LA RIFORMA DEL SENATO E LA STOFFA DEI SEDILI

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Sergio Fabbrini, sul Sole 24 ore, replica ai sostenitori del No al referendum osservando che criticano specifici aspetti tecnici della riforma e ne trascurano completamente il senso generale: “è come se decidessimo di fare deragliare un treno semplicemente perché non ci piace la stoffa dei sedili degli scompartimenti” (“La riforma e l’Italia che vogliamo”). Dice Matteo Renzi: “I no al referendum sono per l’inciucio” (intervista al Messaggero). Risponde  Gianfranco Pasquino, sul Fatto: “La riforma che moltiplica i ricatti e gli inciuci”. Marco Olivetti, su Avvenire, replica alle critiche al linguaggio poco limpido della riforma (“Non è questione di semplicità”). Ancora sull’Avvenire interviene Mario Chiavario: “Non è questione di soli costi”. Alessandro Sterpa, sull’Unità, polemizza con il recente libro di Salvatore Settis sulla Costituzione (“La Costituzione non è una mummia”). Sempre sull’Unità Stefano Ceccanti interviene sul nesso riforma del Senato e legge elettorale (“Per non tornare nella palude”).Valerio Onida dichiara al Tg3: “E’ sbagliato insistere per cambiare la Costituzione”.  Mauro Calise sul Mattino parla di “Un voto decisivo dopo 30 anni di melina politica”. Pierluigi Bersani: “Se al referendum vince il no Renzi non deve dimettersi” (intervista a La Stampa). Francesco Verderami, “E il governo schiera i costituzionalisti del Sì” (Corriere della Sera). Michele Prospero, “Lo tsunami referendario” (Manifesto). Gli storici De Bernardi e Flores: “Perché l’Anpi ha torto” (Unità).

 

 

 

 

 

 

 

 

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