CL, LE DIMISSIONI DI CARRÓN. OMBRE NELLA CHIESA ITALIANA

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Paolo Rodari, “Carrón lascia la guida di Cl. ‘Il papa ci chiede un ricambio’” e “Ma il diktat di Francesco scatena i malumori dei movimenti” (Repubblica). Francesco Antonio Grana, “Comunione e Liberazione, don Julián Carrón si dimette da presidente: resa incondizionata alle direttive di Papa Francesco” (Il Fatto). Maurizio Crippa, “La disputa sul ‘carisma’ di Cl e il nuovo momento della chiesa” (Foglio). Gad Lerner, “Carrón si dimette, ma la crisi di Cl covava da quasi dieci anni” (Il Fatto). Antonio Polito, “’Lascio Cl’. Carrón, la scelta amara e di sfida” (Corriere della sera). Marco Grieco, “Carrón lascia la guida di Cl dopo una lunga battaglia con il Vaticano” (Domani). CHIESA ITALIANA: Ernesto Borghi (biblista), “Cammino sinodale italiano: note a margine del ‘messaggio’ agli operatori pastorali” (Viandanti.org). Giancarlo Martini, Augusto Cavadi, “Racconti di pecore che non vogliono restare pecore” (il gruppo manifesto4ottobre pubblica il racconto di due amare vicende ecclesiali). Lucetta Scaraffia, “Perché soltanto la chiesa italiana non indaga sugli abusi del clero” (La Stampa). Armando Matteo, “La Chiesa italiana dorme e non comunica più” (intervista a Labarcadelmare.it). Enzo Bianchi, “Generazione Peter Pan” (Repubblica). INOLTRE: Francesco, “La libertà cristiana si esercita nella libertà” (catechesi sulla lettera ai Galati – Avvenire). Sergio Ventura, “Lo Spirito santo, chi era costui?” (Vinonuovo). Lorenzo Prezzi, “Germania-Europa: Chiese e migrazioni” (un documento delle chiese cattolica ed evangelica – Settimana news). Colloquio con Federica Bergamino, “Dostoevskij, nel caos della vita reale” (Settimana News).

 

 

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  1. Ho letto il sofferto racconto di Giancarlo Martini e confesso che l’immagine, ovviamente mediata dal racconto, che mi sono fatto è quella di una comunità legata ad un leader che ha identificato il suo stile con la comunità stessa, e di una comunità che vede il bene solo nel passato. Nessuno mai avrebbe potuto succedere perché “si è sempre fatto così”. Il tutto non è un po’ clericale? Sono consapevole che il mio giudizio è duro, ma non voglio fare paternalismi ipocriti. I passaggi di responsabilità, anche nelle associazioni laicali, sono più facili se si parte da un terreno comune che nel linguaggio ecclesiale si chiama scelte pastorali diocesane, preghiera liturgica del vaticano II, consiglio pastorale, ecc. Insomma, comunione col Vescovo. In questo modo i doni di ciascuno risplendono meglio.
    Se ho capito male, mi assumo tutta la responsabilità e chiedo scusa. Ma mi permetto di suggerire che i “manifesti” siano contestualizzati dalla redazione. Se no suscitano solo emozioni e non immaginazioni. Un cordiale saluto.

  2. Franco Agnesi, che è vescovo ausiliare della diocesi di Milano, esprime un giudizio, di clericalismo, che lui stesso definisce un po’ duro. E che potrebbe essere anche legittimo, se l’immagine che lui si è fatto della vicenda raccontata da Giancarlo Martini potesse avere degli effettivi riscontri in altre testimonianze e, in ogni caso, in una buona conoscenza dei fatti. Il punto è che, senza questi elementi di contesto, è difficile esprimere un giudizio. Quanto a me, come redattore, posso dire che, nelle Segnalazioni e nella Rassegna stampa, ci limitiamo a proporre all’attenzione testi e interventi che ci sembrano stimolanti o comunque utili da conoscere. Ma non possiamo quasi per nulla “contestualizzare” (come viceversa sarebbe giusto fare scrivendo noi un articolo su un determinato tema). Posso però dire due cose. La prima è che, certo, è cosa buona quando in una realtà ecclesiale si viene a creare effettivamente un “terreno comune” in cui azione dei laici, scelte comunitarie, comunione col vescovo prendono vita; ma perché sia così la responsabilità è di tutti, e forse in primo luogo proprio del vescovo; ora, dal racconto di Giancarlo Martini a me pare di capire che una certa responsabilità della mancata intesa debba essere cercata anche in chi esercita l’autorità in quella chiesa. La seconda è che, benché io non conosca la vicenda riferita, ho però una qualche conoscenza (da lontano) di uno dei frutti dell’attività di Martini e penso del suo gruppo, e cioè il sito http://www.finesettimana.org, che mi sembra una fonte interessante di segnalazioni sulla vita della chiesa e sui temi etici e sociali che più coinvolgono i cristiani; per questo nutro una certa stima per la persona in questione, il che mi ha indotto a segnalare il suo racconto.
    In ogni caso, ho rintracciato Giancarlo Martini e gli ho chiesto se vuole rispondere alle osservazioni di Franco Agnesi, aiutandoci a meglio comprendere una vicenda che, io credo, specie in tempo di Sinodo, interessi a noi tutti. Mi ha detto che lo farà.

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