Per una nuova stagione dei cattolici democratici nel Pd. Le voci dei deputati Giacomelli e Garofani. E quella di Stefano Fassina in dialogo con loro

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Il 9 novembre è uscito su “l’Unità” un articolo di Antonello Giacomelli e di Francesco Saverio Garofani (Noi cattolici che scommettiamo sul Partito democratico). Il 13, sempre sul “l’Unità“, interviene Stefano Fassina (Cattolici e dna democratico), che riprende il loro discorso per avanzare tesi interessanti.  Giacomelli e Garofani sono  due deputati del Pd (il primo già vicesindaco di Prato, in Parlamento dal 2004, direttore di adessonline.it; il secondo, parlamentare dal 2006, già direttore de “Il Popolo” e vicedirettore di “Europa”), i quali, pur vedendo positivamente le iniziative in atto, fuori dal Pd, per “cercare di disincagliare una parte importante del consenso cattolico dalle secche del fallimento berlusconiano”, sostengono che i cattolici democratici presenti nel Pd hanno fiducia di poter costruire un partito riformista, “capace di rappresentare tutta la società italiana”. “Questa – dicono – è la missione dei cattolici democratici, soprattutto di una nuova generazione di cattolici democratici”. Benchè sostengano Bersani, i due esponenti del Pd criticano, però, la possibile deriva socialdemocratica del Pd. Ed è su questo che interviene Stefano Fassina, il quale coglie l’occasione dell’intervento di Giacomelli e Garofani per dire che per lui non è, in sé, il progetto socialdemocratico, così come lo si è conosciuto nei decenni scorsi, ciò che gli sta a cuore,  quanto piuttosto quello di una società che metta al centro “la persona che lavora”. Cioè personalismo e lavoro, insieme. La persona – dice Fassina, riferendosi esplicitamente alla dottrina sociale della Chiesa – nella sua interezza. Nella prospettiva di “uno sviluppo umano intergrale”, capace di dare risposta a quella che anche Fassina, come altri esponenti di sinistra attenti alla dimensione etica, riconosce come una “emergenza antropologica”. Fassina racconta anche dei suoi frequenti colloqui con alcuni leader politici di area cattolica che egli chiama “testimoni della dottrina sociale della Chiesa”: Emilio Gabaglio, Pierre Carniti. E anche Franco Marini.

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