LA STORIA IN FRANTUMI

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Luigi Manconi, “Se nel dibattito spariscono le vittime” (Repubblica). Donatella Di Cesare, criticata per le sue pozioni sulla guerra, si difende così (mi pare senza convincere): “Pace, Putin e l’Occidente. Il mio diverso parere” (La Stampa). Claudio Cerasa, “La ‘denazificazione’ o la prosecuzione del nazionalismo con altri mezzi” (Foglio). Ezio Mauro, “Se la storia va in frantumi” (Repubblica). Micol Flammini, “Il ventottesimo stato europeo” (Foglio). Fabrizio Dragosei, “Giovani e creativi, è fuga dalla Russia” (Corriere). Anna Zafesova, “Insulti, botte, arresti, Mosca spegne Navalny” (La Stampa). Luca Steinmann, “Nelle citta ucraine cadute i russi deportano i sopravvissuti” (Repubblica). Il parere del gen. Claudio Graziano, capo del Comando militare della Ue: “Putin ha sbagliato i calcoli. Solo l’Onu può decidere sulla no fly zone” (intervista al Corriere della sera); e quello del gen. italiano Fabio Mini, “Serve un tavolo tra Usa, Mosca e Kiev, ma senza la Nato” (intervista a La Verità). Marta Dassù s’interroga sul ruolo della Cina: “Pechino a un bivio” (Repubblica). Gianpaolo Galli, “Affrancarsi dal gas russo si può, ma le vie facili non esistono” (Foglio). Una riflessione di Dario Di Vico su cosa sta cambiando nell’economia mondiale: “Economia e geopolitica, le idee sbagliate” (Corriere della sera). Il pessimismo del politologo Mauro Calise, “La politica ammutolita davanti alla guerra” (Mattino), e quello del giornalista americano Thomas Friedman, “Il fallimento della Russia sconvolgerà il mondo intero” (La Stampa).

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  1. A me l’articolo di Donatella Di Cesare ha convinto. E condivido le sue considerazioni. Come sempre (pensiamo al 1915/18) chi cerca di ragionare o di esprimere posizioni diverse dalla maggioranza viene considerato un “vigliacco”, un disertore. Anche i cattolici, che erano neutralisti, alla fine si sono allineati al pensiero irredentista. Oggi a invasione in corso di una nazione libera, a guerra e carneficina senza alcuna giustificazione, sarà giusto non fare troppi distinguo e non disturbare i manovratori; ma spero che quando tutto sarà finito si possa riprendere seriamente il dibattito su una vera smilitarizzazione, un vero disarmo, un vero lavoro per la pace. Spero che il cattolicesimo democratico, almeno, non si schieri con il realismo politico e con il politicamente corretto, lasciando ai grandi interessi la gestione dell’assetto geopolitico ed economico futuro

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