Pombeni, Prospero, Galli della Loggia e Follini sul degrado della politica

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Paolo Pombeni, in un articolo del 22 settembre su “Il Messaggero” (Le nuove reclute in politica), ha scritto di non ritenere che il caso Lazio rappresenti un ulteriore degrado dei partiti in quanto tali, a fronte di una società civile che paga il costo dello sfascio. E’ proprio dalla società civile che sono stati “pescati” molti dei nuovi politici, anche giovani… Piuttosto è la retorica antipartitica di questi ultimi anni ad aver creato un vuoto e a distruggere i canali di selezione e di formazione politica… Analoga riflessione di Michele Prospero su “l’Unità” del 24 settembre (L’antidoto alla corruzione): “Il Lazio è la metafora di cosa diventa un governo personale che agisce senza il contenimento svolto dai partiti e dal principio di legalità”. Spinge più in là l’analisi Ernesto Galli della Loggia sul “Corriere della Sera” del 25 settembre (Molte spese, pochi valori), che sostiene che “il collasso del ceto politico” sta “nella disintegrazione del quadro generale – ideale e istituzionale – in cui quel ceto è chiamato ad agire. Chi oggi inizia a fare politica in Italia non ha più alcun riferimento storico-ideologico forte…”. Vola meno alto, ma fa una annotazione da non sottovalutare Marco Follini su “Europa” del 25 settembre (La destra sparita), quando chiede al Pd di guardare alle prossime elezioni non tanto come un regolamento di conti con l’avversario dell’ultimo ventennio ma come l’apertura di una fase costituente da affrontare con più umiltà e più capacità di ascolto.

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