24 Aprile 2013
by Vittorio Sammarco
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24 Aprile 2013
di Vittorio Sammarco
In questi giorni di caos “democratico”, quando la delusione sembra attanagliarci la gola e oscurare ogni barlume di speranza, le parole di un uomo come Giuseppe Perotti, 48 anni, generale di Brigata nato a Torino, fucilato dai fascisti il 5 aprile del 1944 perché componente del CLN torinese, forse ci possono essere di sprone. Ci dicono, almeno a me fanno questo effetto, che fallimento e successo, impegno e risultati, convivono in un intreccio spesso incerto, precario, imprevedibile, destinato quasi sempre a risolversi solo con un lucido giudizio all’interno della propria coscienza.
La “serena sicurezza” con cui questo “condannato a morte della Resistenza italiana”,
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