LE PRIMARIE PD E IL RIPENSAMENTO DI PRODI. LA CONSULTA E LA LEGGE ELETTORALE

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 “Matteo, Gianni o Pippo? Matteo”, risponde Giovanni Colombo, anche se dice che non è il leader giusto per far ripartire una “primavera dei cuori” (“Il cinghialetto e il pellicano”). Al “segretario che verrà” offre i suoi consigli Pierluigi Castagnetti (“Consigli non richiesti al segretario che verrà”, Europa). E Romano Prodi cambia idea, voterà alle primarie: lo spiega al Mattino  mentre risponde a domande su Mandela (“Il metodo di Mandela per salvare la democrazia”); in proposito il Foglio pubblica un colloquio con Arturo Parisi: “Il perché di Prodi”; commenta Mario Lavia su Europa: “Il Prof vota per il bipolarismo, ora le Primarie si rianimano”; il Secolo XIX suppone che Prodi voti Civati, ma appoggi Renzi per Palazzo Chigi e ripensi al Quirinale (“L’appoggio si sdoppia e torna l’obiettivo Quirinale”). LEGGE ELETTORALE: Barbera, Ceccanti e CheliNon ci sono più alibi” (Mattino); Francesco Paolo Casavola: “Basta con gli alibi, ora nuove regole” (Mattino); Piero Capotosti: “Dopo le motivazioni il Parlamento decade” (Unità); Valerio Onida: “La sentenza non incide sugli effetti della legge” (Sole 24Ore); Stefano Rodotà: “Le ragioni della Corte” (Repubblica); Domenico Gallo: “Una sentenza storica” (Manifesto); Cesare Mirabelli:Rischio caos, Camere troppo deboli” (Mattino); Giovanni  Guzzetta: “E’ il trionfo delle larghe intese” (Mattino); Alfio Mastropaolo:A che serve una legge” (Manifesto);  Angelo Panebianco: “Una trappola che seduce” (Corsera).

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