“LA PROFONDA SINTONIA”

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La frase (di Renzi dopo l’incontro con Berlusconi), obiettivamente, è risultata, ai più, piuttosto scioccante. E sarà ricordata a lungo. Sul suo blog del 21 gennaio, a caldo, così commenta Ida Dominijanni (figura storica della sinistra del manifesto): “In gioco non c’è solo né tanto la rilegittimazione della persona Berlusconi, quanto la legittimazione da sinistra della sua eredità. Ovvero l’ammissione, da sinistra, che tutto sommato aveva ragione lui su tutto, e che basta fare meglio di lui le cose che voleva fare lui per ”cambiare verso” al paese. Questo e non altro è il senso della ‘profonda sintonia’” (“La profonda sintonia”). Sul tema, da diversi punti di vista, intervengono anche: A. Polito, “Il paradosso dei democratici” (Corriere della Sera); B. Spinelli, “La fiaba moderna della grande trattativa” (Repubblica); A. Campi, “La svolta politica che supera anni di steccati” (Messaggero). Singolare l’editoriale della Repubblica del 21 gennaio (pro Renzi): “Una svolta di sistema”; così lo commenta R. Cocconi su Europa: “Renzi, erede del caimano o liberatore?”.  Lo scambio di lettere tra Cuperlo (“Mi dimetto perché mi allarma questa idea di partito”) e Renzi (“Caro Gianni, rispetto la scelta”).

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