9 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Nuovi cattolici nel Pd: il commento di Andrea Tornielli e un articolo di Emma Fattorini. Cronache sul fallito Todi 3, e un’intervista a Riccardi

9 Gennaio 2013

L’allieva di La Pira, gli scout, il volontariato: assalto dei democratici ai cattolici”. Così titola La Stampa del 9 gennaio 2013 un articolo dii Andrea Tornielli. Breve profilo di Emma Fattorini, Edo Patriarca, Ernesto Preziosi e Flavia Nardelli. «Credo che la nostra possa essere una presenza significativa all’interno del Partito democratico – ha spiegato a “La Stampa” Ernesto Preziosi, che è anche presidente di “Argomenti 2000” una della associazioni che hanno dato vita alla rete c3dem –, perché

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2 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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I dubbi nella Chiesa. E una lettera di Federico Orlando a Franco Monaco

2 Gennaio 2013

L’anno si è chiuso con qualche distinguo e qualche ripensamento in seno alle gerarchie della Chiesa sulla questione del sostegno a Monti. M.Antonietta Calabrò aveva firmato un’ampia nota sul Corriere della Sera del 31 dicembre intitolata “Quei dubbi nella Chiesa dopo il sostegno al premier”. Cautela aveva mostrato anche mons. Sigalini. Dubbi e cautela sembrano confermati all’inizio dell’anno. Quanto a Federico Orlando, egli si rifà all’articolo di Franco Monaco su Europa del 29 dicembre e racconta…(“Vaticano e partiti Quegli adorabili vescovi in cerca di candidati”, Europa del 2 gennaio).

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29 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Da Marco Tarquinio a Michele Serra (su Chiesa, cattolici, agenda Monti)

29 Dicembre 2012

Ugo Magri su La Stampa del 29 dicembre racconta l’accordo raggiunto nel convento delle suore dorotee (“Così è nato l’accordo sulla coalizione”). Un editoriale di Marco Tarquinio su Avvenire (“Nobiltà e pregiudizio”) replica a chi accusa di interesse l’apprezzamento della Chiesa nei riguardi di Monti: “Ebbene sì, un interesse c’è in chi vuol bene a questo Paese: quello di non sprecare un sacrificio e un millimetro dell’arduo cammino fatto. C’è

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29 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Le nostalgie democristiane delle gerarchie romane

29 Dicembre 2012
di Franco Monaco

Riproduciamo, in questo spazio più “interno” all’area della rete c3dem, l’articolo pubblicato il 29 dicembre 2012 su “Europa”, quasi a continuazione di un altro articolo uscito lo stesso giorno su “l’Unità” e anch’esso riprodotto nel nostro sito. L’autore è senatore del Pd e redattore della rivista “Appunti di cultura e politica”, pubblicata a cura dell’Associazione “Città dell’uomo”

 

Ci si interroga sul sostegno aperto delle gerarchie romane (sottolineo: romane) all’iniziativa politica di Monti. Una relativa novità. Nei lunghi anni che ci separano dal 1995 – anno spartiacque, coinciso con il grande convegno ecclesiale di Palermo – grosso modo il tempo dominato dalla figura controversa di Berlusconi, i vertici ecclesiastici hanno seguito un doppio binario: l’enunciazione della legittimità del pluralismo politico tra i cattolici italiani e il malcelato, pratico sostegno al centrodestra. Più esattamente: la diffidenza e persino l’ostilità verso l’Ulivo e il centrosinistra. Ne sa qualcosa Romano Prodi, che ne fu ferito anche sul piano personale. A lui non si perdonavano due cose: l’esercizio pratico dell’autonomia laicale e politica (da “cattolico adulto”, una bella formula legata al Concilio, la meta stessa della educazione cristiana dentro la modernità secolare, che fu significativamente bollata come espressione presuntuosa e polemica) e l’avere egli patrocinato e capeggiato uno schieramento di centrosinistra, l’Ulivo. Ulivo che per un verso sanciva l’agognato approdo a una democrazia sanamente competitiva e dell’alternanza dopo mezzo secolo di democrazia bloccata, per altro verso faceva segnare il carattere irreversibile dell’approdo al pluralismo politico tra i cattolici e l’esaurimento dello schema unitario. Prima nella Dc e poi nei suoi più esili epigoni, quali il Partito popolare di Martinazzoli.

Ora sembra che si vogliano sospingere indietro le lancette dell’orologio,

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4 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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I cattolici nei partiti

4 Dicembre 2012
di Salvatore Rizza

La questione romana (o cattolica) è ancora attuale. Sembra una maledizione: tutte le questioni in Italia iniziano, ma non si risolvono mai: la questione meridionale, la questione comunista sono questioni irrisolte e sono sempre lì a determinare progetti e polemiche. La questione romana è nata con la presa di Porta Pia e ha accompagnato 150 anni di storia che racconta l’unità d’Italia e le diverse modalità di apporto dato dai cattolici: dal non expedit, al Patto Gentiloni, alla Democrazia Cristiana, ai cattolici democratici, alla diaspora dei cattolici nei diversi partiti del panorama politico italiano, fino ai nostri giorni con gli appelli del Papa e del card. Bagnasco per una presenza dei cattolici in politica.

Che significato attribuire a questi ‘appelli’?

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26 Settembre 2012
by Vittorio Sammarco
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La mediocrità di tanti cattolici in politica e la mancanza di un’opinione pubblica nella Chiesa

26 Settembre 2012

Domenico Rosati nella prolusione del card. Bagnasco alla riunione del Consiglio permanente della Cei coglie alcuni elementi di novità (La Cosa bianca non c’è. Resta la sfida per i credenti , in “l’Unità” del 26 settembre). Bagnasco ha parlato della presenza in politica di troppi cattolici “mediocri” e ha fatto risalire questa mediocrità ad

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30 Agosto 2012
by Vittorio Sammarco
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“Niente partito, la Chiesa resta lobby”

30 Agosto 2012

Il vaticanista Marco Politi affida a “il Fatto Quotidiano” del 30 agosto 2012 la sua interpretazione dell’evolversi della questione, tornata di recente di qualche attualità, dell’impegno politico dei cattolici in Italia (Niente partito, la Chiesa resta lobby). Osserva che “la carovana di Rimini si è persa per strada” e che “si profila invece il tentativo dell’istituzione ecclesiastica di mantenere il proprio ruolo autonomo di pressione”, e, semmai, “di convogliare un po’ di voto bianco sulla formazione neo-centrista di Casini”. Politi, però, apprezza la recente omelia del card. Bagnasco, in cui l’arcivescovo di Genova ha indicato i forti rischi di tenuta sociale del Paese (Una società coesa e solidale).

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