13 Maggio 2013
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Populismi europei, piani per il lavoro, e la sofferenza del Pd nei confronti del governo

13 Maggio 2013

I populisti fanno tremare l’Europa”: Marco Zatterin su La Stampa analizza la crescita delle destre e dei movimenti antieuropei, e i due antidoti: un piano per il lavoro dei giovani e l’elezione diretta del presidente della Commissione europea. Dedicato al lavoro è il Rapporto-proposta “Per il lavoro”, presentato dal Comitato per il progetto culturale della Conferenza Episcopale italiana, di cui parla M. A. Calabrò sul Corriere della Sera. Di capitale umano parla Carlo Carboni sul Sole 24 Ore (“E’ tempo di scelte e di risorse”).  Di “estremismo democratico” parla Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere a proposito del M5S (“Gli antagonisti del no a tutto”). Guglielmo Epifani espone

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12 Maggio 2013
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Il cammino del governo tra la manifestazione Pdl a Brescia e l’elezione di Epifani

12 Maggio 2013

Eugenio Scalfari, l’anima pro-Letta del quotidiano Repubblica, difende il governo ma è duro con i ministri Pdl presenti alla manifestazione del loro partito a Brescia (“L’esecutivo appena nato rischia il crac”) e chiede a Letta che intervenga (cosa che Letta ha poi fatto: lui e Alfano hanno reso noto che i ministri non parteciperanno più ad alcuna manifestazione politica per le elezioni amministrative di fine maggio). Critico sui ministri Pdl a Brescia anche Antonio Polito sul Corriere della Sera: “Il pagliaio”. Assai più duro (sprezzante) il direttore de Il Fatto quotidiano, Antonio Padellaro: “Un governo ai suoi ordini” (di Berlusconi). Sul

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12 Maggio 2013
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DURI GIUDIZI DE “IL REGNO” SUI CATTOLICI DEL PD

12 Maggio 2013

L’editoriale di Gianfranco Brunelli sul n. 8 de Il Regno, quindicinale dei Dehoniani, (“Crisi senza fine. Dalle elezioni di febbraio al Governo Letta-Alfano”) dedica molto spazio, con toni perenetori, all’analisi del “PD mancato”. Scrive Brunelli: “Il PD non ha alcuna identità, alcuna elaborazione di cultura politica condivisa, alcuna pratica di esercizio della democrazia interna. Si è trattato fin dall’inizio di un accordo di potere tra la continuità strutturale (partito, associazioni di area, sindacato, dirigenti) dell’ex PCI e un gruppo di ex democristiani. Questi ultimi hanno scambiato il nome e la memoria di un pezzo del cattolicesimo politico con

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11 Maggio 2013
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Considerazioni sul ruolo del cattolicesimo politico e sulla crisi del Pd

11 Maggio 2013

Sulla rivista Mondoperaio, tra le poche voci resistenti della galassia del socialismo italiano, Stefano Ceccanti ha pubblicato un articolo, “Morte e resurrezione del cattolicesimo politico?”, in cui sostiene che “le debolezze della cultura politica dei cattolici, nonostante le grandi potenzialità di partenza, non hanno aiutato lo sviluppo riformista del Pd”. Conclude la sua riflessione annotando: “l’attuale governo rappresenta una possibilità ambigua: per il Pd che lo guida può essere l’occasione di riaprirsi agli elettori di centro se la guida del Pd sarà sintonica con tale possibilità; oppure può essere il luogo da cui nasce un Ppe italiano a vocazione maggioritaria se il Pd fugge verso le vecchie identità”.

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10 Maggio 2013
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La cultura politica di Moro fra utopia e realismo

10 Maggio 2013
di Paola Gaiotti de Biase

 

Pubblichiamo l’ultima pagina di un’ampia relazione che l’autrice ha tenuto il 10 maggio nell’ambito del convegno di studi “Studiare Aldo Moro per capire l’Italia” promosso dall’Accademia di studi storici Aldo Moro in occasione del XXXV anniversario della sua morte (Roma, 9-11 maggio 2013). Qui puoi leggere il testo integrale.

 Fra il 1975 e il 1978 si consuma  l‘ultima fatica di Moro.  L’elezione di Zaccagnini a segretario della DC, è certamente una vittoria della sua linea e anche della prudenza tattica per cui evita di dare la sfiducia a Fanfani che non è l’unico responsabile degli errori compiuti. Quella elezione sarà anche un segnale importante per il paese, per le giovani generazioni, per consolidare, malgrado tutto,  nella storia italiana, la valenza etica e culturale della componente cattolico-democratica della DC.  Ma non riuscirà, nemmeno con l’elezione diretta al Congresso del 1976, a sciogliere i nodi del partito.

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10 Maggio 2013
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Piero Alberto Capotosti e la questione della “pacificazione”

10 Maggio 2013

Sul Messaggero del 10 maggio il già presidente della Corte costituzionale Piero Alberto Capotosti , in un articolo intitolato “La via stretta per pacificare politica e magistratura”, parte dalla sentenza di condanna di secondo grado di Silvio Berlusconi, osserva che “l’efficienza e la stabilità del governo Letta (..) non possono venire pregiudicate dalla vicenda Mediaset” e conclude che “occorrerebbe trovare al più presto un terreno di pacificazione per i duellanti” e che il governo delle larghe intese “potrebbe essere lo scanario migliore per attuare una effettiva riforma del sistema giustizia”.

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10 Maggio 2013
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Intorno al governo Letta e dintorni

10 Maggio 2013

Elisabetta Gualmini, su La Stampa, avverte: “Un governo con troppi obiettivi”; e consiglia di concentrarsi, per ora, su poche cose: un provvedimento omnibus su lavoro e crescita, ripristino del Mattarellum e riforma delle Province. Gli economisti Marè e Pammolli, sul Corriere, suggeriscono “Sgravi fiscali per gli under 35”. Luciano Gallino, su Repubblica, dice: “Edilizia e ambiente: ecco dove si può creare lavoro”. Fabrizio Forquet, sul Sole 24Ore, critica, viceversa, che manchi al governo “L’ambizione necessaria”. Marzio Breda, sul Corriere, chiarisce che “La Convenzione non si farà” e che Napolitano è d’accordo con Quagliariello per un percorso di riforma in Parlamento. Stefano Folli, sul Sole, dice che “Napolitano fa capire che le fragilità delle larghe intese si curano governando”. La Stampa evidenzia che il Quirinale è preoccupato del clima nel Paese: “Napolitano: fermare la violenza verbale” (e Cesare Martinetti sempre sulla Stampa spiega cosa c’è “Dietro la banalità delle parole”). Massimo Giannini, su Repubblica, racconta tutto sulla condanna di Berlusconi: “Il grande corruttore”. Infine  sul Corriere Alberto Martinelli allarga lo sguardo: “Alle prossime elezioni europee si voti per il presidente della Ue”.

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9 Maggio 2013
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Alcuni contributi su come affrontare la crisi economica

9 Maggio 2013

Gianni Toniolo, sul Sole 24Ore dell8 maggio, spiega che ai due punti deboli italiani, economia in ristagno da 10-15 anni e debito pubblico elevatissimo, non si può rispondere con l’aumento della spesa pubblica e la richiesta di deroghe all’Unione europea, ma bensì con riforme interne per rilanciare la produttività e la richiesta alla UE di politiche espansive e dell’unione bancaria per riaprire il credito (“Dall’Europa stimoli non deroghe”).  Alberto Quadrio Curzio, anch’egli sul Sole, individua le misure sulle quali deve partire la concertazione (“Lavoro e fisco. Il coraggio delle scelte”). Giulio Sapelli, sul Messaggero, insiste sulle misure necessarie e possibili per creare da subito occupazione, obiettivo non meno rilevante – dice – della rappacificazione politica, se si vuole uscire dalla crisi (“Occupazione, la via turca per uscire dalla crisi”). Enzo Moavero, intervistato da Federico Fubini Sul Corriere, suggerisce: “No agli antagonismi. Con la Germania collaboriamo”. Giorni fa (il 26 aprile) Lucrezia Reichlin, sul Corriere, indicava la strada di “Più qualità e meno costi per lo Stato”.

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8 Maggio 2013
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Il travaglio del PD e le scelte prioritarie da compiere

8 Maggio 2013
di Sandro Antoniazzi

 

Scrivendo  poco tempo fa sulla questione del bipolarismo, mettevo le mani avanti sul rischio di affrontare la situazione attuale in un’ottica e con un pensiero bipolaristi. Siamo in una situazione ben diversa e anche con l’auspicata riforma elettorale, difficilmente le cose si modificheranno sostanzialmente. Solo una riforma elettorale profonda in senso bipolare, potrebbe modificare questo stato di cose, ma allo stato sembra molto improbabile (per intenderci, non è sufficiente il ritorno al “mattarellum”).

Guido Formigoni entra nel merito dell’attuale governo di “larghe intese” ed espone criteri di garanzia e di contenimento: suggerimenti condivisibili e ragionevoli, ma la prospettiva in cui si pone è il breve periodo, l’emergenza. Mi chiedo se non sia ora di guardare con una prospettiva di più lungo periodo, perché questa situazione per così dire “tripartita” e anomala sembra assumere un carattere ben più duraturo.

E’ comprensibile che la base del partito reagisca con sgomento ad un governo con la destra – dopo anni di malefatte di Berlusconi –, ma forse è ora, purtroppo, di abbandonare logiche di purezza di linea,

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8 Maggio 2013
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Tra pacificazioni rifiutate e trappole possibili

8 Maggio 2013

Su Repubblica sia Gad Lerner (“L’equivoco della pacificazione”) sia Barbara Spinelli (“Se la sinistra abbandona i diritti nel deserto”) contestano che si debba andare oggi a una pacificazione tra le forze politiche. Lerner difende in particolare l’antiberlusconismo (in polemica con Mario Tronti) e la Spinelli denuncia il vuoto dei diritti nel governo Letta. Sul Corriere della Sera Giovanni Sartori mette in guardia da “Il trappolone” che Berlusconi potrebbe tirare alla sinistra (a breve far cadere il governo, sfruttare il porcellum e vincere le elezioni). Stefano Folli sul Sole 24 Ore sostiene che i patti sono patti e il Pd avrebbe dovuto accettare Nitto Palma alla presidenza della Commissione Giustizia del Senato (“Il Pd, i patti di coalizione e il calice amaro”). Lunga e interessante analisi della situazione di Salvatore Merlo sul Foglio: “Strette intese e larghe incognite”.

 

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