8 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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CATTOLICI E REFERENDUM. LA REPLICA DI FRANO MONACO A LUIGI LOCHI

8 Novembre 2016

Sull’Unità Franco Monaco (“Il ruolo dei cattolici e il referendum”)replica ad un articolo pubblicato sullo stesso giornale due giorni prima da Luigi Lochi (“I cattolici e le riforme”). Tale articolo è lo stesso, con poche varianti, di quello ricevuto e pubblicato da c3dem otto giorni fa con il titolo “Ri-dire il cattolicesimo democratico”. In esso Lochi aveva criticato sia Monaco sia La Valle a proposito delle posizioni assunte per il referendum.

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30 Ottobre 2016
by Giampiero Forcesi
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Ri-dire il cattolicesimo democratico

30 Ottobre 2016
di Luigi Lochi

 

L’autore, che già pochi giorni fa era intervenuto sul tema della riforma costituzionale, ci manda un nuovo articolo, piuttosto provocatorio nei confronti di una parte cospicua, e fondante, del cattolicesimo democratico. Lo pubblichiamo pur consapevoli che sarebbe preferibile un approccio meno polemico e più rispettoso delle diverse posizioni che la tradizione politica cattolico-democratica sta oggi esprimendo

 

Non v’è dubbio che il dibattito intorno alla Riforma costituzionale che il referendum del 4 dicembre dovrà confermare o bocciare, si sta rivelando una sorta di “pietra di inciampo” soprattutto per le culture politiche confluite nel Partito democratico. In particolare per quelle culture politiche che tradizionalmente vanno sotto il nome di cattolicesimo democratico e di cattolicesimo sociale.

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13 Ottobre 2016
by Giampiero Forcesi
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Con la Riforma costituzionale la politica torna a restituire lo “scettro” al cittadino

13 Ottobre 2016
di Luigi Lochi

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. L’autore, già dirigente di Sviluppo Italia, è collaboratore della Fondazione per il Sud e docente a contratto all’Università del Salento 

 

Al di là delle tecnicalità in cui si articola, la Riforma Costituzionale rivela una ratio, un significato profondo, che si collega ad un processo di “perfezionamento” della Costituzione del 1948.

Le riforme istituzionali – osservava nel 1988 Roberto Ruffilli, artefice di un disegno riformatore tragicamente interrotto dalla mano violenta delle Brigate rosse – se vogliono essere indirizzate allo sviluppo delle conquiste della democrazia repubblicana….debbono collegarsi ad un perfezionamento della Costituzione…”. Un perfezionamento richiesto – continuava Ruffilli –  “dagli innegabili limiti del disegno costituzionale in ordine ad una forma di governo parlamentare non compiutamente realizzata per quanto riguarda la stabilità dell’Esecutivo. (…)

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