IL DIALOGO, LA FERMEZZA, L’AUTOCRITICA

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Romano Prodi: “Ho visto tanta speranza in strada, adesso politica comune degli Stati” (intervista al Mattino). Piero Ottone: “Scontro di civiltà in declino” (Repubblica). Mauro Calise: “Ma non si condanni l’Islam in blocco” (Mattino). Alessandro Campi: “Una sola piazza per l’Islam e l’Occidente” (Messaggero). Enzo Mauro, “Una nuova stagione” (Repubblica). A fronte di numerosi articoli che rilanciano il dialogo con l’islam e distinguono tra radicalismo islamico e islam moderato, Angelo Panebianco spara a zero sul presunto moderatismo islamico e sulla dabbenaggine di chi distingue e dialoga: “La guerra in casa che non capiamo” (Corriere della Sera). Più duttile Ernesto Galli della Loggia, “Assassini. Il coraggio di dirlo”, sempre sul Corriere. E assai meglio, sul Corriere, Sebastiano Maffettone, “La via difficile per evitare una guerra dei valori” (Corriere della Sera) e Zygmut Bauman, “Vendetta contro libertà d’opinione”. Interessanti ancora: Alessandro Campi, “L’Europa e l’Islam. Integrazione, concetto da rifondare” (Messaggero); Ugo Tramballi, “Le colpe dei paesi islamici nostri alleati” (Sole 24 Ore); Roberto Toscano, “Le colpe dell’islam e le nostre” (La Stampa); Alberto Negri, “L’Occidente e il doppio volto dell’Islam” (Sole 24 Ore); Renzo Guolo “Il vuoto del rapper col kalashnikov” (intervista al Manifesto); Vito Mancuso, “Ma l’islam vuol dire pace” (RepubblIca); Emanuele Severino, “Ma l’Occidente non ha perso” (Corriere della Sera).

 

 

 

 

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