posizione: “La buona azione di Bologna”. Stefano Ceccanti, sul blog landino.it, replica (“Scuola e Costituzione. Un’ulteriore prova che il prof. Rodotà non sarebbe stato un buon candidato presidente”), osservando che “non si può quindi usare la Costituzione come una clava”.

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22 Aprile 2013
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Scalfari-Rodotà-Scalfari. Poi Renzi, Vendola, Barca, Grillo, le traumatizzanti intese

22 Aprile 2013

Su Repubblica di domenica Scalfari commenta la rielezione di Napolitano e appare critico verso Rodotà, di cui è stato amico (“Solo lui può riparare il motore imballato”). Risponde Rodotà con una lettera al direttore del quotidiano romano (“Sono e resto un uomo di sinistra”). E Scalfari replica (“I 5 Stelle fuori dall’Europa”). Marzio Breda sul Corriere scrive del prossimo governo: “Il Colle non cede. Deve essere politico”). Ancora su Repubblica Ilvo Diamanti scrive a sua volta: “Ma il partito senza leader boccia ogni larga intesa”. Intervista di Renzi a Claudio Tito (ancora Repubblica): “Così rifonderò il Pd”. Per Stefano Folli sul Sole 24Ore “Stavolta Grillo ha perso”. Barenghi su La Stampa immagina “Il futuro di Vendola e Barca”. Antonio Polito sul Corriere è scettico: “Da Renzi a Barca: futuri leader (non) crescono”. Sul Mulino online R. Catanzaro racconta “Il 19 aprile del Pd”.

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21 Aprile 2013
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Il dibattito sull’esito delle elezioni presidenziali nel sito di “Sbilanciamoci”

21 Aprile 2013

 Sul sito sbilanciamoci.info il 19 ottobre, dopo il mancato voto su Marini, Rossana Rossanda aveva scritto un articolo intitolato “Appunti sul Quirinale. Cadono le larghe intese”. A conclusione delle elezioni, Giulio Marcon commenta i risultati (“Napolitano, le larghe intese e la ‘buona politica’ che servirebbe”). E Donatella Della Porta scrive a sua volta un articolo intitolato “L’elezione di Napolitano e l’istituzionalizzazione dell’inciucio”, che così conclude: “Non potendo sfociare in una riforma delle forme organizzative e dei programmi del partito, la mobilitazione dal basso sembra destinata ad accelerarne la frantumazione. La debolezza dell’opzione al cambiamento nei vertici del partito trasforma così un’opportunità di rigenerazione in un fattore di accelerazione della crisi”.

 

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20 Aprile 2013
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Tre voti, due strade, un racconto

20 Aprile 2013
di Walter Tocci

 

L’autore, senatore del Pd, ha scritto sul suo blog questo articolo la sera di sabato 20 aprile, dopo l’esito dell’elezione del presidente Napolitano, per spiegare perché ha votato per Stefano Rodotà. Di lui abbiamo pubblicato due giorni fa, nella Rassegna, il testo dell’intervento con cui aveva criticato la scelta di Marini come candidato del Pd

Nel momento più difficile si poteva dare alla Repubblica un nuovo Presidente di alto profilo. Stefano Rodotà aveva la credibilità per ricostruire la fiducia nelle istituzioni. Non è un candidato di parte, è una personalità che ha sempre avuto a cuore la garanzia dei diritti di tutti e la sovranità della Legge contro qualsiasi sopruso.

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20 Aprile 2013
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Rodotà non avrebbe rappresentato l’unità nazionale

20 Aprile 2013
di Mario Chiavario

 

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo questo articolo scritto durante la quinta, e penultima, votazione del presidente della Repubblica. L’autore, classe 1939, è docente di diritto penale processuale all’Università di Torino

Scrivo queste note di getto, in un momento di stallo nella penosa vicenda dell’elezione presidenziale, mentre è in corso la quinta votazione. Capisco che l’attenzione di molti si concentri soprattutto su due aspetti: da un lato, la leggerezza con cui si sono mandate al massacro, sia pur in modi diversi, due persone come Marini e Prodi; dall’altro la devastazione interna al Partito Democratico. Sono aspetti, di per sé, estremamente preoccupanti, ma più ancora mi sembra gravissima la caduta del senso delle istituzioni che la vicenda, sino a questo momento, sta rivelando.

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18 Aprile 2013
by c3dem_admin
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Incredibile

18 Aprile 2013
di Grazia Villa, presidente della Rosa Bianca

 

Incredibile… ho cambiato l’immagine di copertina su facebook con quella di un uomo: Stefano Rodotà. Un uomo non animoso come lo avrebbe definito Ivana Ceresa, uno di quelli con cui puoi costruire anche pratiche di relazione…

La costituzione non prevede l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, che spetta in gran parte alle elette ed agli eletti da noi popolo sovrano; allora è a voi che chiedo di scegliere secondo libertà di coscienza e responsabilità politica e non secondo mera tattica o puro calcolo.

Alle primarie ho votato prima Vendola e poi Bersani, il Pd alla Camera e Sel al Senato.

Mi colloco da sempre in quella che una volta veniva definita “sinistra cristiana”,

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17 Aprile 2013
by Vittorio Sammarco
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Vigilia di elezioni presidenziali

17 Aprile 2013

Barbara Spinelli, la cittadina Barbara Spinelli, scrive un articolo su La Repubblica per esortare il Pd a votare con il Movimento cinque stelle per il presidente, possibilmente Rodotà (“Il coraggio della solitudine”). Stefano Folli, ancora sul Sole, intitola il suo pezzo “Grillo ha una strategia, ma Pd e Pdl possono chiudere…”, su una linea opposta alla Spinelli. Sergio Fabbrini, docente alla Luiss, sul Sole 24Ore scrive “Il presidente che serve”, e pensa ad un profilo capace di unire all’interno e di dialogare con l’Europa. E la Cei? Per Tornielli su La Stampa i vescovi sono in campo, chiedono che non si indugi a dare un presidente e un governo al paese, e sono perplessi su Prodi. Per Rodari sulla Repubblica i vescovi sono in silenzio sulla sfida del Colle (ma comunque perplessi su Prodi).

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20 Marzo 2013
by Vittorio Sammarco
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Senza mappe

20 Marzo 2013
di Giovanni Bianchi

 

Testo della relazione all’assemblea dei Cattolici democratici milanesi (18 marzo 2013)

Non a caso l’analisi ad un tempo più acuta e sintetica di questa fase confusa la fornisce Marco Revelli su “il manifesto” di martedì 5 marzo 2013: “Non c’è una “forza politica”, come novecentescamente avremmo detto. C’è la forza delle cose”. E aggiungerei: l’imprevedibile potenzialità e ricchezza delle cose in movimento, insieme ovviamente alle difficoltà e ai rischi, e a un ritardo collettivo della coscienza dei cambiamenti già da tempo avvenuti. Peraltro questa distanza tra i cambiamenti e la coscienza che ne abbiamo è uno dei cardini del pensiero politico dossettiano, al punto da risultare determinante nella decisione di ritiro presa a Rossena.

Le cose sono dunque confuse, ma sono anche tutte in movimento.

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8 Marzo 2013
by Vittorio Sammarco
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CINQUE STELLE E CENTO PER CENTO DEI SEGGI

8 Marzo 2013

Luca Ricolfi consiglia a tutti “caldamente” di andare a leggere gli 8 punti del programma del Pd (su www.partitodemocratico.it), “perché è una cartina di tornasole perfetta dell’incapacità di cambiare o, se preferite, di concepire il cambiamento al di fuori delle furbizie della politica” (“Gli otto punti incomunicabili del Pd”, La Stampa 8 marzo). In un’intervista concessa a Marco Damilano, per l’Espresso, Stefano Rodotà sostiene che nei Cinquestelle non c’è antipolitica ma una richiesta di altra politica

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