5 Maggio 2018
by Giampiero Forcesi
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E ADESSO, PRESIDENTE?

5 Maggio 2018

Il parere di due quirinalisti: Marzio Breda, “Lo schema del premier di tregua e i ministri di tutte le aree politiche” (Corriere della sera); Ugo Magri, “Mattarella farà un appello al paese e per l’esecutivo cerca nomi pop” (La Stampa). Il parere di Massimo Villone sul Manifesto: “Il capo dello Stato con le spalle al muro”. La proposta di Carlo Rognoni sul Secolo XIX: “L’ipotesi più convincente è affidare l’incarico a Tajani”. Lo spericolato editoriale di Mario Calabresi su Repubblica: “Un governo politico o meglio il voto”. Le analisi politiche di Stefano Folli (“La linea rossa della crisi istituzionale”, Repubblica), di Francesco Verderami (“La mediazione di Giorgetti e il piano inclinato verso le elezioni” (Corriere della sera) e di Bruno Vespa (“Appello al buon senso”, Il Mattino). A PROPOSITO DI PD: Fabio Martini, “L’allarme di Veltroni: il Pd è arrivato a un punto limite” (La Stampa); Emanuele Macaluso, “Ma adesso Renzi non è più padrone assoluto del Pd” (Il Dubbio). A PROPOSITO DI M5S: Alessandro Campi, “Gridare al golpe significa tradire il Sud” (Messaggero); Giovanni Orsina, “M5S, cade la maschera moderata” (La Stampa); Marcello Sorgi, “Ora il comico apre la successione a Di Maio. ‘Dibba’ è pronto” (La Stampa). INOLTRE: Liliana Segre, “Il razzismo e la lezione di Vico” (Repubblica). Savino Pezzotta, “Non ero marxista ma grazie a lui ho capito il lavoro” (Il Dubbio). Enrico De Mita, “Politica e nostalgia dei professionisti” (Sole 24 ore). Maurizio Molinari, “Il peggior nemico della democrazia? La ribellione della gente comune” (in dialogo con Yascha Mounk, La Stampa).

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4 Maggio 2018
by Giampiero Forcesi
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IL PD IMMOBILE. MORO E PAOLO VI. FRANCESCO E MARX

4 Maggio 2018

Piero Ignazi (Repubblica): “Il partito immobile”. Massimo Adinolfi (Il Mattino): “L’unità di facciata del partito immobile”.  Virginio Merola, sindaco dem di Bologna: “Una falsa unità. E’ un partito personale. In futuro meglio divisi” (La Stampa). Federico Geremicca, “La confusione che blocca i democratici” (La Stampa). Stefano Ceccanti : “Le mie convinzioni” (dal suo blog del 3 maggio). Fabio Vander sul Manifesto: “Benjamin e il partito della sinistra”. Marzio Breda, quirinalista del Corriere della sera: “L’idea di un super partes”. Il sondaggio di Nicola Piepoli: “Il centrodestra sfiora il 40%. Indietro i Cinque stelle” (La Stampa). SU MORO: Miguel Gotor, su Il Fatto: “La ragion di Stato fermò i 10 miliardi di paolo VI per Moro”. Raniero La Valle, “Fu un sacrificio” e “Democrazia in affanno”, in cui mette il link a un suo articolo dell’aprile 1978 (dal sito lachiesadeipoveri). ALTRO: Gian Enrico Rusconi,La battaglia solitaria del pontefice ai populismi” (La Stampa). Laura Pennacchi, “Modello di sviluppo e capitalismo nell’era digitale” (Manifesto). Antonio Gibelli, “Non buttate Marx” (Secolo XIX). Dario Di Vico, “Il Nord a trazione leghista e la sfida con l’Europa” (Corriere della sera). Sull’Avvenire un editoriale di Massimo Calvi sulla questione demografica: “Fare i conti con la realtà”.

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8 Luglio 2014
by c3dem_admin
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Il valore “politico” del lavoro

8 Luglio 2014
di Sandro Antoniazzi

 

Pubblichiamo il testo di una relazione tenuta alcuni giorni fa dall’autore, già dirigente della Cisl milanese e responsabile dell’associazione “Comunità e lavoro”

 

Per quasi due secoli, dalla rivoluzione industriale in poi, il lavoro è stato al centro della storia politica, economica, sociale, almeno in Occidente. Da qualche decennio non è più così.

Il tema sta qui: nella domanda essenziale se il lavoro possa ancora costituire un riferimento fondamentale per la politica della sinistra e se rimanga una questione “centrale” per la vita economica e sociale.

Sembra evidente che la perdita di importanza del lavoro porti con sé delle rilevanti conseguenze negative: declino del sindacato, scomparsa di un legame lavoro-politica-partito, approcci al lavoro sempre più soggettivi e differenziati, crisi del lavoro come legame sociale e fattore di identità.

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