LA BAD GODESBERG DI RENZI

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Un bell’articolo: Carlo Trigilia (ex ministro), “Se i partiti deboli minano il rilancio della produttività” (Corriere della Sera). IL PD E RENZI: Elisabetta Gualmini, “Il nuovo partito comincia qui” (La Stampa); Stefano Folli, “La Bad Godesberg di Renzi” (Sole 24 Ore); Rosy Bindi, “Matteo sta svuotando tutto” (Intervista alla Stampa); Gianni Cuperlo, “Scissione? Sarebbe colpa di Matteo” (intervista al Corriere della Sera); Gennaro Migliore “L’ex Sel: ‘Matteo sì che è di sinistra’” (intervista al Quotidiano nazionale); Tommaso Labate, “Tutti i teorici del partito di Landini” (Corriere della Sera); Ilvo Diamanti, “Il ri-partito della nazione” (Repubblica). Giuseppe De Rita, “Persino il pubblico impiego ormai ha paura del futuro” (intervista alla Stampa). ALTRO: Leonardo Becchetti, Roberto Cellini, Paolo Pini, Alberto Zazzaro, “L’Italia chieda una ‘Bretton Woods’ per l’eurozona”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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  1. Costituzione e Economia Convegno del 29.11.2014-

    A proposito del dibattito sul tema del Convegno in corso,la mia riflessione consiste innanzitutto,nel cercare un significato all’accostamento del binomio costituzione-economia,due termini che sembrano
    avere un riferimento puntuale alla politica statale interventista di stampo keynesiano, regolatrice della produttività e dell’occupazione tramite la spesa pubblica,e che possa offrire rimedio alle crisi economiche
    e garantire un più giusto equilibrio agli eccessi del liberismo. Questa era stata la teoria degli economisti della scuola di Hayek e della scuola di Stoccolma dell’inizio del secolo,seguita in Italia dalla scuola di
    Federico Caffè,il quale presupponeva un’intrinseca autoregolazione del capitalismo dovuto agli effetti della domanda e dell’offerta,agevolata dalla spesa pubblica.Oggi,riformulare una forma di intervento regolatore dei mercati si è reso più difficile,per diversi motivi che vanno dalla perdita di sovranità
    a vantaggio di una sovranazionalità non sempre presente ed accondiscendente,alla operosità di una potente lobby finanziaria che rischia di bloccare lo sviluppo,di accentuare le differenze economiche e di creare sacche di disoccupazione e di povertà sempre più nette negli stessi paesi sviluppati,a questo hanno fatto seguito l’insofferenza di molti all’integrazione in un’Europa che non rappresenta più i popoli,e allo stesso tempo verso i governi nazionali,con l’aumento di manifestazioni di piazza,ed una crescita esponenziale della criminalità,più o meno organizzata,spesso di immigrati che non hanno lavoro e reagiscono in maniera violenta.In questo clima, i rappresentanti delle istituzioni si sono trovati paralizzati nell’azione,condizionati da un immobilismo di fatto,dall’incertezza dei risultati di ogni qualsiasi manovra per uscire fuori dalla crisi. Le ipotesi che più di recente sono state avanzate dalla BCE vanno dalla rinegoziazione dei debiti nazionali per i paesi europei, all’immissione di nuovi capitali tramite le manovre di “quantitative easing” e di acquisto dei titoli TTrl,fino alla proposta di svalutazione dell’euro rispetto al dollaro per dare rilancio all’eurozona,contemporaneamente ad un tentativo di unificazione dei due mercati europeo e statunitense, tramite l’accordo del TTIP,che però é stato contestato dai dissidenti di associazioni,che basandosi su una disinformazione di base, lo hanno considerato un nuovo patto di rafforzamento delle lobbies finanziarie.Per altri invece questo accordo rappresentava l’unico modo di rafforzare l’eurozona,per affrontare la concorrenza dei giganti asiatici,compreso la Cina,ma in un crescente rimbalzo di responasabilità verso decisioni che nessuno vuole più intraprendere da soli,e questa mancanza di opzioni possibili,e di decisionismo,di manifeste contrapposizioni stanno procurando un maggior danno,soggiogando tutti e riportando ad un’atmosfera di indifferenza e di pessimismo . Per ottenere risultati positivi, invece, l’ottimismo è necessario ed anche utile per riuscire a realizzare dei programmi di “ottimizzazzione delle risorse disponibili” sia di beni materiali che umani e di tecnologia per riuscire a soddisfare i bisogni primari,l’occupazione e la produttività,forse magari con un maggior impegno nel decidere quali sono i bisogni primari per i più e quali sono i superflui per i pochi,e quali consumi sono necessari e dovrebbero di conseguenza essere di facile accesso per tutti. Se tutti pensassimo in termini di umanità e di sopravvivenza del pianeta dovremmo liberare molte delle risorse oggi indisponibili in mano a lobbies,fondazioni,patronati,e banche e aumentare il benessere e la produzione,da una parte,la circolazione monetaria dall’altra,quindi la emissione di nuova moneta o la svalutazione di quella attuale per aumentare il potere di acquisto sembra la chance migliore.Solo così la crisi di sistema,la recessione che ormai ha contagiato tutta l’Europa, potrebbe avere una battuta d’arresto e la ripresa non dovrebbe tardare a mostrare i suoi primi effetti. In seguito si potrebbero approfondire le cause dell’attuale crisi,e chiedersi se l’attuale sistema di finanziarizzazzione dell’economia abbia per così dire “cavalcato”la crisi,e ne sia stato il suo “disumano procuratore”e quale la logica e la morale alla quale rispondeva se non la logica egemonica e di “dominio assoluto” tramite il denaro,il quale, invece, non è che un mezzo per ottenere la felicità,e ,come è stato accertato ciò che dà stabilità alle relazioni umane, compreso quelle economiche,consiste nella maggiore felicità disponibile per il maggior numero di persone,o in altri termini,la maggiore utilità per il maggior numero di individui .Ne consegue che la logica delle lobbies che conseguono il maggior profitto é in sè sbagliata e dannosa per l’equilibrio dei mercati e per la stabilità sociale.
    Sanny Tiralosi

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