LA SCALATA DI MATTEO RENZI

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E’ arrivato in malo modo, ma finalmente questo sarà un governo politico: così l’analisi di Mauro Calise (“Il populismo urla se la politica batte un colpo”, Mattino). Altro analista politico, Alessandro Campi, sempre sul Mattino, indaga l’uomo Renzi, “un giovane che invece di lamentarsi combatte” (“Matteo, prototipo di italiano che coglie il suo momento”, Mattino), dopo aver scritto due giorni prima una lucida analisi (“Il rottamatore e il rischio della staffetta“). Un certo scetticismo si legge in Stefano Folli, editorialista del Sole 24Ore (“Governo di legislatura? C’è molto scetticismo”) e in Claudio Sardo (“Perché lo strappo non convince”, Unità). Stefano Menichini, direttore di Europa, pur renziano delle origini, recrimina sui modi (“La battaglia negata”), ma ‘Montesquieu’ su Europa parla di “Una smisurata ambizione che può cambiare l’Europa”. Bordate a destra: Maurizio Belpietro, “Il ducetto”, Libero. Nei giorni scorsi, tra le molte analisi: Ezio Mauro, “L’azzardo dell’acrobata” (Repubblica); Massimo Franco, “Un passaggio opaco” (Corriere della Sera); Claudio Cerasa, “Ascesa del bamboccio di talento” (Il Foglio”); Elisabetta Gualmini, “La soluzione può salvare la legislatura” (La Stampa); Pietro Spataro, “Quella ferita che si doveva evitare” (Unità). Ci si interroga su quale democrazia sia quella oggi praticata: Alberto Asor Rosa, “Democrazia e potere. La nuova lacerazione” (il manifesto); Michele Ciliberto, “Le forme della democrazia” (Unità); Piero Ignazi, “Non piace ai politologi il governo che verrà” (Europa).

 

 

 

 

 

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