21 agosto

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Diversità di accenti anche oggi tra i due maggiori quotidiani in tema di Berlusconi: Ezio Mauro su Repubblica (“Il mondo rovesciato”) esprime indignazione per il rischio che un uomo solo tenga in pugno il Paese, mentre Sergio Romano sul Corsera (“La maturità della politica”) suggerisce al parlamento di darsi un supplemento di riflessione sull’applicazione della legge Severino. Il Sole 24Ore offre uno strumento dper capire: “Retroattività. La mappa delle interpretazioni”. Stefano Ceccanti sull’Unità scrive: “Non esistono scorciatoie, la legge Severino è applicabile”. Piero Ignazi, su Repubblica, mette in guardia il Pd dal concedere nulla a Berlusconi: “A chi è indigesto il boccone democratico?”.  Una posizione, invece, più vicina a quella di Sergio Romano la esprime Lorenzo Dellai, di Scelta Civica, sempre sul Corsera: “Il Senato non è un quarto grado, ma se serve tempo lo prendano”. Il 20 agosto su Il Giorno Giovanni Guzzetta aveva espresso un’opinione inaspettata: “La legge Severino è incostituzionale”. Europa pubblica un intervento di Gabriella Monteleone che osserva: “Decadenza o no: perché la palla giuridica potrebbe passare alla Consulta”. Tra i molti che mettono in guardia contro la crisi di governo c’è Giulio Sapelli, intervistato sull’Unità: “Una crisi oggi significherebbe il caos”. Chi invece spinge per la fine delle larghe intese e la nascita di un governo Pd-M5S c’è Stefano Rodotà: così su Repubblica del 20 agosto (“Il senso del vuoto e la democrazia corrosa”) Franco Monaco, su Europa, replica a Enrico Letta: “Professionisti del conflitto? Potrei essere uno di loro”.  In ogni caso si torna a discutere su come andare alle elezioni: Roberto D’Alimonte sul Corsera dice: “La proposta di Violante è la mia. Soglia al 40% oppure ballottaggio”; Elisabetta Gualmini su La Stampa sarebbe d’accordo anche lei con Violante ma teme che non se ne faccia nulla: “Elettorale. La riforma improbabile”.

 

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