Interrogativi su cosa farà Monti, su cosa pensa la Chiesa, sulle mosse del Centro, sulla strada in salita del Pd, sui liberali che non ci sono, su Ornaghi…

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Giorni caldi, rassegna complessa. Il quadro della situazione vista dal Quirinale (Napolitano lavora all’agenda della crisi). Antonio Polito indica quali sono le tre possibili  Scelte del professore: ritirarsi come De Gaulle, affiancare Bersani, guidare una lista di centro; e dice di preferire la terza. Enrico Letta propende per la seconda (Monti e Pierluigi troveranno un’intesa). Lorenzo Dellai ha fiducia nella terza: Uniti nel nome del Prof, il nostro progetto andrà avanti. E su “La Stampa” Fabio Martini scrive che per la Lista Monti una task force è già al lavoro. Del resto, per Andrea Tornielli, Il Vaticano e la Cei tifano per il professore. Quel che pensa il card. Bagnasco lo si può leggere nelle lunga intervista da lui rilasciata al Corriere della Sera: “Non si possono mandare alla malora tutti i sacrifici fatti dai cittadini”. Tra i commenti: il pessimismo di Luca Ricolfi (Il dramma di un film già visto) sul futuro, tanto se vince la destra tanto se vince la sinistra; un utile avvertimento di Francesco Cundari, su “l’Unità”, al Pd a non ritenersi La parte migliore, e a fare invece appello alla parte migliore di ciascun cittadino; e consigli saggi di Emilio Barucci, sempre su “l’Unità”, al Pd perché esca dalla diatriba interna sull’agenda Monti, senza rinnegarla (Quel gesto di premier). Dal canto suo Roberto D’Alimonte spiega cosa accadrà se non si cambierà la riforma elettorale: Il voto delle Regioni sarà decisivo per la stabilità del governo. Infine una riflessione di Ernesto Galli della Loggia su Il vestito fuori misura dei liberali italiani, e una durissima critica al ministro Ornaghi da parte di Salvatore Settis: è riuscito – scrive – a far rimpiangere Bondi (I beni culturali senza una politica).  

 

 

 

 

 

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