DALL’ITALICUM AL CARD. SCOLA A M. NOVAK

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 “Italicum, un accordo migliorativo, ancora migliorabile, ma comunque rispettoso della sentenza della Corte”, di Stefano Ceccanti sull’Huffington Post (e poi su Europa: “Garantita la governabilità, anche quella presente“). Su la nuova legge elettorale e il destino della Repubblica scrive Raniero La Valle: “Rottamazioni in corso” (Rocca, 4/2014). Altri commenti: S. Passigli, “Non si può rinunciare alle preferenze” (La Stampa); R. D’Alimonte, “Preferenze e demagogia” (Sole 24Ore); M. Ainis, “Il testo è commestibile, le pluricandidature no” (Corsera); M. Calise, “Patto sul voto, due leadership alla prova” (Mattino); M. Villone, “Una scommessa pericolosa” (Manifesto). Giorni fa un editoriale interessante di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere: “Qual è il vero potere forte”. “Dalla fine della DC alla irrilevanza politica dei cattolici”, una breve ma utile nota di Maurilio Guasco su “Appunti Alessandrini”. Vittorio Bellavite, coordinatore di Noi Siamo Chiesa, si allarma: “Gianni Letta nuovo membro dell’Istituto Toniolo, il colpo di mano del Card. Scola”. Ne scrive anche Marco  Damilano sull’Espresso: “Vaticano alla milanese”. Lo stesso card. Scola sabato scorso ha iniziato una collaborazione con il Sole 24 Ore: “Caterina e l’amicizia civica”. Il Corriere della Sera ha pubblicato l’estratto di una (controversa) lezione americana di Michael Novak: “Fare impresa è una vocazione. Salverà il mondo dalla povertà”.

 

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