Il Pd e la disponibilità di Monti a una nuova esperienza di governo

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L’apertura di Mario Monti a una nuova esperienza di governo è diversamente accolta e valutata nel Pd. Ne scrivono, tra gli altri Polito, Ceccanti, Franceschini e Prospero. Per Antonio Polito, il Pd costituisce il maggior ostacolo alla formazione di un Monti bis, perché il Pd è diviso tra due anime e perché l’alleato del Pd, Vendola, ha come programma lo scardinamento della politica sin qui seguita da Monti (Il sostenitore riluttante). Per Stefano Cccanti (“Manifesto”, 29 settembre, Mi dispiace per Renzi e Bersani, ma c’è bisogno di continuità) è stata una mossa obbligata e va vista molto positivamente; lui del resto è uno dei firmatari del documento che invita il Pd a far propria l’Agenda Monti (se ne è parlato sabato 29 a Roma con Tonini, Morando, Vassallo, Follini e altri). Per Dario Franceschini, al contrario, l’esperienza Monti deve concludersi perché era legata ad una emergenza, e ora deve tornare in campo la politica così in un’intervista al “Messaggero” (Decidono le urne, siamo ancora in democrazia). Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Prospero, ormai editorialista stabile de”l’Unità” che ritiene che “un’altra politica è possibile” (La politica necessaria).

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