I DOVERI DEL FRONTE DEL NO

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Lo storico Giovanni De Luna sostiene, su La Stampa, che i sostenitori del No dovrebbero dire che governo potrebbe nascere dalla caduta del governo Renzi (“Referendum, i doveri del fronte del No”). Per Massimo Franco, sul Corriere della Sera, la vittoria del Sì potrebbe essere pericolosa per Renzi quanto la vittoria del No, perché manterrebbe l’Italicum com’è e aprirebbe la strada ai Cinquestelle (“Gli analisti non esagerano le ricadute del referendum”). Intanto la sinistra dem si divide: Emilia Patta sul Sole 24 ore scrive. “Cuperlo verso il Sì, ma i bersaniani attaccano”. Sul Foglio il già bersaniano Umberto Minopoli scrive: “Il grande errore del mio amico Bersani”. Ernesto Galli Della Loggia critica, sul Corriere della sera, la sinistra antiriformista e gli ex democristiani del fronte del No (“Referendum, la doppia battaglia”). Sulla Leopolda renziana scrivono Claudio Cerasa sul Foglio (“Renzi, la Leopolda e il modello scala mobile”), Massimo Adinolfi sul Mattino (“Leopolda, l’ultima sfida di chi ha cambiato la sinistra: rifare la politica”), Stefano Folli su Repubblica (“Una convention con tante crepe. Il premier stretto nella sua tenaglia”). Un’intervista di Raffaele Marra, pietra dello scandalo nel governo cinque stelle di Roma, al Fatto quotidiano (“Perché non sono io l’uomo nero di M5S”).

 

 

 

 

 

 

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  1. In questa difficile e contradditoria campagna referendaria, un elemento di novità è rappresentato dalla proposta di modifica della legge elettorale, elaborata dalla Commissione appositamente nominata dalla Direzione del PD, “fondata sull’equilibrio tra i due principi della governabilità e della rappresentanza”.
    La proposta ritiene possibile
    * La preferenza per un sistema di collegi inteso come il più adatto a ricostruire un rapporto di conoscenza e fiducia tra eletti ed elettori.
    * la definizione di un premio di governabilità (di lista o di coalizione) che consenta ai cittadini, oltre alla scelta su chi li deve rappresentare, la chiara indicazione su chi avrà la responsabilità di garantire il governo del Paese attraverso il superamento del meccanismo di ballottaggio.
    * In merito alla futura elezione dei senatori è confermata l’indicazione espressa dal segretario per assumere la proposta di legge a firma Fornaro – Chiti quale riferimento del Pd per il varo della disciplina ordinaria in materia (elezione diretta dei Senatori)”.
    A mio giudizio questa proposta può essere un fatto positivo se, con rapidità, si dà origine ai relativi atti politici e legislativi. Con ciò verrebbero meno due delle ragioni di opposizione alla modifica della Costituzione (legge elettorale e elezione del Senato). Ed è questa una condizione necessaria per ricondurre il confronto ad una dimensione più attenta ai contenuti e meno allo scontro politico.
    Prima di decidere cosa votare attendo di conoscere gli sviluppi che avrà questa proposta.
    Tutto ciò detto, non va escluso che la Magistratura, chiamata ad esprimersi sulla costituzionalità o meno del quesito referendario in quanto mette assieme materie tra loro molto diverse, apra scenari diversi da quelli del voto il 4 dicembre. Con quali conseguenze al momento non è dato sapere, ma certamente lo scenario sarà completamente diverso, nella realtà come nelle prospettive.

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