DOPO BAGNASCO. UN DIBATTITO CHE NON SI SPEGNE, ANZI …

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Il giudizio di Alberto Melloni su Repubblica: “Su Bagnasco l’ombra di Ruini”. Alessandra Arachi: “Renzi argina Bagnasco” (Sole 24 Ore). E Norma Rangeri, direttore del Manifesto, loda Renzi: “Bravo Renzi. Evviva Sanremo”. L’Unità titola un articolo di Federica Fantozzi: “Non era Francesco. Anche la Cei adesso frena”. E in effetti Giacomo Galeazzi, sul Secolo XIX, annota: “Galantino corregge Bagnasco”. Sul Foglio David Allegranti si interroga: “In definitiva, che cattolico è Renzi?”. L’Unità pubblica anche un’intervista di Mario Tronti, senatore Pd e marxista non pentito (come già Giuseppe Vacca): “No a ingerenze, ma la sinistra su questi temi non deve forzare”. Su posizioni simili anche Cesare Salvi, già senatore Pci, in un’intervista all’Avvenire: “Serve saggezza, non forzature”. Più netto invece Emanuele Macaluso, altro vecchio del Pci, in una bella intervista al Corriere della Sera: “Interferenze inaccettabili”. Ma la difesa a 360 gradi di Bagnasco, e dell’Avvenire, viene da Paola Binetti: “Una stampa aggressiva e una stampa coraggiosa” (Avvenire). La Binetti accusa una sorta di pensiero unico contro chi dissente dal sostegno al ddl Cirinnà; e su questa stessa posizione c’è l’editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera: “Il fronte unico dei modernisti”, che denuncia un dibattito, sulla stampa e in Tv, a senso unico. Opposto il parere, sull’Unità, di Carmine Fotia: “Scontro e negoziato, così funziona la democrazia”.  Infine, l’Unità informa: “Otto deputati dem: l’unica soluzione è lo stralcio”.

 

 

 

 

 

 

 

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