SICILIA. COMMENTI AL VOTO

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Sui risultati del voto in Sicilia (qui i dati elaborati dal CISE della Luiss) alcuni commenti: quelli inviati agli amici da Stefano Ceccanti (Pensierino sui commenti, e Note sugli aspetti istituzionali); quello del blog del dem Dario Parrini (“Dalle elezioni in Sicilia arrivano tre conferme”); la e-news di Matteo Renzi; due interviste di Artuto Parisi (“Leadership di Renzi senza alternative”, all’Avvenire; “Matteo non può candidarsi a premier”, al Mattino); Dario Franceschini, “No a rese dei conti. Creiamo un’alleanza” (intervista al Corriere della sera); Luigi Zanda, “Matteo, pensaci: due ruoli ora sono troppi” (intervista a Repubblica); Alfredo D’Attorre, “Renzi ascolti il Paese e faccia un passo indietro” (intervista al Manifesto); Mauro Calise, “La democrazia nel buco nero del non voto” (Mattino); Alessandro Campi, “La sfida è a due. Si allontanano le larghe intese” (Messaggero); Giovanni Orsina, “L’alchimia che ha deciso la sfida” (la Stampa); Lina Palmerini, “Il debole argine populista tra sinistra divisa e Berlusconi alleato dei sovranisti”; Ezio Mauro, “La sinistra che non c’è” (Repubblica); Antonio Polito, “Il tramonto di un progetto” (Corriere della sera); Stefano Folli, “Il voto utile e quello disperato” (Repubblica); Massimo Franco, “Il vicolo cieco di un partito alla ricerca di capri espiatori” (Corriere); Marco Tarquinio, “Quello che non torna” (Avvenire); Norma Rangeri, “Le dimissioni di un uomo solo allo sbando” (Manifesto); Claudio Cerasa, “La nuova percezione di Berlusconi. Storia di una rivoluzione” (Foglio).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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  1. IL VOTO IN SICILIA – RAFFRONTO 2017 SU 2012
    Una analisi del voto siciliano è possibile e corretto solo considerando che il sistema elettorale siciliano consente il voto disgiunto e pertanto nella valutazione del voto vanno presi in considerazione i voti espressi alle coalizioni e alla singole forze politiche.
    Intanto un primo elemento positivo: alle elezioni del 2012 sono state presentate ben 20 liste raggruppate in 11 tra coalizioni e singoli partiti mentre nel 2017 le liste erano 12 raggruppare in 5 coalizioni.
    Un secondo dato di chiarezza è relativo alla partecipazione al voto: nel 2017 i votanti sono stati 1.924.602, cioè 7.237 (+ 0,38%) in più rispetto a 1.917.365 del 2012. La riduzione della percentuale dei votanti dal 47,41 del 2012 al 46,76 del 2017 (- 0,65%) è dovuta all’aumento degli aventi diritto al voto.
    I risultati sono i seguenti:
    – è indubbio che il M5S ha realizzato il maggio successo in quanto è passato da 285.202 voti del 2012 ai 513.359 del 2017, cioè ben 228.152 voti in più pari al 79,99%. Al M5S sono andati la grandissima parte dei voti persi, rispetto al 2012, dal centro destra (- 179.946), dalla sinistra (- 25.908) e in parte dal centro sinistra (- 94.608).
    – nel 2012 l’area di centro destra era presente alle elezioni con due coalizioni: la coalizione Nello Musumeci aveva ottenuto 471.934 voti mentre la coalizione guidata da Gianfranco Miccichè che aveva ottenuto 383.031 voti. L’area di centro destra aveva ottenuto 854.965 voti, cioè il 44,59% dei voti ma, stante la divisioni al suo interno, si era autorelegata all’opposizione.
    – nel 2017 il centro destra si è presentato con una sola coalizione che ha ricuperato l’alleanza con Gianfranco Miccichè e con l’UDC, che nel 2012 era in coalizione Crocetta, ed ha ottenuto 809.121 voti, pari a 45.844 cioè il 5,36% dei voti in meno, nonostante che l’UDC abbia portato nella coalizione un valore aggiunto di 134.102 che sono la parte rimasta all’UDC dopo la scissione di Alleanza Popolare. Aggiungendo questi voti il centro destra ha in realtà perso ben 179.946 voti in larghissima parte confluiti nel M5S.
    – la sinistra nel 2012 raggruppando le liste di Italia dei Valori e Claudio Fava Presidente aveva ottenuto 126.491 e nel 2017 di voti ne ha ottenuti 100.583, cioè 25.908 in meno pari al 20,48% sebbene la lista presentata era l’alleanza tra Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Possibile, MDP, Federazione dei Verdi e Socialisti Siciliani. Anche questi voti sono confluiti nel M5S.
    – il centro sinistra nel 2012 aveva ottenuto 583.547 voti, di cui 257.274 erano i voti del PD, 207.827 quelli dell’UDC e 118.346 quelli della Lista Crocetta Presidente e 100 della Lista Consumatori.
    – nel 2017 il centro sinistra ha ottenuto 488.939 voti di cui 250.633 al PD, 115.751 voti del PSI che nel 2012 era nella Lista Crocetta Presidente, 80.366 voti di Alternativa Popolare partito nato dalla scissione dell’UDC e 42.189 sono i voti della lista Micari Presidente.
    – Il centro sinistra ha dunque perso complessivamente 94.608 voti (- 19,34%) così suddivisi: voti persi totali 134.102, di cui 6.641 persi dal PD, 127.461 persi per l’uscita dell’UDC; voti acquisiti totali 39.494 che sono la differenza tra la Lista Crocetta del 2012 e la lista Micari Presidente del 2017 più la Lista PSI. Ne consegue che i 94.608 voti persi sono dovuti essenzialmente al passaggio dell’UDC dal centro sinistra al centro destra e non al tracollo del centro sinistra che, anzi, anche senza considerare gli 80.366 voti di Alleanza Popolare, ha ottenuto 32.853 voti in più rispetto al 2012.

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