Nuovi cattolici nel Pd: il commento di Andrea Tornielli e un articolo di Emma Fattorini. Cronache sul fallito Todi 3, e un’intervista a Riccardi

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L’allieva di La Pira, gli scout, il volontariato: assalto dei democratici ai cattolici”. Così titola “La Stampa” del 9 gennaio 2013 un articolo dii Andrea Tornielli. Breve profilo di Emma Fattorini, Edo Patriarca, Ernesto Preziosi e Flavia Nardelli. «Credo che la nostra possa essere una presenza significativa all’interno del Partito democratico – ha spiegato a “La Stampa” Ernesto Preziosi, che è anche presidente di “Argomenti 2000” una della associazioni che hanno dato vita alla rete c3dem –, perché non sia caratterizzato solo dalle spinte a sinistra. La cultura del cattolicesimo politico ha un importante contributo da dare, nel dialogo e nel confronto con tutti, in particolare su temi quali la vita e la famiglia ma anche la pace, la questione sociale e l’emergenza carceri».. “Con l’inserimento di questi quattro nomi in lista, ai quali si aggiunge la candidatura del vicesegretario generale della Cisl, Bersani – commenta Tornielli – è come se acquisisse al Pd un pezzo della storia democristiana e più in generale della storia del movimento cattolico italiano”.

Su “l’Unità” del 9 gennaio (“Perché ho accettato la candidatura come democratica”) Emma Fattorini scrive: “La sfiducia dell’antipolitica e un certo berlusconismo, unito all’egoismo leghista, sono oggi le vere minacce. E sono questi gli avversari, non solo del Pd ma di tutte le persone di buona volontà che amano l’Italia e vogliono una ricostruzione nazionale. E lo sono principalmente per i cattolici italiani, che oggi sentono sulle loro spalle, di nuovo, una responsabilità pari a quella degli anni che seguirono il dopoguerra. Oggi sono chiamati a quello scatto di responsabilità alla quale la Chiesa, a partire da papa Ratzinger, li sta ormai interpellando con sincera attenzione”. E, alla conclusione del suo articolo, scrive: “Guai a toglierci dal sociale, ma ora non basta più. Come tanti, vivo nel mondo universitario con un’angoscia crescente: studenti in gamba impegnati in studi difficili «che non daranno loro niente», giovani ricercatori che continuano a scrivere libri senza alcuna possibilità di un concorso, colleghi che, come in trincea, si battono per tenere in piedi un’università, ormai in caduta libera. Ed è in una di quelle avvilentissime riunioni accademiche che ho pensato come solo il ritorno di una politica nuova, una politica buona ci possa salvare dal disastro nazionale. È per questo che ho accettato con convinzione di dare una mano”.

Un mondo cattolico spiazzato dalle priorità del Professore e dal vecchio schema bipolare” è il titolo del commento di Massimo Franco sul “Corriere della Sera”. “L’annullamento del convegno delle organizzazioni cattoliche, il «Forum di Todi», che era in programma da domani, – scrive Franco – ufficializza lo sbriciolamento di qualunque ipotesi di unità politica e perfino prepolitica di questo universo. Più che una novità, è una conferma. Si tratta di un mondo diviso, che non è riuscito a trovare un simulacro di compattezza nemmeno intorno al premier uscente, Mario Monti. D’altronde, nelle ultime settimane anche dalle gerarchie ecclesiastiche erano arrivati segnali contraddittori nei confronti di Palazzo Chigi.

Sul premier la Chiesa si divide.  L’offensiva di Ruini: non ci rispetta”, titola “la Repubblica” un articolo di Francesco Bei, il quale sostiene che “in realtà a staccare la luce è stato l’ex presidente della Cei, fin dall’inizio scettico su quella che ha considerato «un’apertura di credito eccessiva» a Monti da parte di Bertone e Bagnasco. Lo scontro finale, che ha rafforzato le posizioni di Ruini contro Bertone, si è consumato sulla rappresentanza del mondo cattolico nelle liste Monti. Con i ruiniani che si aspettavano e chiedevano una forte quota di candidati sicuri — almeno il 20 per cento — riferibili al mondo di Todi 2”. “Fallito il convegno di Todi 3, i ruiniani del Pdl si sono messi subito al lavoro per organizzare una contro-iniziativa. Non hanno perso tempo. Venerdì 18 gennaio Quagliariello, Roccella e Sacconi apriranno un convegno con le associazioni cattoliche sui temi eticamente sensibili. Per dimostrare che il Pdl resta «l’unica ancora contro la “deriva” vendoliana».

Mario Castagna su “l’Unità” (“Salta la nuova Todi. Malumori cattolici verso Montezemolo”)  scrive che  “a preoccupare i pochi rimasti tra i todini è anche l’enorme capacità di attrazione dei protagonisti di quell’appuntamento da parte del Pd. Ieri sono arrivate le candidature, tra le fila dei democratici, di Flavia Nardelli, Ernesto Preziosi, Emma Fattorini e Edoardo Patriarca. Qualche giorno prima quella di Giorgio Santini e quella di Carlo dell’Aringa. Non proprio delle figurine, ma cattolici democratici che hanno con il Pd un rapporto costante e non episodico”.

Andrea Riccardi, intervistato da “Il Messaggero” (“Riccardi: c’è chi semina zizzania tra noi e i cattolici”), ribadisce: “Chiediamo agli Italiani di farci vinvere”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

One Comment

  1. questa volta massimo franco (che in tante occasioni si fa apprezzare per chiarezza e lucidità di interpretazione) l’ha detta grossa!
    quale sbriciolamento ha colpito il fronte cattoico? todi3 abortito fa capire che forse si allontana un pò l’ennesimo tentativo di rifare il partito di “tutti i cattolici”, concetto totalitario affermato per tanti anni, che aveva dissolto nelle nebbie della mancanza di riconoscimento la consistente e vitale presenza dei cattolici oltre il perimetro della DC
    certo che una parte del mondo cattolico – magari “eminente” – vorrebbe perseguire tale obiettivo, ma credo che todi3 disdetto significhi invece che la presenza cattolica può continuare il suo percorso multiplo, ove ciascuno possa verificare la propria buona volontà di interagire con chi crede sia il migliore compagno di strada
    cosa che richiede, nel credente, fede e capacità continua di aggiornare la propria capacità di esprimere i valori in cui crede, come motivo di confronto e di persuasione, svolgendo anche una forte e continua azione educativa
    allora, piuttosto che rimpiangere azioni unitarie tendenti solo a costituire percentuali di adesioni utili per non uscire mai dalla logica del contarsi in vista del postelettorale “contratto fra partiti “, nell’ambito della cultura cattolica rimpiango la mancanza di “scuole del pensiero”, quali arricchirono la formazione di tante persone come me, in un ventennio ricco come quello postbellico
    trascorsi interi campi estivi studiando l’antropologia di Anile o l’economia di Toniolo, sotto la guida di qualche “senior” più colto e di qualche giovane prete studioso
    credo di avere a mia volta dato il mio ultimo contributo in un corso di formazione di questo tipo non oltre la metà degli anni ’70
    oggi i miei nipoti (posso fare statistica su un discreto campione!) faticano a godere di una qualche chiacchierata nei loro campi estivi, trasformati da tempo in colonie estive dove ben che vada un prete va a celebrare un paio di Messe!
    educazione, scuole di formazione, azioni educative di medio e lungo periodo: su questo fronte si che mi piacerebbe vedere mobilitato “tutto” un variegato mondo cattolico, altro che sbriciolamento di aggregazioni elettorali

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